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Theo Hernandez MilanGetty Images

Rendimento negativo e rinnovo lontano: perché Theo Hernandez è diventato uno dei sacrificabili del Milan

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Il Milan medita sul futuro di Theo Hernandez: a bocce ferme, il rischio che il francese saluti la Milano rossonera è decisamente elevato.

Colpa di una stagione orribile sotto tutti gli aspetti, contraddistinta da passi a vuoto in serie che hanno finito per compromettere obiettivi importanti: come la Champions League, sfumata anche a causa di un'ingenuità del classe 1997.


A gettare ulteriori nubi sul futuro c'è anche la trattativa per il rinnovo del contratto, lontana da una soluzione positiva: tutto, insomma, lascia pensare a una separazione tra il Milan ed Hernandez.

  • RENDIMENTO FLOP

    Fatta eccezione per qualche spunto degno di nota (la punizione vincente in finale di Supercoppa Italiana è uno di quelli), la stagione di Hernandez non è stata per nulla all'altezza delle aspettative, segnata da mille difficoltà che hanno privato il Milan della sua spinta costante sulla fascia sinistra come invece avveniva in passato.

    In termini di numeri sono arrivati 5 goal e 6 assist in tutte le competizioni, inficiati da una discontinuità di rendimento che spesso ha reso Hernandez un vero e proprio 'problema' per il Milan: tutt'altra musica rispetto al passato, quando era impensabile uno scenario così nefasto.

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  • PROBLEMI DISCIPLINARI

    Sulla stagione 2024/25 di Hernandez pesa in particolare l'episodio avvenuto nel ritorno del playoff di Champions League quando, già ammonito, si beccò il secondo giallo per simulazione da Marciniak nell'incontro pareggiato a San Siro contro il Feyenoord. Un'ingenuità che permise agli olandesi di riequilibrare il punteggio grazie al colpo di testa di Carranza, frutto della superiorità numerica in campo.

    Degna di menzione è anche la serata del 6 ottobre: Milan sconfitto al 'Franchi' dalla Fiorentina, con Hernandez alle prese con l'ennesima orribile serata. Rigore causato nel primo tempo per fallo su Dodò, prima dell'assist per il momentaneo 1-1 di Pulisic e della follia maturata dopo il triplice fischio: gli insulti all'arbitro gli valsero una squalifica di due giornate, peraltro con la fascia da capitano al braccio.

    Allora il tecnico rossonero era Paulo Fonseca, così come in occasione della terza giornata quando arrivò il pareggio sul campo della Lazio: quella gara è però ricordata per un motivo diverso, ovvero il cooling break da 'esclusi' rispetto al resto della squadra di Hernandez e Leao, entrati da pochi minuti e rimasti in disparte rispetto al resto dei compagni, lontani dalla panchina e dunque impossibilitati a ricevere indicazioni dallo staff tecnico.

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  • RINNOVO LONTANO

    Ad alimentare lo scenario della cessione estiva c'è anche e soprattutto il contratto in scadenza nel 2026 che, al momento, è lontano dall'essere rinnovato: la distanza tra domanda e offerta resta ancora ampia, ragion per cui tutto lascia credere che tra qualche settimana possa maturare l'addio.

    Il rischio lato Milan, infatti, è di perdere a zero un giocatore che, al netto di una stagione nettamente insufficiente, resta comunque un patrimonio importante del club: a meno di un rinnovo a cui, ad oggi, è difficile pensare in termini positivi.

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  • LA DIFFERENZA CON MAIGNAN E LEAO

    Hernandez, insomma, è uno dei sacrificabili del Milan sull'altare del calciomercato: a differenza di Mike Maignan e Rafael Leao, su cui il nuovo allenatore Massimiliano Allegri sembra intenzionato a puntare.

    Peraltro anche il contratto del portiere è in scadenza tra poco più di un anno: in questo caso, però, le premesse per un rinnovo sembrano esserci tutte, a differenza del terzino che potrebbe aver disputato l'ultima stagione con addosso la maglia del Milan.

    Ma dove giocherebbe Hernandez? Nel recente passato è stato confermato il clamoroso tentativo del Como, opzione che però difficilmente tornerà in auge: più probabile un trasferimento all'estero, magari in quell'Arabia Saudita che ha già accolto tanti giocatori di livello assoluto.

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