Perché la Juventus starebbe pensando a Xavi? DNA vincente e punti di contatto con Thiago Motta

Il DNA di Xavi, attenendosi meramente a numeri e bacheca, non si può far altro che considerarlo vincente. Le imprese compiute con gli scarpini ai piedi d'altronde parlano da sé, vedi la modalità 'pigliatutto' innescata dall'ex fuoriclasse del centrocampo con le due maglie che hanno reso dorata una carriera da giocatore con pochi eguali: quelle del Barcellona e della Nazionale spagnola.

Per uno cresciuto a ritmo di tiki-taka, allenato da Pep Guardiola e con una tecnica come quella sfoderata da ragazzino fino al giorno del ritiro, abbinando cotanto talento ad un'intelligenza calcistica a 5 stelle ne può venir fuori solo un profilo da predestinato.

È stato così sul prato verde e l'iberico spera che lo stesso avverrà anche nella carriera 2.0 intrapresa seduto in panchina, ancora 'fresca' ma già foriera di soddisfazioni e titoli utili ad arricchire il suo super curriculum del passato (6 Coppe del Qatar con l'Al-Sadd; una Liga e una Supercoppa di Spagna in Catalogna).

Inoltre, come spesso il mondo del pallone ci ha insegnato, spesso e volentieri esiste un filo conduttore in qualsivoglia scelta/ipotesi/suggestione: è così anche nel caso di Xavi alla Juve, poiché parliamo di un ex compagno di squadra di Thiago Motta ai tempi del Barça.

I due hanno condiviso lo spogliatoio blaugrana dal 1999 al 2007, impreziosendo i rispettivi percorsi - all'epoca accomunati dalla stessa camiseta - inanellando 'tituli' su 'tituli'.

E adesso? Immaginare che i due potrebbero passarsi il testimone al timone della Juve risulta paradossale, inatteso e clamoroso.

Essendosi formati nella stessa scuola, nozioni, ideali e filosofie appaiono inevitabilmente similari. Sia Xavi che Motta amano far giocare a calcio le proprie squadre ed offendere, prediligendo il palleggio all'insegna di movimenti tesi a rendere liquidi e moderni i rispettivi 'credo' tattici.

Thiago lo abbiamo apprezzato a più riprese tra Spezia e Bologna, con l'uomo scelto da Cristiano Giuntoli per guidare il restyling totale di Madama impegnato fin dall'estate a trasmettere tali concetti anche a Vlahovic e compagni: al momento con risultati poco soddisfacenti, tra le cui insenature però in più di un'occasione si è vista la mano di chi muove i fili dalla panchina.

Agli esordi da allenatore, ovvero una volta nominato tecnico dell'Al-Sadd, Xavi in Qatar ha utilizzato il 4-2-3-1. Poi, materializzatosi l'ambiziosa e romantica reunion col Barcellona, ha compiuto un tuffo nel passato, cavalcando quel 4-3-3 marchio di fabbrica indelebile degli anni d'oro blaugrana.

Moderno, dicevamo: sì, perché nel corso del biennio e mezzo vissuto al timone dei catalani l'ex centrocampista ha saputo anche ribaltare gli scenari, proponendo in più di un'occasione una difesa a 3 ed un resto dell'11 spiccatamente offensivo, caratterizzato dalla presenza di 4 calciatori d'attacco e mezzali di qualità.

L'identikit di Xavi, dunque, in attesa di capire se lo scoop lanciato da 'L'Equipe' prenderà quota e se la posizione di Motta diventerà davvero a rischio, ha tutti i crismi per essere eventualmente definito in linea col progetto Juve.