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Prima di Kvaratskhelia c'era Mchedlidze: dai goal a San Siro al ritiro a 33 anni

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L'impatto di Khvicha Kvaratskhelia sul pianeta Serie A è stato semplicemente devastante. Il classe 2001, al suo primo anno in Italia con il Napoli, è diventato in pochissimo tempo un pilastro della squadra azzurra.

Prima di lui, però, c'è stato un altro attaccante georgiano che si è affacciato - con risultati ben differenti - sulla vetrina del massimo torneo Nazionale. Roba di 15 anni fa quando nel 2008 il nostro campionato accolse Levan Mchedlidze.

  • IN ITALIA A 16 ANNI: DALL'EMPOLI AL PALERMO

    Nato a Tblisi - e cresciuto calcisticamente nel Dila Gori - arriva in Italia a soli 16 anni. A puntare su di lui è l'Empoli che nel 2006 gli schiude le porte del settore giovanile.

    Dopo un solo anno nella formazione Primavera di Ettore Donati, viene aggregato alla prima squadra all'epoca allenata da Luigi Cagni, ma di spazio per mettersi in mostra ce n'è davvero poco. Va a finire che l'estate del 2008 è già quella dei saluti: Mchedlidze lascia l'Empoli che l'aveva portato in Italia e si accorda con il Palermo che lo acquista con la formula del prestito oneroso a 1.5 milioni, a cui si aggiunge un'opzione di riscatto fissata a 6 milioni.

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  • DAL GOAL ALLA JUVE ALLA ROTTURA COI ROSANERO

    Esordisce in Serie A il 24 settembre nel match perso contro il Napoli, ma dieci giorni più tardi vive probabilmente uno dei momenti più alti della sua avventura a tinte tricolore: schierato nel finale del match giocato all'Olimpico di Torino contro la Juventus, il georgiano segna la rete del clamoroso 2-1 rosanero, nonché la prima assoluta in A.

    "Sono molto felice ed emozionato - le sua parole a 'ilpalermocalcio.it' -, felice per questo primo goal e per l'importante vittoria che il Palermo ha conquistato a casa di una delle più forti squadre del campionato.
    Ringrazio il presidente per le belle parole e lo ringrazio per avermi portato a Palermo. Spero di migliorare nel tempo. Voglio pubblicamente ringraziare il mister ed i miei compagni di squadra che mi hanno aiutato tantissimo quando sono entrato nel corso della ripresa. Sono stati tutti eccezionali e grazie a loro mi sono inserito pian piano in partita. Il loro abbraccio dopo il goal è stato emozionante".

    Il primo squillo in Serie A segnato alla Juve e a Buffon, sembra essere la trama perfetta di una storia che promette meraviglie, ma l'idillio tra il classe 1990 e il club palermitano è destinato ad esaurirsi a stretto giro di posta. In quella prima stagione, il goal a Torino rimarrà l'unico di un'annata in cui gioca soltanto una manciata di partite e a fine anno il Palermo non esercita il riscatto, ma trova gli argomenti giusti per convincere l'Empoli a prolungare di un altro anno il prestito.

    Col senno di poi, una decisione lungimirante. Alle porte della stagione 2009/2010, Mchedlidze trova inizialmente spazio con Zenga in panchina, ma quando l'ex portiere dell'Inter viene esonerato, al suo posto arriva Delio Rossi e il giocattolo si rompe. E sotto Natale, ecco servita la clamorosa rottura: al rientro dalla sosta natalizia tutti i giocatori del Palermo si radunano per preparare la seconda metà di stagione. Tutti, sì, tranne uno: Mchedlidze.

    L'attaccante georgiano, deluso dallo scarso impiego, non si presenta alla ripresa degli allenamenti e rimane in Georgia con la propria famiglia scatenando la reazione furente del direttore sportivo Walter Sabatini:

    "Mchedlidze non merita il Palermo e a questo punto non fa più parte del nostro progetto tecnico. Il suo è un comportamento stupido e inaccettabile, quello che fa non ci interessa più. Il ragazzo ha ritenuto di non rispettare le indicazioni della società e rimanere a casa sua dopo le festività. Per il momento non sappiamo quando ha intenzione di tornare", le parole del dirigente al 'Corriere dello Sport'.

