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<a href="https://www.goal.com/it/notizie/riccardo-neri-e-alessio-ferramosca-la-tragedia-che-spezzo-il-sogno-delle-due-promesse-della-juventus/blt0c8d5f84b58897b7" target="_self">La tragedia di Riccardo Neri e Alessio Ferramosca ha segnato profondamente il mondo del calcio. </a>Entrambi facevano parte della squadra Berretti della Juventus, uno come portiere e l'altro come centrocampista. Giovani, talentuosi e con un futuro promettente, i due sognavano di calcare i grandi palcoscenici del calcio professionistico. Il 15 dicembre 2006, quei sogni si sono interrotti tragicamente.<script type="application/json" data-placement="fcplayer-semantic">{"type":"fcplayer-semantic","data":{"embedCode":"//cdn.fcp.codes/embed-code-template/embed-code-template.js#SEMANTIC_57669939-50bf-448a-a9cb-041fd4cc28d3"}}</script>A quasi 18 anni di distanza dalla tragedia, i genitori di Riccardo Neri - Franco e Claudia - hanno rilasciato un’intervista al Corriere della Sera.Il piccolo di casa inseguiva il sogno di prendere un giorno il posto di&nbsp;Buffon: “Chissà se ce l’avrebbe fatta”.

Riccardo Neri, la promessa della Juventus morto a Vinovo: "Sognava di diventare Buffon"

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Dopo un allenamento pomeridiano presso il centro sportivo di Vinovo, Riccardo e Alessio si erano fermati per recuperare alcuni palloni finiti fuori dal campo.Uno di loro si era spinto fino al laghetto artificiale presente nel complesso. In una dinamica fatale, uno dei due ragazzi scivolò sull'erba umida nei pressi dello specchio d'acqua. <a href="https://www.goal.com/it/notizie/riccardo-neri-e-alessio-ferramosca-la-tragedia-che-spezzo-il-sogno-delle-due-promesse-della-juventus/blt0c8d5f84b58897b7" target="_self">Nel tentativo di soccorrere il compagno, l'altro ragazzo è finito anch'egli nella vasca, profonda quattro metri e circondata da una rete di protezione alta poco più di un metro. </a>I due giovani andarono in ipotermia e persero conoscenza in breve tempo. La loro assenza fu notata solo un'ora dopo, quando un magazziniere, vedendo i loro indumenti ancora appesi, lanciò l’allarme. Le ricerche condotte da carabinieri e vigili del fuoco portarono al ritrovamento dei corpi dei ragazzi, ma nonostante i disperati tentativi di rianimazione, sia Riccardo che Alessio furono dichiarati morti in ospedale.La notizia scosse profondamente il club e il mondo del calcio italiano. La partita tra Juventus e Cesena, prevista quella sera, venne annullata in segno di lutto. Durante i funerali, celebrati nel Duomo di Torino, una folla di tifosi, amici e compagni di squadra si unì al dolore delle famiglie. Le società di calcio di tutta Italia resero omaggio ai due ragazzi, osservando un minuto di raccoglimento nei campi di Serie A e B.

LA TRAGEDIA A VINOVO 

“Quella settimana toccava a loro raccogliere tutto il materiale.&nbsp;Non avrebbero dovuto avvicinarsi a quel lago, ma c’era sempre chi glielo permetteva per evitarsi la fatica. Di solito bastava smuovere un po’ l’acqua per attirare il pallone a riva, ma in quei giorni avevano appena annaffiato e il livello dell’acqua si era abbassato di un paio di metri.&nbsp;Si suppone che uno dei due si sia sporto troppo, scivolando, e che l’altro si sia tuffato nel tentativo di salvarlo”.

COSA È SUCCESSO

“Al campo non c’era rimasto più nessuno. L’allenatore aveva male all’anca e si era diretto negli spogliatoi insieme al massaggiatore. Le luci erano state spente, qualche ora dopo la prima squadra avrebbe ospitato il Cesena e in molti si stavano dirigendo allo stadio.&nbsp;Dopo circa un’ora un compagno si rende conto che i vestiti di Riccardo e Alessio sono ancora appesi e dà l’allarme”.&nbsp;La vasca, interamente impermeabilizzata da un grosso telo di plastica, si è trasformata in una trappola mortale:&nbsp;“Una volta caduti lì, era impossibile uscirne.&nbsp;I sommozzatori fecero mettere a verbale che senza le scale dei pompieri neanche loro sarebbero riusciti a risalire”.

