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Dovbyk Roma prima maglia Serie AGetty Images

Perché Dovbyk non è mai certo di restare a Roma: tra le voci su Milan e Napoli e il pensiero di Gasperini

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19 agosto, meno di due settimane alla fine della finestra estiva. Eppure, mentre gli allenatori gradirebbero avere una rosa già completa alle proprie dipendenze, è proprio questo il periodo del mercato che rischia di proporre le sorprese più grosse.

Nemmeno Artem Dovbyk è completamente al sicuro. Il nome del centravanti della Roma è chiacchierato sul mercato in maniera costante, a volte anche stucchevole, praticamente sin da quando si è aperta la finestra dei trasferimenti. Se non da prima. Se non, addirittura, dalla fine della scorsa stagione.

Voci e indiscrezioni non si sono spente con il trascorrere delle settimane. Anzi: Dovbyk è accostato un giorno qui, un giorno lì. Con quella netta sensazione che qualcosa possa davvero accadere da qui al 1° settembre, giorno in cui suonerà ufficialmente il gong e i club si daranno appuntamento a gennaio.

Ma perché il Pichichi della stagione di Liga 2023/2024 può lasciare la Roma? Perché non è mai diventato un vero e proprio punto fisso dei giallorossi, nonostante l'entusiasmo generato dal suo arrivo dal Girona, storia ormai di un anno fa?

  • Ranieri DovbykGetty Images

    UN RENDIMENTO ALTALENANTE

    Poco da fare: Dovbyk non ha ripetuto a Roma le grandi cose fatte e messe in mostra in Spagna. I numeri da questo di vista sono impietosi: il mancino ucraino è passato dai 24 goal e 8 assist del 2023/2024 ai 12 goal e 3 assist del 2024/2025. In pratica, ha segnato esattamente la metà in campionato.

    Se è vero che un attaccante non si giudica solo da quanto segna, insomma, è vero anche che questi non sono numeri da sottovalutare. Soprattutto se inseriti nel contesto di un rendimento complessivo che ha visto Dovbyk viaggiare a corrente alternata, soffrire all'inizio come tutta la Roma, segnare qualche rete da tre punti (non poche, a dire il vero) da gennaio in poi ma anche vedersi soffiare il posto da Shomurodov, uno che in inverno doveva andare al Venezia.

    Dovbyk, insomma, non è ancora riuscito a prendersi pienamente la Roma. A giustificare i 36 milioni spesi dalla Roma e il quinquennale firmato nell'estate del 2024. Anche e soprattutto dal punto di vista tecnico, l'ucraino è apparso a volte spaesato e poco in linea con il resto della squadra, anche da quando in plancia di comando è arrivato Claudio Ranieri.

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  • UN PRECAMPIONATO SOFFERTO

    La situazione non è migliorata nel precampionato disputato dalla Roma. Dovbyk si è rivelato uno degli elementi che maggiormente hanno faticato a entrare in condizione, il che in effetti potrebbe essere giustificato anche dalla sua struttura fisica.

    Per dire: Dovbyk, entrato tra primo e secondo tempo, non ha fatto moltissimo sabato scorso contro il Neom. Anche se nessuno ha fatto moltissimo, a dire il vero, in una ripresa ben al di sotto dei livelli del primo tempo. L'ex Girona aveva fatto fatica anche contro l'Everton, in netto contrasto con la prestazione da top di Matias Soulé, la stella dell'estate giallorossa.

    L'arrivo dal Brighton di Evan Ferguson, subito in palla e a segno anche contro il Neom, ha fatto il resto. Il livello di concorrenza è aumentato ed è stata piazzata ulteriore pressione sulle spalle di un calciatore sempre costretto a dimostrare parecchio.

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  • Gasperini Roma Serie AGetty Images

    NON PIACE A GASPERINI?

    Lo stesso Gian Piero Gasperini, uno che notoriamente ha ben pochi peli sulla lingua e non si fa problemi nel dire pane al pane e vino al vino, parlando di Dovbyk ne ha sottolineato un certo tipo di lacune: tattiche, ma anche tecniche. Lacune da migliorare necessariamente per poter essere lui il centravanti titolare della Roma nella stagione che sta per prendere il via.

    "Dovbyk è stato pagato una bella cifra perché aveva fatto molto bene in Spagna - ha detto all'inizio di agosto il nuovo allenatore giallorosso - Tutto sommato ha fatto i suoi goal anche al primo anno in Italia. È un centravanti di valore. Siamo qui per migliorare le sue lacune. Le vedete anche voi. Sul piano tecnico, ma anche sugli smarcamenti e sui movimenti. Alla fine sono quelli che determinano la capacità di entrare nel gioco, oppure di essere troppo in anticipo o troppo in ritardo. Funziona come nella musica: o sei stonato o hai il tempo giusto".

    Parole, quelle di Gasperini, che sembrano sottolineare uno scarso feeling con Dovbyk. Il che, in effetti, è stato un discreto argomento di discussione sin da quando l'ex tecnico dell'Atalanta è arrivato nella Capitale. Anche se lui stesso, qualche giorno più tardi, ha provveduto a mettere qualche puntino sulle i dopo l'amichevole vinta in casa dell'Everton.

    "A volte leggo che a me Dovbyk non piace, ma non scrivete mai queste cose perché io non l'ho mai detto. A me piacciono tutti i giocatori della Roma e finché sono qui io darò il massimo per lavorarci. Mi hanno dato un'applicazione straordinaria, si allenano benissimo e per me è un segnale più che sufficiente. Le prestazioni giudicatele voi".

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  • TRA MILAN E NAPOLI

    E così, ecco spiegate le costanti voci di mercato che stanno coinvolgendo Dovbyk. Ed ecco perché l'ucraino potrebbe davvero lasciare la Roma entro l'inizio di settembre, magari per rimanere a giocare nel nostro campionato.

    Se qualche tempo fa si era parlato di Turchia o Premier League come delle sue possibili destinazioni, ecco che negli ultimi giorni è spuntata più di un'opzione nostrana. Due, in particolare: una porta a Napoli, l'altra a Milano. Sulla sponda rossonera del Naviglio.

    Il Napoli è alla ricerca di un nuovo attaccante, una soluzione d'emergenza dopo l'infortunio che terrà Romelu Lukaku lontano dai campi per la prima parte della stagione. Il Milan, semplicemente, oltre a Gimenez altre punte vere non ne ha. Precisazione: Dovbyk non avrebbe il posto da titolare assicurato né da Conte né da Allegri, specialmente - nel primo caso - dopo il rientro a pieno regime di Lukaku.

    Il problema è che il posto assicurato, Dovbyk, in questo momento non ce l'ha neppure a Roma. Perché Ferguson scalpita, innanzitutto. E poi perché su di lui c'è l'ombra di Nikola Krstovic, centravanti del Lecce, sul quale è forte soprattutto l'Atalanta. Un incastro possibile, forse non semplice, ma neppure fuori dal mondo.

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