    Sabatini, intervistato anche da 'Gr Sicilia', rincara poi la dose:

    "Il georgiano afferma che Rossi gli ha detto che non gli serviva ai fini del nostro progetto? Da un punto di vista societario mi sembra inutile rispondere, Levan è stato zitto per 60 giorni e forse avrebbe fatto meglio a continuare a stare zitto.
    Non mi sembrano proprio dichiarazioni tipiche del lessico del nostro tecnico. Forse è il più grande fallimento della mia vita, dal punto di vista umano e tecnico, perché credevo questo ragazzo potesse arrivare ai massimi livelli nel calcio e invece credo non arriverà da nessuna parte".

    In altre parole, frattura totale. Insanabile. Mchedlidze chiude quella stagione con appena due presenze e con una rescissione che matura addirittura nel mese di aprile. Sipario.

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  • mchedlidze (1)Getty Images

    I 9 ANNI ALL'EMPOLI

    Tocca dunque all'Empoli offrirgli un'altra possibilità. In toscana riparte dalla Serie B e nelle prime tre stagioni viene impiegato con una buona regolarità, ma la sua vena realizzativa continua a stentare: ad Empoli segna appena 5 goal nei primi tre anni.

    Alla quarta annata in B (la 2013/14) arriva finalmente la tanto attesa promozione in A, unita ad un piccolo (per non dire piccolissimo) miglioramento in zona goal con 4 centri complessivi tra campionato e Coppa Italia.

    Nella stagione 2014/15 riprende in mano il filo di un discorso accantonato sette anni prima e torna a giocare in Serie A. Al primo colpo fissa il suo personale best segnando 4 goal in 25 gare di campionato e l'Empoli si salva. All'ultima giornata, però, si toglie la grande soddisfazione di andare in goal a San Siro segnando una doppietta nel pirotecnico match che l'Inter si aggiudica riesce comunque a vincere 4-3.

    L'annata successiva, invece, è un autentico incubo: un problema ai tendini del ginocchio lo costringe ai box per ben 4 mesi - da settembre a gennaio - condizionando in maniera evidente il suo rendimento: gioca solamente 13 partite - di cui due da titolare - chiudendo con un desolante zero alla voce goal realizzati.

    Il 17 dicembre 2016, con la doppietta al Cagliari, torna a segnare dopo un anno e mezzo di digiuno, inaugurando il suo miglior campionato di Serie A che si concluderà con 6 centri in 15 apparizioni. Il più significativo rimarrà quello realizzato a San Siro contro il Milan, decisivo ai fini del successo toscano in quel di Milano. Soddisfazioni effimere perché a fine anno l'Empoli non riesce a scongiurare una nuova retrocessione in B che, per Mchedlidze, coincide con l'imbocco della discesa.

    Quello ai rossoneri è destinato a rimanere il suo ultimo goal italiano: nell'anno di B non scende mai in campo a causa di infortunio al ginocchio che l'aveva portato a considerare l'idea del ritiro dal calcio:

    "Devo ammettere che in alcuni frangenti ho anche pensato di smettere e di dire basta con il calcio giocato", ha dichiarato nel 2017 a 'Il Tirreno'.

    A seguire, 11 presenze nell'anno del ritorno in A dell'Empoli prima dell'addio, consumatosi dopo ben 9 stagioni spese all'ombra del Castellani. Poco meno di un decennio intriso di pochi lampi e tante ombre, a condire il percorso di un attaccante che non è quasi mai stato in grado di mantenere fede alle enormi speranze riposte su di lui.

  • DAL RITORNO IN GEORGIA AL RITIRO

    Dopo l'addio ai toscani nel settembre del 2019, è tornato in patria per vestire le maglia della Dinamo Batumi, della Dinamo Tbilisi e del Torpedo Kutaisi. Soddisfazioni? Poche, anche in questo caso.

    A certificare un tramonto sbiadito, è il ritiro forzato a 33 anni dopo essere rimasto senza squadra.

    "Mi ci è voluto quasi un anno per rendermene conto. Devo dire addio ad uno sport fantastico... Per problemi fisici. Sono molto grato a tutte le persone che mi sono state accanto in questo periodo. Un ringraziamento speciale all’Empoli, che ha contribuito moltissimo alla mia carriera e mi è stato accanto fin dal primo giorno".

    "Vorrei anche ringraziare la Georgia: ogni partita giocata con la maglia della Nazionale è stata motivo di orgoglio per me! Grazie anche al Palermo, alla Dinamo Tbilisi, alla Dinamo Batumi e al Torpedo Kutaisi".

    "Cari giovani, date tutto a questo sport affinché possiate giocare il più a lungo possibile e godiate di queste sensazioni indimenticabili!".

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