Pubblicità
Pubblicità
Greenhalgh Inter MourinhoScreenshot

Un sogno durato pochissimo: Greenhalgh all'Inter, il campione d'Europa dimenticato

Pubblicità

La vittoria della Champions League 2009/2010 da parte dell’Inter rappresenta, ancora oggi, l’ultima affermazione di una squadra italiana nella massima competizione continentale per club: da allora, soltanto la Juventus è andata vicina a sollevare la coppa dalle grandi orecchie (finalista perdente nel 2014/2015 e 2016/2017), a dimostrazione della fatica provata dal nostro calcio oltre i confini nazionali.

I tifosi nerazzurri più accaniti ricordano vita, morte e miracoli dei protagonisti di quella cavalcata, anche di coloro che ebbero meno spazio: soltanto ai più incalliti, però, il nome di Ben Greenhalgh risulterà più o meno familiare; per quanto concerne il resto, invece, una bella ‘googlata’ – o questo articolo, già che ci siamo - sarà la soluzione migliore.

Nella magica notte di Madrid, quel 22 maggio 2010, c’era anche questo ragazzo inglese che all’epoca aveva appena 18 anni, premiato con la medaglia d’oro in quanto parte del gruppo itinerante presente al ‘Santiago Bernabeu’: zero minuti e presenze all’attivo, eppure la gloria ci fu anche per lui.

  • “NE RESTERA’ SOLTANTO UNO”: IL REALITY SHOW DELLA SVOLTA

    Questa incredibile (e dimenticata) storia nasce quando Greenhalgh decide di diventare uno dei partecipanti del reality show britannico Football's Next Star: tra i 2000 aspiranti, lui viene selezionato assieme ad altri nove ragazzi, tutti spediti in Italia per inseguire il sogno di conquistarsi un contratto con l’Inter.

    “Ci rinchiusero in una villa – ha ricordato Greenhalgh al ‘Daily Mail’ – e c’erano telecamere ovunque. Dei ragazzi non si erano mai incontrati tra di loro prima di quel momento. Stavamo davvero vivendo il nostro sogno”.

    Una chance con l’Inter richiede sacrifici e rinunce che in un contesto normale verrebbero rifiutate: a recitare il ruolo di ‘giudice’ dei ragazzi è Marco Monti, uno dei tecnici delle giovanili interiste, chiamato a sfoltire man mano il gruppo dei ragazzi sognatori.

    “Ne resterà soltanto uno” recitava Christopher Lambert nel film ‘Highlander – L’ultimo immortale’, frase che calza a pennello con Greenhalgh: alla fine è proprio lui il prescelto, il vincitore del reality e della possibilità di passare, in un colpo solo, dalle giovanili del piccolo Welling United ad un club che da lì a poco (siamo a febbraio 2010) si sarebbe laureato campione d’Europa.

  • Pubblicità
  • Vieira Greenhalgh InterScreenshot

    L’INTER E’ REALTA’: UN SOGNO AD OCCHI APERTI

    Greenhalgh firma un contratto di sei mesi e, di tanto in tanto, ha addirittura l’opportunità di allenarsi con la prima squadra, un gruppo di campioni fino a quel momento soltanto ammirati in tv o nei videogiochi calcistici che riempiono i suoi pomeriggi di ragazzino.

    “Anche se facevo parte delle giovanili – le parole di Greenhalgh in un’intervista concessa alla ‘BBC’- a volte venivo invitato ad allenarmi con giocatori che di norma trovavo nel videogioco FIFA con cui sono cresciuto”.

    Enorme l’emozione per l’aver solamente condiviso il terreno di Appiano Gentile con colossi del calibro di Lucio per fare un nome, difensore temuto dagli avversari e per il quale Greenhalgh non può che provare un sano timore reverenziale.

    Ho iniziato a correre e davanti mi sono ritrovato Lucio, le mie gambe si sono trasformate in gelatina. Ricordo anche di aver ricevuto un passaggio da Ricardo Quaresma, non avevo compiuto nemmeno 18 anni”.

    Nonostante i ruoli simili, è impossibile anche soltanto pensare di provare ad impensierire per un posto in squadra un certo Mario Balotelli, descritto come insofferente di fronte alle esclusioni dall’undici iniziale impostegli da José Mourinho.