TRAPPOLA MORTALE

“Il medico che ha provato a rianimarlo non si è mai arreso. "Da genitore non potevo farlo mi ci sono quasi accanito”.Poco prima il rinvio di Juventus-Cesena,&nbsp;l’allora presidente della Juventus Cobolli Gigli chiama i genitori:&nbsp;“Ci fu una totale mancanza di tatto – ricorda Franco – "suo figlio è annegato in una pozza", mi disse. "Ma come annegato? Non è possibile, è anche un abile nuotatore", replicai pensando si trattasse di uno scherzo. Poi mi passò&nbsp;Ciro Ferrara, il responsabile del settore giovanile. Mi confermò tutto. Partimmo per Torino”.

LA TELEFONATA DI COBOLLI GIGLI

“La cameretta è esattamente come l’ha lasciata, con i poster di&nbsp;Frey, il suo idolo.&nbsp;È&nbsp;rimasto intatto anche il borsone della Juventus, così ci sembra di averlo più vicino.&nbsp;Dentro ci sono ancora tutte le sue cose tranne i guanti.&nbsp;Un paio sono sepolti con lui,&nbsp;un altro lo abbiamo dato a un suo caro amico”.&nbsp;

IL BORSONE INTATTO

La madre di Riccardo Neri prosegue il racconto:“Intorno al lago dovevano esserci degli appigli ogni tot metri, delle scalette di corda, degli pneumatici legati, o dei salvagenti. Invece non c’era niente.&nbsp;Come si fa a pensare che una vasca di 50 metri per 30, profonda 5 metri&nbsp;— cosa che nessuno sapeva&nbsp;— non rappresenti un pericolo in un centro sportivo dove si allenano 200 ragazzi?&nbsp;Pochi mesi prima, a settembre, ci caddero in due, ma l’acqua era a livello del terreno e riuscirono ad uscirne. Non sono i ragazzi a dover fiutare il pericolo, ma gli adulti a dover sentire il peso della responsabilità. Il club si era appena trasferito e gli era stato concesso del margine di tempo per sistemare tutto”. Il processo si è chiuso nel 2008 con quattro patteggiamenti e risarcimento alle famiglie: “Per carattere&nbsp;non abbiamo mai cercato lo scontro con la Juventus, non portiamo rancore. Ma, come mamma,&nbsp;non sento che sia stata fatta giustizia.&nbsp;Quello che abbiamo dentro lo sappiamo solo noi”.

"NON È STATA FATTA GIUSTIZIA"

Gli amici di Riccardo Neri e Alessio Ferramosca hanno dato vita ad un’associazione per ricordarli:“Dissero, "no, non può finire così". Da anni aiutiamo ragazzi alle prese con gravi patologie e collaboriamo a stretto contatto con altre fondazioni. All’ultima cena, malgrado siano passati 18 anni, c’erano ancora 270 persone. Con loro anche&nbsp;Spalletti, sempre presente,&nbsp;Antognoni, Valcareggi, Pessotto e Buffon.&nbsp;Gigi era lì quella maledetta sera. ‘Non si può dimenticare’, ha detto. Vorremmo che i loro nomi siano un monito per tutti coloro che lavorano con i ragazzi,&nbsp;per tutti coloro ai quali i genitori affidano il bene più prezioso che hanno. Mai abbassare la guardia, che nessun’altra famiglia debba vivere quello che stanno vivendo le nostre,&nbsp;le quali saranno per sempre legate da un destino che non si potrà mai sciogliere.&nbsp;Alessio lo abbiamo conosciuto solo all'obitorio, suo padre vive la nostra stessa tragedia, aggravata dalla perdita della madre, venuta a mancare qualche anno fa. Ci facciamo forza a vicenda”.

L’ASSOCIAZIONE

Riccardo Neri, la promessa della Juventus morto a Vinovo: "Sognava di diventare Buffon" | Goal.com Italia

Il ricordo dei genitori del 17enne, scomparso insieme ad Alessio Ferramosca il 15 dicembre del 2006: “Non abbiamo disfatto l&apos;ultimo borsone”.