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Spalletti prima del Napoli e lo Scudetto: la Roma, i titoli con lo Zenit e il biennio all'Inter

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"Uomini forti, destini forti. Uomini deboli, destini deboli. Non c'è altra strada".

Il destino non poteva che riservagli il traguardo più ambito, lo Scudetto. Il sogno è diventato realtà. Finalmente Luciano Spalletti si gode la vista dall’alto: è campione d’Italia.

Un trofeo speciale, il primo in Italia, arrivato in una città come Napoli che vive il calcio con ardore e passione 365 giorni l’anno e 24 ore al giorno. Un successo che lo catapulta direttamente nell’Olimpo del calcio e nella storia della città partenopea, da sempre innamorata del calcio e in attesa di vivere questo giorno da oltre 33 anni.

Sono passati esattamente 12058 giorni dal 29 aprile 1990, quando grazie al successo sulla Lazio nell’allora San Paolo firmato da Baroni i partenopei conquistarono il loro secondo titolo della storia.

Ieri la ‘banda Spalletti’, guidata dal tecnico toscano, ha riscritto la storia regalando un sogno ad occhi aperti a una città intera, che nel calcio vive una piccola rivincita sociale.

“Sì, ogni tanto ci si guarda indietro perché per quanto mi riguarda non ho mai viaggiato in prima classe ma sempre con l'autostop (ride, ndr). Il fatto di trovarsi qui e ora ti ripaga di tutti i sacrifici fatti.

Dopo il colpaccio all’Allianz Stadium contro la Juventus e alla vigilia della sfida successiva con la Salernitana, Luciano Spalletti ha ammesso di aver ripensato al percorso che lo ha portato fino a laurearsi campione d’Italia.

Dalla provincia e la gavetta, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, fino all’Olimpo dello Scudetto vinto a Napoli.

La ricompensa per uno che di strada ne ha fatta tanta fino ad un successo meritatissimo che lo proietta direttamente nella storia.

  • DAGLI ESORDI ALLA CHAMPIONS LEAGUE

    Appesi gli scarpini al chiodo nel 1993, la vocazione di Luciano Spalletti è quella di allenare. Il classe 1959 inizia sulla panchina delle giovanili dell’Empoli, prima del salto in prima squadra.

    Il percorso nel triennio alla guida dei toscani è perfetto: Spalletti salva l’Empoli dalla retrocessione in Serie C2 e conquista la promozione dalla Serie B alla Serie A con una giornata d’anticipo nella stagione 1997/1998, ottenendo una clamorosa salvezza in anticipo nella prima annata in Serie A.

    Il ciclo all’Empoli termina e Spalletti passa alla Sampdoria. L’avventura non si rivelerà, però, fortunata: viene esonerato e poi richiamato, ma non riuscirà a salvare i blucerchiati dalla retrocessione in Serie B.

    Successivamente guiderà il Venezia, l’Udinese e l’Ancona, con cui conquista la salvezza in maniera del tutto inaspettata con l’ottavo posto.

    La svolta arriva nell’estate 2002, quando torna a Udine e ci resta per tre stagioni. Alla guida dei friulani conquista due volte il pass per la Coppa UEFA e la prima storica qualificazione del bianconeri in Champions League chiudendo al quarto posto in classifica al termine dell’annata 2004/2005.

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  • LA PRIMA ROMA DI SPALLETTI

    Con la conquista di un posto nei preliminari di Champions League si conclude il triennio di Luciano Spalletti alla guida dell’Udinese. L’allenatore di Certaldo accetta la proposta della Roma di Franco Sensi e si trasferisce nella Capitale.

    La mano di Spalletti cambierà la squadra giallorossa, reduce da una stagione a dir poco deludente con l’ottavo posto e il via vai di ben cinque allenatori.

    Dal 2005 al 2009, Spalletti fa del suo 4-2-3-1 un marchio di fabbrica inventandosi - tra le altre cose - Francesco Totti nel ruolo inedito di centravanti atipico, con il capitano giallorosso che segnò 26 goal in campionato e vinse la Scarpa d’Oro.

    Alla guida dei giallorossi conquista due volte la Coppa Italia e una volta la Supercoppa Italiana. Con il toscano al timone, la Roma diviene stabilmente la seconda forza del campionato, conquistato per tre volte in quattro stagione, e registra la più lunga serie di vittorie consecutive in campionato, ben undici, all'epoca un record per la serie A.