    “Balotelli era un po’ più grande di me – il ricordo al ‘Daily Mail’ , - aveva 19 anni. Il non giocare non riusciva ad accettarlo. Nell’andata della semifinale di Champions League contro il Barcellona entrò in campo per quindici minuti e alla fine, dopo il successo per 3-1, gettò a terra la maglia dell’Inter. Io pensai: ma cosa gli è passato per la testa?.

    Ma il pezzo forte dell’avventura interista di Greenhalgh è il viaggio a Madrid nel mese di maggio: il 19, con l’Under 18 guidata da Fulvio Pea, vince la Champions Under-18 Challenge, una competizione ideata proprio in quell’anno. Bayern Monaco sconfitto per 2-0, lo stesso risultato con cui la prima squadra, tre giorni più tardi, regolerà i colleghi bavaresi.

    Greenhalgh resta seduto in panchina, ma si rifarà nella leggendaria notte nerazzurra ricevendo la medaglia dei vincitori della Champions League, quella vera.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • IL PRESTITO AL COMO, IL RITORNO IN INGHILTERRA NELLE SERIE INFERIORI E IL GOLF

    L’Inter offre un altro anno di contratto a Greenhalgh, spedito in prestito al Como in Lega Pro: un viaggio non lunghissimo dal punto di vista dei km effettuati, lontano però anni luce dal profumo dell’eccellenza respirata a Milano.

    L’esperienza in riva al lago è fugace e, dopo lo svincolo dall’Inter, per Greenhalgh è tempo di tornare a casa, nel Welling United ‘abbandonato’ per inseguire il sogno di sfondare nel calcio che conta: a parte un paio di avventure in Scozia tra Inverness e Stenhousemuir, la carriera si sviluppa nelle serie inferiori inglesi, tanto che il calcio inizia a diventare quasi un ‘hobby’.

    Nella vita del ragazzo di Orpington fa capolino il golf, sport che da semplice passatempo si trasforma in un vero e proprio lavoro: nel 2015 diventa professionista ed entra a far parte del circuito PGA, disputando gare di un giorno in modo da poter conciliare questa nuova avventura con l’impegno calcistico all’Essex Concord Rangers.

    Proprio il golf ha rischiato di privare Greenhalgh del cimelio più prezioso, ossia la medaglia ricevuta dopo Bayern Monaco-Inter al ‘Bernabeu’ e spesso utilizzata come marker per le palline utilizzate durante i tornei.

    Un’abitudine interrotta dopo aver scoperto la perdita del gingillo, ritrovato quasi per caso dopo oltre un anno come da lui stesso raccontato.

    “Alcuni golfisti sono molto seri, la medaglia è stata un modo per rompere il ghiaccio. L’ho ritrovata sotto il sedile della mia auto, ero così sollevato nel vederla ancora. Non credo che la userò nuovamente per giocare a golf”.

  • ENJOYED THIS STORY?

    Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

  • UNA CARRIERA NON ALL’ALTEZZA DEI SOGNI, MA NEL SEGNO DI GRANDI RICORDI

    Oggi, a 30 anni e dopo aver progressivamente arretrato il suo raggio d’azione, Greenhalgh è un centrocampista del Margate nell’Isthmian League – Premier Division, la settima serie del calcio inglese, lontanissima dai riflettori che hanno accompagnato quei pochi mesi passati in Italia tra Inter e Como.

    Già da qualche tempo si dedica anche a compiti manageriali, lasciando trasparire la voglia di intraprendere il cammino da allenatore una volta appesi gli scarpini al chiodo.

    Seppur il sogno di vestire almeno una volta la maglia dell’Inter si sia interrotto troppo presto, Greenhalgh può comunque consolarsi pensando ai dolci ricordi che ancora oggi gli regalano la spinta emotiva necessaria per non perdere di vista gli obiettivi attuali.

    “Non sono riuscito a giocare una partita ufficiale con la prima squadra dell'Inter, ma ho la testa piena di ricordi. Ero lì quando hanno vinto il Triplete. Ero negli spogliatoi dopo la vittoria sul Barcellona nella semifinale di Champions League a San Siro. Tutto questo, nessuno potrà mai togliermelo”.

  • Pubblicità
    Pubblicità
0