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RomuloGetty/GOAL

Quando Romulo rifiutò il Mondiale con l'Italia: "Non mi sembrava giusto, non ero al 100%"

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"Oriundo? Non ho problemi. Mi sento italiano: il mio trisavolo veniva dalla zona di Venezia, e conosco abbastanza bene le parole dell’Inno. Ma della Nazionale parleremo al momento giusto".

E dunque parliamo di Rômulo Souza Orestes Caldeira, nato in Brasile ma con radici venete. La sua carriera da professionista si è svolta soprattutto in Italia, dopo aver lasciato Rio Grande do Sul e la sua Pelotas, città che non prende il nome dalla sfera/sfere utilizzate nel gioco del calcio, ma dalle zattere con cui venivano percorsi i fiumi secoli fa.

Romulo, invece, è stato trasportato nel mondo del calcio grazie alla tenacia nel rimanere ancorato a tale sogno, mostrando un mix tra ottima tecnica e fisicità, capacità di lasciare alle spalle gli avversari e scardinare pallone e sicurezze.

Un ragazzo esordiente nella verdeoro Serie A, con la Juventude (per la Juventus ci sarà tempo) a spalancar le porte della prima serie e l'immediata cessione nelle serie inferiori a rimandare la continuità a grandi livelli. Che siano brasiliani o italiani. Un ragazzo capace di dire no alla possibilità più importante sul pianeta calcistico: gioca un Mondiale.

  • LA CARRIERA ITALIANA

    Per un decennio, eccezion fatta per l'annata in cui ha seguito l'Hellas Verona in Serie B, Romulo è stato un volto noto della massima serie italiana, ottenendo elogi ed esperienze in varie città tra Nord e Centro.

    Sbarcato a Firenze, scelto dal Verona, venne prelevato dalla Juventus per un'unica stagione, prima di far ritorno all'ombra dell'Arena e proseguire con Genoa, Lazio e Brescia.

    Duttile. Eccome se duttile. Capace di farsi trovare pronto nell'improvviso cambio ruolo scelto ai tempi della seconda stagione viola e migliorato ai tempi del Verona, quello che lo porterà ad essere più decisivo in zona goal rispetto agli anni passati ed essere notato dalla Nazionale azzurra, guidata da Cesare Prandelli.

    Inizialmente esterno di centrocampo e terzino, l'incontro con Mandorlini a Verona lo porterà a ricoprire un ruolo da mezz'ala in cui mostrerà tutta la sua abilità, a 360 gradi: abilità nello stretto, aggiramenti allargandosi per poi entrare in area e sfruttare la chiusura del triangolo per segnare.

    Proprio a Verona, nel 2013/2014, Romulo farà registrare il numero più alto di reti in una sola stagione italiana, convincendo sia la Juventus di Antonio Conte, già nel suo periodo di rinascita post Calciopoli, sia l'Italia di Prandelli, alle prese con un Mondiale 2006 sempre più lontano.

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  • MONDIALI 2014

    Berlino, Beppe. 2006. L'Italia è Campione del Mondo, con una generazione leggendaria. Creature alate, fatate, capaci di riportare la Coppa a Roma ed entrare nella storia.

    Il mancato rinnovo, o comunque ridotto, del team e l'età avanzata dei vecchi eroi con poco ancora da dire, spezzerà il presente e in parte anche il futuro del movimento italiano, fallace nelle esperienze successive.

    Fuori da due Mondiali nel 2018 e nel 2022, la Nazionale lascerà presto le competizioni 2010 e 2014, con la vittoria di Euro 2020 e la finale del torneo persa contro la Spagna porteranno gioie nel continente, ma solo lacrime una volta superato ampiamente il fuso orario.

    Ad incappare nel secondo deludente Mondiale post Germania, dopo l'iniziale tonfo del Lippi bis nel 2010, sarà Cesare Prandelli, chiamato alla guida della Nazionale dopo le sue ottime esperienze nelle squadre di Serie A, prevalentemente alla Fiorentina.

    Un lungo cammino tra 2010 e 2014, con la già citata finale contro la Spagna ad Euro 2012, per costruire una squadra in grado di vincere, nuovamente, il Mondiale. Un team talentuoso ma capriccioso, nato tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 troppo indeciso. Fatto fuori già ai gironi, tra morsi e imprese in salta Costa Rica.

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  • Romulo VeronaGetty Images

    LA CHIAMATA

    Arrivato a Firenze due anni dopo il saluto di Prandelli, Romulo non avrà modo di conoscere il mister nella sua esperienza viola. Nessun contatto con il club, ma occhi vigili. Inizialmente come esterno, dunque come interno di centrocampo una volta approdato a Verona. Altra vecchia conoscenza di Cesare, in panchina.

    Prandelli ha già in squadra Thiago Motta, altro nativo brasiliano prelevato dalla federazione italiana come inneto di qualità e tecnica per il centrocampo, ma punta anche su Romulo.

    A 27 anni, dopo essere risultato tra i migliori della Serie A 2023/2014, Romulo ha tutti gli occhi addosso. La Juventus è pronta ad affondare il colpo, decisa a portarlo in bianconero (con cui vincerà lo Scudetto l'anno successivo), l'Italia a decisa a credere in lui.

    Nella lista dei giocatori da valutare per i Mondiali, c'è anche Romulo. Il centrocampista del Verona viene convocato a Coverciano insieme a svariati altri colleghi, con la possibilità di essere scelto per la spedizione brasiliana.

    Prandelli è subito convinto delle qualità di Romulo, nato in Brasile, con il cuore italiano, vicino al ritorno a casa con una maglia diversa da quella verdeoro. A cui non si è mai avvicinato.

  • COSCIENZA PULITA

    Proprio ad aprile, però, Romulo dovrà fare i conti con un problema muscolare che lo terrà fuori dai campi per diverse partite. Quelle a ridosso delle convocazioni per il Brasile e dal torneo previsto tra giugno e luglio.

    Prandell lo sceglie. Senti, c'è posto anche per te tra i 23, sei pronto? No. Romulo sa che potrebbe partire con Balotelli, Chiellini il resto della spedizione, tenendo la bocca chiusa. Ci tiene, però, tantissimo. Nato in Brasile, ma con il cuore italiano. Vuole che la Nazionale azzurra sia al massimo per poter vincere.

    “Il Ct 4/5 giorni fa mi ha chiamato dicendomi che sarei rientrato nei 23 della rosa" dirà Romulo. "Poi però mi ha chiesto come stavo fisicamente, e io con molta sincerità e con le lacrime agli occhi, gli ho detto che sapevo che la mia risposta mi sarebbe costata caro, mi sarebbe costato il mondiale.

    Non mi sembrava giusto, però, andare in Brasile al 70% al posto di qualcuno che stava bene al 100% ed è a completa disposizione a differenza mia.

    "Sono stato sincero, avrei potuto nascondere il dolore per quattro o cinque giorni, ma ho preferito dire la verità e avere la coscienza pulita. Sono comunque molto contento della mia scelta e so che tutto alla fine andrà bene. Ovviamente mi dispiace non partire per il Brasile e perdermi i mondiali, ma dicendo la verità sono tranquillo e fiducioso che accadranno altre cose buone per me”.

    Una rinuncia al Mondiale e un passaggio alla Juventus, con tanto di Scudetto. Karma per la sincerità mostrata? Forse. Fatto sta che Romulo non riuscirà più ad entrare nelle convocazioni dell'Italia, proseguendo la sua onesta carriera senza opportunità azzurre. Accettandolo.

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