    E se i risultati in campionato sono molto soddisfacenti, in Europa la Roma conquista per due anni di fila i quarti di Champions League. In quegli anni vincerà per tre volte di fila la Panchina d’oro come miglior allenatore italiano per tre volte, nel 2006, nel 2007 e nel 2008.

    Dopo un’annata conclusa al sesto posto e caratterizzata da problemi societari, il 1° settembre del 2009 Spalletti decise di lasciare la Roma a causa delle continue incomprensioni con la società.

    Il più grande rammarico della sua avventura in giallorosso resta lo Scudetto nella stagione 2007/2008, perso per 3 punti di ritardo sull’Inter campione d’Italia.

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  • ZENIT E ZAR DI RUSSIA

    Qualche mese ai box e subito si riparte. L’11 dicembre 2009, lo Zenit San Pietroburgo annuncia l’arrivo di Luciano Spalletti in panchina. Il tecnico italiano vola in Russia, dove nella sua prima annata conquista due trofei: il 16 maggio 2010 arriva al Coppa di Russia, mentre il 14 novembre conquista con due turni d’anticipo il campionato.

    Il quadro si completa a marzo dell’anno successivo, quando vince anche la Supercoppa di Russia.

    Lo Zenit di Spalletti incanta e il tecnico di Certaldo convince la dirigenza del club russo ad affidargli un ruolo da manager all’interno del club. Il 28 aprile 2012 arriva il secondo titolo di Russia di fila, conquistato questa volta con tre giornate d’anticipo.

    Nell’annata successiva arriva il secondo posto, alle spalle del CSKA Mosca, per soli due punti di ritardo.

    Un avvio di annata deludente costringe la dirigenza dello Zenit ad esonerare Spalletti il 10 marzo 2014.

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  • IL RITORNO ALLA ROMA

    “Se penso al mio trascorso con la Roma mi fai emozionare tutto perché l'ho vissuta intensamente quell'esperienza… Quelle notti giocate con lo stadio pieno in Champions non le dimenticherò mai.anche l'inno cantato dallo stadio non l'ho mai dimenticato”.

    Dopo quasi sette anni, Luciano Spalletti torna a guidare la Roma. Reduce da due secondi posti, il presidente James Pallotta esonera Rudi Garcia e sceglie il tecnico di Certaldo per riportare i giallorossi in alto: il 14 gennaio 2016 arriva l’annuncio del ritorno del toscano in panchina.

    Se in Champions League arriva l’eliminazione per mano del Real Madrid, in campionato la Roma conquista 46 punti, frutto di 14 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta, arrivando terza e conquistando il pass per i preliminari di Champions League al termine di una grande rimonta.

    Sarà il Porto ad eliminare la Roma all’inizio della stagione successiva. La stagione dello Spalletti 2.0 si conclude con il secondo posto al termine del duello con il Napoli e il record di punti (87) e goal segnati (90) in un solo campionato.

    In Europa League la Roma si ferma agli ottavi contro il Lione, mentre in Coppa Italia arriva la sconfitta nel doppio incrocio con la Lazio, nel derby, in semifinale.

    Risultati tutto sommato positivi a cui si contrappone il dualismo con Totti e il ritiro del capitano giallorosso e le incomprensioni con tifoseria e dirigenza, senza dimenticare l’amarezza per l’eliminazione in Coppa Italia nella sentitissima sfida contro la Lazio, rendono insanabile la frattura con il club e l’ambiente.

    Spalletti abdica a fine stagione e lascia la panchina ad Eusebio Di Francesco.

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  • IL BIENNIO ALL'INTER E IL CASO ICARDI

    La Champions League conquistata nel 2018. L’Inter di Conte e Inzaghi, capace di conquistare Un secondo posto, una finale di Europa League, uno Scudetto, una Coppa Italia e due Supercoppe italiane è figlia del biennio di Luciano Spalletti e di quel traguardo raggiunto all'ultimo respiro, nel match dell'Olimpico contro la Lazio.

    Dopo l’addio alla Roma, il tecnico di Certaldo riparte dai nerazzurri nell’estate 2017. L’avvio è dei più convincenti. Il 3-0 alla Fiorentina è un segnale chiaro lanciato alle concorrenti, così come il derby vinto contro il Milan. L’Inter arriva a dicembre in testa alla classifica e imbattuta.

