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Nasser Al-Khelaifi Kylian Mbappe PSG HIC 16:9Getty

Perché Kylian Mbappé dovrebbe rimanere al PSG dopo il flop? Il progetto 'imperfetto' di Al-Khelaifi

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È arrivato il momento di buttar via il progetto del PSG e ripartire da zero? Di sicuro si è a metà strada, perché dopo l'eliminazione contro il Bayern Monaco l'intero piano sportivo trema.

Quest'anno, la stagione in Champions League del PSG si è conclusa con le critiche: non ci sono state scuse per Nasser Al-Khelaifi per prendersela con l'arbitro, visto che non c'è stata alcuna decisione controversa. Neanche una resa significativa.

Il PSG è stato semplicemente battuto da una squadra migliore (sottolineiamo "squadra"): e ciò significa che non si può scappare a un altro processo. Perché le cose dovevano essere diverse quest'anno.

All'inizio di questa stagione, Christophe Galtier ha sostenuto che il nuovo progetto del PSG non andava giudicato solo dai risultati in Champions League: ma come si può? E' stato lo stesso Al-Khelaifi a dire a L'Equipe che l'obiettivo era quello di vincere la Champions entro 4 anni, nel 2014.

Stando a queste parole, quindi, il progetto sportivo portato avanti dalle parti del Parc des Princes non può che essere considerato un fallimento umiliante.

  • La finale dei Mondiali da sogno

    Si potrebbe, naturalmente, sostenere che l'acquisto del PSG è stato probabilmente un successo maggiore di quanto i proprietari del Qatar del club avrebbero potuto aspettarsi, ma solo dal punto di vista commerciale e di marketing.

    Proprio lo scorso dicembre, gli occhi del mondo sportivo erano puntati su Lusail, con due giocatori del PSG che si sono sfidati nella finale di Coppa del Mondo più drammatica mai disputata.

    Si potrebbe dire che non si può comprare una "vetrina" del genere, ma chiaramente si può: il Qatar lo ha fatto, e con grande risultato.

    Tuttavia, Lionel Messi e Kylian Mbappé non sono riusciti a entrare in sintonia per portate il PSG alla gloria in Champions League in questa stagione: nonostante la loro qualità individuale, non sono neanche riusciti a portarlo ai quarti di finale.

    Per la quarta volta in sei anni da quando Mbappé è entrato a far parte del PSG – nella stessa estate in cui il club ha battuto il record per ingaggiare Neymar, nel 2017 – la squadra francese è stata eliminata agli ottavi.

    Ed è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che le cose non si siano mosse nella direzione corretta dalla sconfitta contro il Bayern Monaco, in finale nel 2020.

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  • Nasser Al-Khelaifi, Lionel MessiGetty

    Ingaggiare stelle 'come un bimbo viziato'

    La speranza era che Messi si sarebbe rivelato l'anello mancante, ma anche se sta mettendo in campo un rendimento costante dopo un primo anno difficile in Francia, la falla nel progetto del PSG è venuta fuori.

    Come ha sottolineato il Collectif UltraParis dopo l'eliminazione della scorsa stagione agli ottavi, "questo è un club che mette dentro stelle come un bambino viziato, senza preoccuparsi di un piano sportivo coerente. Sogna così in grande che sembra che per lui la stagione inizi a febbraio, disprezzando i trofei nazionali".

    L'ormai consueta eliminazione dalla Champions League è, quindi, un disastro creato dal PSG, con il club che crea anche una disconnessione con i propri tifosi, tant'è che molti non hanno neanche festeggiato il successo del titolo di Ligue 1 della scorsa stagione.

    Dopo le richieste degli ultras di dimettersi meno di un anno fa, Al-Khelaifi ha apportato cambiamenti radicali nel finale di stagione, esonerando Leonardo e Mauricio Pochettino dai ruoli di direttore sportivo e allenatore, proprio mentre offriva un contratto e un margine d'azione senza precedenti a Mbappé.

    "Vogliamo aprire una nuova era al PSG", ha spiegato alla CNN lo scorso maggio: "Creare un nuovo progetto".

    Sfortunatamente per Al-Khelaifi e il suo staff, questo nuovo progetto sta portando agli stessi vecchi risultati.

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  • Kylian Mbappe sits Bayern Munich PSG Champions League 2022-23Getty

    Mbappé alla base dell'intero progetto

    Il PSG ha ancora una rosa squilibrata e una squadra di alto livello, tant'è che è stato sostenuto che il recente infortunio di Neymar sia stato una "benedizione" per Galtier, l'ultimo allenatore a cui è stato affidato il non invidiabile compito di provare a vincere la Champions League con con una squadra con tre attaccanti non disposti, o incapaci, a pressare o intercettar palla.

