Secondo Arrigo Sacchi, a pesare sulla sconfitta, e sugli infortuni, furono le partite disputate nella costa est degli Stati Uniti.
"Nei giorni precedenti non ci allenammo. Tutta colpa della prima parte del torneo giocata sulla costa est degli Stati Uniti. Caldo afoso, umidità al cento per cento, temperatura mai sotto i trenta gradi, si doveva dormire con l’aria condizionata. Io l’avevo spiegato ai dirigenti della Federcalcio che bisognava cercare di andare a giocare sulla costa ovest, perché il clima era migliore. Niente da fare: decisero i politici".
Giulio Andreotti, soprattutto.
"Volle che l’Italia fosse lì a est, dove c’era la più popolosa rappresentanza di emigrati. Matarrese, presidente della Federcalcio e democristiano della corrente andreottiana, non poté opporsi. Per farmi digerire la pillola mi dissero: "L’Italia avrà tanti tifosi a sostenerla". Successe che sei mesi prima gli emigrati comprarono i biglietti e poi, forse, li rivendettero perché alla prima partita contro l’Irlanda c’erano più irlandesi che italiani. In sostanza, pochi tifosi e tanto caldo. E, in più, molti giocatori infortunati".