    Sarà la stracittadina di Coppa Italia, decisa da Cutrone ai supplementari, a togliere qualche certezza all’Inter, che scivola in poche settimane al quinto posto.

    Dallo scudetto alla Champions League: l’obiettivo dei nerazzurri cambia. Il tonfo contro la Juventus del 28 aprile 2018 rischia di complicare non poco la vita dell’Inter, che con l’acuto all’ultima curva, nella sfida dell’Olimpico contro la Lazio firmata da Vecino, conquista un posto in Champions.

    Ad un super Icardi si aggiunge l’intuizione vincente di Spalletti di arretrare Brozovic nel 4-2-3-1, mentre in estate arriva anche il suo pupillo Nainggolan.

    Il ritorno in Champions, però, si rivela deludente: dopo le prime due vittorie contro Tottenham e PSV, i nerazzurri riescono nell'impresa di racimolare la miseria di due punti nelle restanti quattro partite, fallendo l'appuntamento col successo nell'ultima e decisiva sfida interna contro gli olandesi.

    A gennaio arriva l'eliminazione dalla Coppa Italia, mentre a  poche ore dall'andata dei sedicesimi di Europa League sul campo del Rapid Vienna scoppia invece il caso Icardi, privato improvvisamente della fascia con un breve comunicato.

    Inizia così il muro contro muro tra l’argentino e il club, costretto a trattare con l'avvocato dell'argentino per strappare un immediato ritorno agli allenamenti.

    Spalletti spiega i motivi della scelta di non convocare Icardi per la trasferta austriaca:

    “È giusto che giochino gli altri per come si è comportato, nello spogliatoio serve credibilità. È umiliante, per i tifosi, mediare con un calciatore per fargli indossare la maglia che loro amano […] La vera forza è la disciplina: ho lasciato fuori qualcun altro per molto meno, un professionista deve essere credibile”.

    Icardi torna in campo ad aprile, nel 4-0 al Genoa, mentre l’Inter si gioca la Champions ancora una volta all’ultima giornata, questa volta contro l’Empoli a caccia di punti salvezza.

    Nainggolan segna il goal qualificazione, ma il destino di Spalletti è segnato: il 30 maggio arriva l’annuncio dell’esonero.

    "FC Internazionale Milano comunica che Luciano Spalletti non ricopre più il ruolo di allenatore della Prima Squadra. Il Club ringrazia Spalletti per il lavoro svolto e per il percorso compiuto insieme".

  • NAPOLI E UNA 'NOVITÀ' PER LO SCUDETTO

    Conclusa l’esperienza all’Inter, Luciano Spalletti si prende due anni di pausa per ricaricare le batterie e tornare più carico di prima. Il 29 maggio 2021 viene annunciato dal Napoli di Aurelio De Laurentiis.

    Proprio all’ombra del Vesuvio, Spalletti ha trovato l’ambiente perfetto per il definitivo salto e quel sogno chiamato scudetto.

    Dopo la prima stagione con il terzo posto alle spalle di Milan e Inter e davanti alla Juventus, la scorsa estate è arrivata la svolta.

    Nonostante le cessioni illustri di pilastri del calibro di Koulibaly, Mertens e del capitano Lorenzo Insigne, l’arrivo di Khvicha Kvaratskhelia e di Kim Minjae, due autentiche sorprese, ha cambiato il volto di una squadra che ha completato il percorso di trasformazione sotto la gestione Spalletti fino alla conquista del titolo.

    A fare la differenza è l'unione d'intenti e soprattutto la compattezza con il presidente De Laurentiis e l'ambiente. Spalletti ha imparato dal suo passato. Niente più episodi analoghi ai casi Totti e Icardi e le conseguenti spaccature interne. Un gruppo coeso e unito fino all'obiettivo. Una 'novità' per uno come il toscano, che ha dovuto fare i conti in precedenza con situazioni complicate. Eppure gli addii di Koulibaly e soprattutto Insigne hanno rischiato di far crollare il castello. Spalletti, però è stato bravo a ricostruire in silenzio dalla scorsa estate e arrivare fino all'obiettivo del suo primo Scudetto in Italia.

    Un percorso perfetto, che ha visto gli azzurri ottenere un largo margine fino all’aritmetica. Ora la festa esplode ufficialmente all’ombra del Vesuvio: il Napoli è campione d’Italia. La ricompensa per quell’allenatore di Certaldo che "non ha mai viaggiato in prima classe ma sempre in autostop” e ora si gode il panorama più bello.

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