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Il Napoli è la Scudettata meno forte degli ultimi 20 anni? Lo ha perso l'Inter? Conte è il migliore della storia in Serie A? Il 3X3 di GOAL

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  • Il Napoli di Conte è la meno forte tra le Scudettate degli ultimi 20 anni?
  • Lo Scudetto lo ha vinto il Napoli o lo ha perso l'Inter?
  • Conte è il miglior allenatore della storia della Serie A?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL sullo Scudetto vinto dal Napoli: il punto di vista di Simone Gambino, Marco Trombetta e Antonio Torrisi nel nostro 3X3.


  • Lukaku Napoli Genoa Serie AGetty Images

    IL NAPOLI DI CONTE È LA MENO FORTE TRA LE SCUDETTATE DEGLI ULTIMI 20 ANNI?

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  • Simone Gambino: "Rosa tra le meno talentuose, un'impresa di Conte"

    Difficile e per certi versi ingiusto paragonare giocatori e squadre di epoche diverse, ma restando agli ultimi anni la rosa del Napoli di Conte è probabilmente una delle meno talentuose ad essere riuscita a svettare nel campionato di Serie A. Un gruppo forte nello spirito, unito e che rema all’unisono grazie a un capitano di brigata, Antonio Conte, che ha saputo guidare la squadra a superare ogni onda anomala.

    Ma analizzando la qualità dei singoli, la proposta di gioco, quel mai marcato senso di dominio nei confronti degli avversari e del campionato, si può senza dubbio discutere sul valore complessivo di questo Napoli, che ricordiamo a gennaio ha salutato quello che era indiscutibilmente il miglior giocatore della rosa, Khvicha Kvaratskhelia.

    Dibattito che non fa altro che fortificare ed enfatizzare la grandiosità del lavoro del tecnico salentino: non a caso questo non sarà ricordato come lo Scudetto di Lukaku, di McTominay o di Lobotka, ma come l’ennesima impresa di Antonio Conte, forse la più difficile e gratificante della sua carriera. 

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  • Antonio Torrisi: "Altro che ‘Leicester d’Italia’: Conte senza coppe e numericamente con due squadre"

    Io la ricordo la primissima conferenza stampa in clima “matchday” di Antonio Conte sulla panchina del Napoli, uno spettacolo intriso di lamentele e frasi che celavano malcontento, dopo un mercato evidentemente non all’altezza delle sue aspettative. Spazientito, sembrava aver aperto, neanche il tempo di muoversi all’interno della sua area tecnica, una crisi che la squadra azzurra, reduce da una stagione fallimentare, non meritava. Poi sono arrivati i colpi di fine estate.

    Fatico a dimenticare anche le altre parole verso la società: la missione che si è intestato per “aiutare il Napoli”, venire in suo soccorso (ma chi gliel’ha chiesto?). Gli accenni al “miracolo”: ma siamo seri. A definirla una “Leicester italiana” si rischia di mancare di rispetto a chi i problemi di formazione li ha davvero: il Napoli che con Antonio Conte vince lo Scudetto non è una favola, no, ma non è la più forte del campionato. Forse neanche la seconda e neppure la terza più forte. Però non ha le coppe.

    E allora il Milan di Stefano Pioli? Eh, ma il Milan di Stefano Pioli, almeno fino a dicembre, le coppe (la Champions) l’aveva. Il Napoli di Conte no: alla fine della stagione quattro centrali, due laterali di difesa a destra e due a sinistra. Sei centrocampisti, due ali a destra e due a sinistra. Tre attaccanti centrali (se si conta anche Raspadori). Sono numericamente quasi due formazioni. E nomi comunque importanti: i rossoneri che nel 2022 hanno battuto l’Inter nella corsa al Tricolore sono ancora, attualmente, la formazione più scarsa a esserci riuscita. Però, e senza voler essere democristiano, posso dirlo: se non è la più scarsa Scudettata degli ultimi 20 anni, poco ci manca. Quindi sì, applausi comunque.

