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Jermaine PennantGetty/GOAL

Il mondo di Pennant il prodigio: dall'infanzia dura alla tripletta da ubriaco, passando per Milan-Liverpool

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Jermaine Pennant non ha mai nascosto il suo passato. Il suo presente è sempre stato visibile, sotto la lente d'ingrandimento dei tabloid. Il futuro del suo essere calciatore è cambiato. Bad boy, problematico atleta di talento. Divenuto speaker, intervistatore che coinvolge esperti del settore per aiutare i più giovani.

Esperti? Con cognizione di causa, donne e uomini apparsi sul Podcast 'Brutal Honest' (Brutalmente onesto), raccontano come un'educazione travagliata possa portare a conseguenze gravi, errori che possono cambiare la propria vita e quella degli altri. Traumi che rendono complicato il passaggio verso la vita adulta.

Rispetto agli anni '80 e '90, quando Jermaine era un ragazzino, la possibilità di ascoltare storie e racconti di vita è diventata comune a tutti. Basta avere un cellulare, uno smartphone. Il proprio, quello di un amico. Un aiuto alla propria situazione può arrivare da chi ha vissuto la realtà travagliata, di un'infanzia dura e senza innocenza.

Pennant lo sa e ci prova settimana dopo settimana, ad essere l'esempio. Non quello dei milioni e delle donne, l'eroe senza macchia. Bensì quello di un percorso che non deve essere replicato. Essere stato Pennant è stato bello. Il piccolo Jermaine, un po' meno.

"Quando la gente dice che ho sprecato il mio talento forse ha ragione, ma visto da dove vengo e quello che ho vissuto credo alla fine di aver fatto abbastanza bene”.

  • Jermaine Pennant  2004Getty Images

    MATRIGNE, CD E GANG

    Crescere nella Nottingham degli anni '80. I trionfi epici di Robin Hood nella foresta, quelli leggendari del Forest sempre sul verde. Il terreno da calcio. Città tessile, industriale. Città che conosce all'improvviso la gloria calcistica con due Champions League, ma in cui il pallone è apparso agli albori. Tanto che il Notts County può fregiarsi del titolo di club professionistico più antico del mondo. In bianconero e non sotto le foto di Brian Clough, che Pennant cresce negli anni '90.

    Nasce nel 1983 da padre giamaicano, Gary, e madre inglese, Debbie. Dopo pochi anni i genitori di Pennant si separano, lasciando il piccolo Jermaine con Gary. Vivono a The Meadows, nel sud della città. Quartiere popolare, povero. Ci si arrangia. Il padre di Gary è uno spacciatore, che alle prime domande di Pennant relative alla mancanza della madre, risponde seccamente: morta di cancro. Una bugia, che il padre preferisce inventare.

    "Ero triste quando mi è stato detto che era morta, ma non sono scoppiato in lacrime come farebbe qualsiasi persona normale - racconta Pennant nella sua autobiografia, 'Mental' - Non ho mai avuto quel legame con lei. Mi sentivo solo intorpidito. Quando ho scoperto che era ancora viva, è stato un sollievo, ma non sapevo davvero come sentirmi".

    Jermaine vive con papà Gary in povertà. Quella vera. Attorno non c'è da tempo la madre Debbie, ma figure femminili che vanno e vengono.

    "La mia infanzia non è mai stata stabile o radicata - racconta durante 'Brutal Honest' - All'età di 10 anni, probabilmente avevo quattro diverse matrigne, il che di per sé era pazzesco. Non ho mai avuto una madre intorno, quindi non ho mai sentito quell'amore materno. Mio padre ha fatto del suo meglio, ma all'epoca era anche un giovane padre single, ha fatto quello che poteva, ma desideravo ardentemente l'attenzione delle donne. Sopravvivere è tutto ciò che ho conosciuto crescendo, da circa otto anni ho andavo a scuola da solo, mi vestivo da solo, andavo a calcio. Ho visto tutti i miei fratelli crescere con la madre, ricevere attenzioni dalla madre e mi sono sempre sentito un emarginato. Ho otto anni più di mio fratello, ma la sua camera da letto era la sua camera da letto, aveva la sua carta da parati e il suo bel letto, io avevo due materassi accatastati".

    Quando Pennant entra nel Notts County, papà Gary spesso si reca al campo per vederlo dal vivo. Non sempre, ma quando accade, Jermaine non è per nulla felice:

    "Odiavo quando mio padre veniva a vedermi giocare a calcio, e non capivo perché. Mi dava istruzioni feroci, scendeva dagli spalti, camminava a bordo campo e io avevo paura. Non volevo essere sgridato, ma deve aver voluto che aiutassi la famiglia".

