Skriniar rimane un punto fermo anche per il dopo-Conte, che ha il nome e il cognome di Simone Inzaghi, costretto a dover fare a meno in un colpo solo di Hakimi, Lukaku (entrambi ceduti a peso d’oro a PSG e Chelsea) ed Eriksen, colpito da un infarto durante Euro 2020 e costretto a giocare con un defibrillatore impiantato nel cuore, pratica che le norme nostrane non consentono al fine dell’ottenimento dell’idoneità sportiva.
Nonostante queste perdite, l’Inter chiude il girone d’andata al primo posto e, al termine del primo tempo del derby di ritorno, può vantare addirittura 10 punti di vantaggio sul Milan, capace di reagire e rimontare con una doppietta di Giroud che darà il via alla clamorosa cavalcata dei rossoneri verso il tricolore. Skriniar non perde però l’occasione di allenare i muscoli delle braccia sollevando altri due trofei di ‘consolazione’: la Supercoppa italiana e la Coppa Italia, entrambe conquistate ai danni della Juventus.
Un doppio trionfo che lascia presagire soltanto un futuro roseo, annullato completamente dalle voci di mercato estive che danno Skriniar in partenza. Stavolta è la stessa Inter ad alimentare l’interesse del PSG, forte dell’accordo raggiunto da tempo con l’entourage di Gleison Bremer.
Una mossa che indispettisce il difensore ex Sampdoria, sentitosi trattato alla pari di una mera merce di scambio: soltanto il naufragio della trattativa col Torino per Bremer (approdato alla Juventus ad un prezzo molto più alto di quanto paventato inizialmente) decreta la permanenza di Skriniar a Milano, quanto mai effimera.
L’Inter non ha più il controllo della situazione e ora c’è il timore fondato che Skriniar possa davvero partire: Zhang resiste alle offerte provenienti da Parigi e apre ad un rinnovo comunque complicato, ma non di certo impossibile visto l’attaccamento mostrato in passato dal giocatore.
Ora però è diverso, qualcosa si è rotto e i tifosi lo intuiscono fin dalle prime battute di una trattativa che non sembra volerne sapere di giungere ad una conclusione positiva: la società meneghina offre il massimo per quelle che rappresentano le sue possibilità economiche, compresa la fascia da capitano e l’affetto immutabile della gente, la quale chiede a gran voce un lieto fine.
La fine si palesa, ma è tutt’altro che lieta: dopo aver lasciato a Samir Handanovic l’onore di alzare al cielo di Riyadh la Supercoppa italiana, Skriniar si congeda dall’Inter in maniera indiretta, tramite le parole del suo agente Roberto Sistici che, in concomitanza dell’espulsione del suo assistito in Inter-Empoli, annuncia la futura conclusione del rapporto.
"A inizio novembre – le parole a ‘Telenord’ - la società ci ha presentato una proposta e prima di Natale ho comunicato la scelta di non accettare. Prima della finale di Supercoppa ho informato l'Inter della volontà di parlare con altri club, per noi il modo più corretto di procedere. Non abbiamo mai saltato alcun appuntamento con l'Inter".
La percezione che i tifosi hanno di Skriniar cambia improvvisamente, tanto che non è raro vedere accostato al suo nome il termine ‘traditore’: a complicare il tutto vi è anche la volontà del giocatore di lasciare subito l’Italia per volare a Parigi, temendo violente ripercussioni dal punto di vista personale in seguito ad alcune sue dichiarazioni riportate dal sito della Federcalcio slovacca che ‘ufficializzano’ la firma col PSG.
A calmare le acque ci pensa la Curva Nord che, a mercato invernale concluso, chiede al resto della tifoseria di non contestare Skriniar, il quale dal canto suo assicura massima professionalità fino all’ultimo giorno della sua avventura in nerazzurro nonostante la perdita della fascia. Strascichi polemici soffocati ma comunque indelebilmente presenti nel finale troppo ‘moderno’ di una storia che aveva tutte le carte in regola per far tornare in auge la figura della 'bandiera', ormai in via di estinzione.