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Abodi CalcagnoGetty

Il Governo proroga il Decreto Crescita, l'AIC non ci sta e scrive ad Abodi: "Tuteliamo il talento italiano"

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Il calciomercato è salvo, o quasi: con Decreto Milleproroghe il Governo italiano praticamente "tiene in vita" il Decreto Crescita, rimandandone l'abolizione.

Questo, almeno, prevede la bozza che verrà discussa in Consiglio dei Ministri nella giornata del 28 dicembre e che potrebbe, di conseguenza, finire in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni.

Il Governo, nelle figure del ministro per lo Sport Andrea Abodi e del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, avrebbe deciso di prorogare l'abolizione originariamente prevista per l'1 gennaio 2024.

  • COS'È IL DECRETO CRESCITA

    Entrato in vigore nel gennaio del 2020, ma con diverse modifiche subite nel corso degli anni, il Decreto Crescita è una misura governativa prevista nel 2019 e che rientra nelle azioni finalizzate alla ripresa della crescita economica e degli investimenti in Italia.

    Tutto ciò, originariamente, per favorire l'arrivo in Italia di lavoratori (italiani o stranieri) residenti all'estero attraverso un regime fiscale agevolato, in termini poco tecnici.

    Nel calcio, questo si traduce in una serie di effetti che hanno cambiato gli scenari legati agli stipendi dei calciatori: i club italiani, così, hanno potuto offrire ingaggi più competitivi ai giocatori più importanti.



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  • DECRETO CRESCITA PROROGATO

    Già da diversi mesi si discute in relazione all'abolizione del Decreto Crescita, con i rappresentanti dei club italiani che si sono più volte opposti alla decisione del Governo di sospenderlo.

    Lo stesso Decreto Crescita, come detto, è destinato a essere inserito nel Decreto MIlleproroghe, prolungando la sua esistenza fino al 29 febbraio del 2024. Due mesi, insomma, che nel calcio possono significare tanto, soprattutto in termini di calciomercato, con un piccolo appunto presente nel testo: "se le società sportive datrici di lavoro risultano in regola con il pagamento degli obblighi fiscali contributivi e previdenziali".

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  • CALCIOMERCATO SALVO?

    La proroga del Decreto Crescita permetterà, quindi, ai club italiani di sfruttarne tutti i vantaggi dal punto di vista fiscale per la sessione di calciomercato di gennaio.

    L'intenzione originaria del ministro Abodi, riportata da La Gazzetta dello Sport, in verità prevedeva una proroga fino a luglio, in modo tale da "salvare" parte del mercato estivo: per adesso, comunque, si resta con la data fissata alla fine di febbraio 2024.

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  • LA NOTA DELL'AIC CONTRO IL DECRETO CRESCITA

    Non tutti, però, sono d'accordo con il Decreto Crescita nel calcio: tra le tesi portate avanti contro tale misura c'è quella che riguarda il pericolo di una mancata valorizzazione del "prodotto calcistico italiano", soprattutto in relazione ai settori giovanili.

    L'Associazione Italiana Calciatori, ad esempio, dopo la notizia della proroga del Decreto Crescita si è schierata scontro la mossa del Governo, scrivendo una lettera indirizzata ad Abodi e Giorgetti.

    "Il Presidente dell'Associazione Italiana CalciatoriUmberto Calcagnoha inviato una lettera al Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al Viceministro Leo e al Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, per ribadire il no alla proroga del Decreto Crescita che è stato abrogato a partire dal 1 gennaio 2024."Le ragioni del nostro no sono legate non certo ad interessi economici, bensì alla necessità di tutelare il talento e il patrimonio sportivo rappresentato dai calciatori italiani. Ai ministri abbiamo trasmesso un nostro report che fotografa l’attuale presenza di calciatori italiani e stranieri in Serie A. C'è un dato allarmante che emerge negli atleti Under 21 con una percentuale di impiego più alta per i calciatori stranieri rispetto ai ragazzi italiani e, in alcuni casi, ci troviamo di fronte a squadre composte addirittura per il 90% solo da calciatori stranieri. Noi crediamo che solo invertendo questo trend e ristabilendo una parità competitiva tra atleti italiani e stranieri potremmo crescere come sistema, soprattutto in funzione della nostra Nazionale".

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