  • Marco Trombetta: "Sulla carta una rosa da 4° posto"

    A inizio stagione, sono sincero, mi aspettavo una crescita del Napoli con l'arrivo di Conte, ma una crescita che si fermasse alle soglie del podio, con un 4° posto finale che riportasse gli azzurri in Champions. D'altronde, se andiamo a guardare i valori delle rose sul portale Tranfermarkt, il Napoli è addirittura 5° in Serie A alle spalle di Inter, Juventus, Milan e Atalanta.

    Chiaro che i numeri e le previsioni ci sono anche per essere totalmente sovvertiti e smentiti, ma negli ultimi 20 anni solo la Juventus dello stesso Conte e il Milan di Pioli hanno fatto qualcosa di simile, anche se la prima Juve 'contiana' poteva vantare in rosa gente come Buffon, Pirlo, Del Piero, Chiellini e i rossoneri scudettati di Pioli una struttura di squadra ben radicata, con calciatori in crescita esponenziale come Theo Hernandez, Leao, Maignan, Kessie e Tonali, oltre alla presenza di due personalità vincenti come Giroud e Ibra.

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  • Napoli Inter gfxGOAL

    LO SCUDETTO LO HA VINTO IL NAPOLI O LO HA PERSO L'INTER?

  • Simone Gambino: "Non si può sorvolare sulle responsabilità dell'Inter"

    Domanda che si ricollega al quesito precedente e che inevitabilmente richiede una risposta con delle sfumature. L’Inter ha senza ombra di dubbio la rosa migliore, più completa, della Serie A, sia nell’undici titolare che nelle alternative a disposizione e il grandissimo percorso in Champions League testimonia il valore assoluto dei nerazzurri.

    Ed è per questo che, seppur riconoscendo i meriti al Napoli di Conte, non si può sorvolare sulle responsabilità dell’Inter sull’esito del campionato: la squadra di Inzaghi ha pagato a caro prezzo la doppia sfida contro il Bayern Monaco, con quei punti persi tra Parma e Bologna che hanno indirizzato la Serie A.

    Ma alla fine, a conti fatti, a decidere la stagione è stato quel goal di Billing subito nei minuti finali dello scontro diretto del Maradona: una vittoria sfumata in extremis, e che avrebbe potuto dare tutt’altra direzione al campionato.

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  • Antonio Torrisi: "Quattro anni di grandi traguardi, due Scudetti persi da Simone Inzaghi"

    Il ciclo di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter, in attesa della finale di Monaco e di ciò che sarà, verrà sempre ricordato comunque come un periodo molto positivo: perché è vero che “arrivarci vicino conta solo a bocce”, ma è altrettanto lapalissiano e incontrovertibile il fatto che raggiungere due finali di Champions League non è da tutti. Come del resto vincere uno solo dei quattro potenziali Scudetti avendo a disposizione la squadra più forte.

    E passi quello del 2023, dominato e meritatamente conquistato dal Napoli di Luciano Spalletti, ma quello appena perso contro la formazione di Antonio Conte, anche se in termini di pathos e significato non è minimamente paragonato a quello strappato dal Milan in rimonta nel 2022, si avvicina davvero tanto a quest’ultimo, almeno nella forma.

    Nessuno, ormai, con tutte queste partite in Europa può pensare di riuscire a competere su tutti i fronti senza problemi. Nessuno: neanche il Manchester City, affondato nelle sabbie mobili, neppure il Barcellona, che comunque alla finale è andato vicino. Non è un discorso di “scelte”, ma di energie psichiche prima ancora che fisiche. Poi c’è il resto: il fatto che su tre Scudetti “possibili” (escludendo sempre il 2023) ne hai vinto uno. E che hai perso (più che vinto dal Napoli) anche questo.

  • Marco Trombetta: "Lo ha perso l'Inter… ma anche la Juventus, il Milan e l'Atalanta"

    Torniamo al discorso di prima: quanti di voi avrebbero immaginato che il Napoli potesse arrivare così facilmente più in alto non dico dell'Inter, ma di Juventus, Milan e Atalanta? Persino la Roma, per investimenti fatti, poteva avere potenzialmente qualcosa in più da dare degli azzurri.

