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Francesco Rossi AtalantaGetty

Rossi simbolo dell'Atalanta: dai prestiti in Serie C alla prima storica finale europea

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Nuova data da cerchiare in rosso per i tifosi dell'Atalanta: il 22 maggio, a Dublino, la 'Dea' si giocherà la vittoria dell'Europa League nella finalissima contro i campioni di Germania del Bayer Leverkusen.

Un traguardo conquistato dopo anni di crescita inarrestabile che hanno visto i bergamaschi passare a una nuova dimensione, internazionale e d'élite: un percorso vissuto in ogni sua tappa da Francesco Rossi.

Il 33enne portiere ha assistito in prima persona alla ribalta atalantina, non solo sulla scena nazionale ma anche in quella europea: vero e proprio punto d'incontro, insomma, tra due ere completamente diverse tra loro.

  • DALLA PRIMAVERA ALLA PRIMA SQUADRA

    I primi veri assaggi di Atalanta si verificano nella stagione 2008/09, quando Rossi è l'estremo difensore titolare della Primavera atalantina: il trampolino di lancio per l'approdo in prima squadra.

    Rossi fa infatti parte dei convocati per la sfida sul campo dell'Inter del 24 aprile 2010, quasi al termine della stagione del ritorno in Serie A e conclusasi con un'amara retrocessione: piccola soddisfazione prima di una lunga serie di prestiti.

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  • I PRESTITI IN SERIE C

    Dopo un'altra stagione in Primavera, per Rossi si aprono le porte della Serie C: una categoria vissuta fino dicembre 2016 e sempre con la formula del prestito.

    Sei anni tra Lumezzane, Cuneo, Pavia, Lupa Roma, Prato e Teramo, prima del ritorno in pianta stabile a Bergamo in veste di terzo portiere.

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  • 6 PRESENZE IN 7 ANNI

    Lo status nella gerarchia di Gasperini obbliga Rossi, come prevedibile, ad accontentarsi di piccole occasioni per scendere in campo: ciò avviene sporadicamente, precisamente sei volte dal ritorno a Bergamo fino a oggi.

    Nella stagione in corso ha collezionato un gettone in Europa League subentrando a Carnesecchi nel finale del match vinto sul campo del Rakow in Polonia: un premio per la fedeltà mostrata in tutti questi anni, in cui Rossi ha preferito rimanere nel club del suo cuore sacrificando maggiori chance che altrove non sarebbero mancate.

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