    C'è da meravigliarsi, quindi, se il PSG è così fragile? Non è certo una coincidenza che abbiano salutato la Champions League senza essere riusciti a mantenere un solo clean sheet in tutta la competizione.

    Naturalmente, l'infortunio di Neymar rischia di significare non solo la fine della sua stagione, ma anche il suo periodo di sei anni a Parigi. Messi sta ancora rimuginando sul suo futuro e per quanto riguarda Mbappé, beh, è l'unica cosa che ora tiene insieme il progetto PSG.

    Se decide di averne abbastanza, sarà davvero così. Al-Khelaifi ha fatto di Mbappé il "fondamento" del futuro del club, il che significa che se l'attaccante se ne va, l'intero castello di carte crollerà.

    Mbappé ha insistito sul fatto che il suo futuro non era legato al successo o meno in Champions League, ma quale altra motivazione ha per rimanere al PSG?

    È già diventato il miglior marcatore del club: l'obiettivo, come lui stesso ha ammesso, è quello di portare il PSG alla prima Coppa dei Campioni. Avrebbe un significato diverso che farlo altrove.

    Ma è davvero possibile sotto l'attuale gestione, o almeno finché continuano a ingaggiare stelle piuttosto che giocatori adatti a un particolare sistema?

  • Il sinonimo di fallimento in Champions League

    Gli ultras hanno concluso l'anno scorso che "Al-Khelaifi non è l'uomo giusto" ed è improbabile che la loro opinione sia cambiata dopo la sua ultima battuta d'arresto – proprio perché poco è cambiato.

    Il leader del PSG ha dichiarato che il suo unico obiettivo in vista dell'attuale stagione era che la squadra fosse "più forte della scorsa stagione". Ma non ci è riuscito.

    Il PSG è stato eliminato ancora una volta agli ottavi, e l'aspetto più scioccante della loro ultima sconfitta è che non è affatto sorprendente.

    Quelle sconfitte sono ormai probabilmente previste in questa fase, quasi inevitabili: il PSG è un club diventato sinonimo non solo di superstar, ma anche di fallimento in Champions League.

    E, a differenza di tanti altri club, non è che si possa parlare di una mancanza di investimenti: le loro performance deludenti non riguardano la mancanza di fondi, ma il modo in cui sono stati spesi.

    Dite quello che volete del Manchester City e delle loro difficoltà in Champions League, ma i loro proprietari hanno investito in maniera saggia e raccolto i frutti di un approccio implementato più di 10 anni fa.

    Il PSG, al contrario, sembra ancora giocare al Fantacalcio quando si tratta di giocatori da ingaggiare.

    I tifosi sono chiaramente frustrati dall'ossessione per i giocatori Top, in particolare perché hanno finito per bloccare il percorso che porta dall'Academy alla prima squadra, come sottolineato dalla presenza di Kingsley Coman nel Bayern, mercoledì sera.

    El Chadaille Bitshiabu e Warren Zaire-Emery sono subentrati dalla panchina del PSG, ma un cinico potrebbe sostenere che la loro presenza deve tanto ai buchi creati dall'approccio sbagliato del club nella costruzione della squadra quanto, al contrario, al talento prodigioso della coppia.

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  • Nasser Al-Khelaifi PSGGetty Images

    Ad Al-Khelaifi non rimane nessuno da incolpare

    Dopo la sconfitta dello scorso anno contro il Real Madrid, Leonardo ha sostenuto che non c'era bisogno per il PSG di "gettare tutto nella spazzatura e ricominciare da zero dopo ogni sconfitta", e questo è giusto.

    Ma perché il club si aspetta di ottenere risultati diversi quando continua a fare la stessa cosa più e più volte? Il loro approccio sbilanciato legato all'ingaggio di giocatori e alla nomina di allenatori chiaramente non funziona.

    Quando è stato fatto notare a Unai Emery in un'intervista a L'Equipe che si trovava tra gli ex allenatori del PSG (Carlo Ancelotti e Thomas Tuchel) che avevano raggiunto i quarti di finale nella scorsa stagione di Champions League (con il Villarreal), ha risposto: "Questo significa che sono tutti ottimi allenatori. Se non ce l'hanno fatta con il PSG, è perché c'è qualcos'altro...".

    Qualcosa di sbagliato, essenzialmente: qualcosa di marcio nel cuore stesso del club. Nove anni dopo aver promesso un trionfo in Champions League entro il 2018, Al-Khelaifi sta ancora cercando di risolvere il problema alla radice.

    Nella sua sempre più disperata ricerca di soluzioni negli ultimi cinque anni, ha addossato la colpa ad allenatori, direttori sportivi e persino arbitri. Dopo quest'ultimo imbarazzo europeo, forse è ora che guardi un po' più in casa sua...