    Eppure con il passare dei mesi la moda dell'autosabotaggio ha contagiato tutti. Prima il Milan e la Juventus, tra equivoci tattici e societari, poi l'Atalanta, che forse si porterà dietro questa stagione come quella del rimpianto Scudetto, e infine l'Inter, con la testa troppo alla Champions e quelle alternative che non hanno mai reso come i titolari. C'è quindi chi lo ha perso in partenza, chi strada facendo. Lasciando al Napoli la reale possibilità di vincerlo, nonostante non fosse nemmeno tra i piani.

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  • Conte Napoli gfxGOAL

    CONTE È IL MIGLIOR ALLENATORE DELLA STORIA DELLA SERIE A?

  • Simone Gambino: "Top 5 scolpita: Conte il vero specialista della Serie A"

    Ha vinto da favorito con Inter e Juventus, ha saputo imporsi anche da outsider con la stessa Juve, mettendo il muso davanti a un Milan più attrezzato nell’anno che ha aperto lo storico ciclo bianconero, ed ora con il Napoli, portando gli azzurri dal decimo posto al quarto tricolore della loro storia: nelle sue ultime sei stagioni in Italia, Antonio Conte ha vinto cinque Scudetti, chiudendo al secondo posto solo la sua prima annata in nerazzurro.

    Ed è l’unico della storia ad essere riuscito a vincere la Serie A con tre squadre diverse, traguardo raggiunto prima di lui solo da Capello ma non fissato negli annali per la vicenda Calciopoli. Trapattoni, Allegri, Capello, Lippi, Conte: la Top 5 è scolpita dall’albo d’oro: ma per la sua capacità di reinventarsi, di evolversi anche tatticamente, di entrare nella testa dei suoi calciatori e di convincerli a gettarsi tra le fiamme per la causa, non è esagerato considerare Antonio Conte il vero specialista della Serie A.

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  • Antonio Torrisi: "C’è una Serie A ‘avanti Antonio Conte’ e una ‘dopo Antonio Conte’: è già storico”

    "Però chi mi ha avuto, i miei calciatori, sanno chi è Antonio Conte. […] Sono antipatico perché vinco? Non è un problema mio. Do fastidio? Non è un problema mio": lo aveva detto 13 anni fa. Oh: 13 anni. TREDICI, e ancora stiamo parlando di Antonio Conte che vince uno Scudetto. Un altro, in un’altra piazza: ha aperto il ciclo Juventus, ha consacrato quello dell’Inter, forse ne ha avviato un altro al Napoli. I numeri sono impressionanti: 151 vittorie in 225 gare allenate in Serie A.

    Tolta la breve parentesi all’Atalanta, solo nella stagione 2019/20 non ha vinto lo Scudetto. Una roba impressionante. Dal suo arrivo sulla panchina dei bianconeri, nel 2011, è successo qualcosa nella storia del campionato italiano: uno squarcio importante. Un segno tra “avanti Antonio Conte” e “dopo Antonio Conte”, come l’arrivo di un messia che ha cambiato le regole del gioco.

    Simpatie e/o antipatie non importa: alla fine sì. Forse è antipatico perché vince, ma vince. Forse è fastidioso perché vince, ma vince. Vince: sa solo vincere: storico, iconico. Forse il più forte, per la sua capacità di portare qualsiasi tipo di squadra alla vittoria. Sarà il tempo a dirlo.

  • Marco Trombetta: "Sulla singola stagione è tra i migliori della storia, non solo in Serie A"

    Vengo, vinco, vado. Antonio Conte ha fatto negli anni del concetto di 'instant team' la sua religione. Viene preso e arriva per vincere subito, non è un allenatore da progetto e per come lavora sui calciatori, sulle loro teste e per l'intensità che ci mette, a lungo termine il suo effetto diventerebbe solo controproducente, portando al logoramento generale.

    Nella singola stagione, però, non ha rivali. Non solo nella storia della Serie A, ma in generale. Soprattutto per come riesce a ricostruire partendo praticamente dalle ceneri. Scudetto alla Juve al primo anno (con i bianconeri reduci da un 7° posto), Premier vinta col Chelsea alla prima stagione (i Blues erano arrivati decimi nel campionato precedente). Solo con l'Inter ci ha messo due anni, ma si è subito rifatto con gli interessi a Napoli, prendendo una squadra che l'anno prima aveva concluso il campionato al 10° posto.

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