    Gary Pennant cerca di spronare il ragazzo per sfondare nel mondo del calcio e risolvere tutti i problemi economici della famiglia. Quelli che Jermaine prova a superare, rubando:

    "Jermaine è tornato un giorno con un CD. L'aveva rubato. Aveva solo 12 anni -racconta Gary attraverso la biografia del figlio, in cui sono presenti molti stralci in cui è stesso genitore a ricordare - L'ho fatto sedere e gli ho detto: 'Jermaine, se mai vorrai qualcosa, te lo prenderò. E, se non posso, allora te lo rubo'. Gli ho detto che non volevo che si mettesse nei guai perché avrebbe influenzato la sua vita così come il suo calcio".

    A Nottingham però, nei quartieri più duri, è dura. La lingua veloce dei ragazzi più grandi, le promesse, le intimidazioni. A 14 anni molti degli amici vicini alla maggiore età fanno parte della gang Meadows Estate. Qualcosa da cui Jermaine è riuscito a fuggire grazie al calcio, senza però aver mai dimenticato quella giornata del 1997: l'imboscata con la gang di St. Ann.

    "Avevano coltelli, mazze da baseball e qualche pistola. Mentre passavano ne hanno accoltellato uno e colpito un altro con le mazze - racconta Pennant all'interno di Mental - E' partito anche qualche colpo di pistola. Eravamo al KFC, abbiamo sentito spari, tutti sono fuggiti, la nostra gang ha inseguito quella rivale. Non ho visto con i miei occhi cosa sia successo realmente perché d'istinto mi sono nascosto dietro al bancone, ma uno della gang di St Ann è stato preso e successivamente è morto in ospedale. E' stato spaventoso, ma non era la prima volta. Per me è stato istintivo pensare a salvare la mia vita. Sono stato fortunato, fossi stato fuori potevo essere facilmente io ad essere accoltellato e ucciso. Non era importante che io giocassi a calcio, se uscivo con i miei amici potevo essere un bersaglio. In realtà lo sono ancora. C'è stato un litigio, una colluttazione, i membri dell'altra gang sono scappati e alcuni dei nostri li hanno inseguiti. Sono stato lasciato indietro, nascosto dietro al bancone del negozio. Due giorni dopo la polizia è venuta a parlarmi. Essere interrogato dalla polizia è stato ancora più spaventoso. Sapevo che se fossi stato accusato di omicidio sarei finito in carcere a lungo. Però potevo dire alla polizia solo quello che sapevo e non era molto".

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  • TRIPLETTA DA UBRIACO

    Lasciati Nottingham e il Notts County, Pennant riesce ad esordire in prima squadra, con l'Arsenal, a soli 16 anni. Il 1999 è l'inizio dell'era vincente di Wenger, fatta di Community Shield, League Cup, FA Cup e Premier League. Gli Invincibili di Henry, Bergkamp, Campbell, Pires, Seaman. Jermaine conquisterà quattro trofei nei suoi anni a Londra, ma non il campionato: sia nel 2001/2002 (a metà stagione), sia nel 2003/2004 verrà ceduto in prestito, perdendo l'occasione di avere al collo la medaglia d'oro. La sua vita, però, è cambiata. Radicalmente, a livello monetario. Cifre mai viste prima, che risolvono i problemi della famiglia.

    Quando un ragazzo appena maggiorenne viene investito da una tale valanga di sterline, però, rigare dritto è difficile. Dopo una vita di povertà, Jermaine vuole provare a recuperare la sua infanzia di sacrifici, gang e piccoli furti. Ormai volata via, ma sostituita dall'età adulta, in cui può togliersi ogni sfizio.

    Due volte in rete durante il periodo con il Watford, Pennant non troverà il goal con l'Arsenal fino al 7 maggio 2003. Insieme a Henry, Kanu, Van Bronckhorst e Parlour, tra gli undici scelti da Wenger c'è anche Pennant. Risultato? Tre goal. I Gunners sembrano in grado di segnare venti reti e Jermaine si trova al posto giusto al momento giusto in tutte le occasioni. Non le costruisce, ma ha il piatto pronto dalle giocate dei compagni. Certo, ci mette la ciliegina finale.

    Del resto Jermaine Pennant è già un miracolo che riesca a correre.

    La sera prima Jermaine ha partecipato ad un party insieme a diversi amici, tra cui l'allora compagno Ashley Cole. Gli stessi che provano a ricordarlo come il giorno dopo sia in programma la sfida contro il Southampton. Se vieni, non bere. Dai.

    "Sapevo che ci sarebbero state così tante ragazze lì. Ero determinato ad andare. Non c'era modo che non ci andassi. Ho promesso di non bere, di non bere neanche una goccia. Così sono andato lì ed è stata una buona serata. Ho finito per essere completamente ubriaco! Eravamo così ubriachi che si sono dimenticati che avrei fatto una partita il giorno dopo".

    Alle 5 del mattino è ancora in piedi. Colazione da McDonald's e via ad Highbury. Ok, sto malissimo ma almeno non giocherò. Non potrei mai. Taylor, Garry, Luzhny, Stepanovs, Kolo Touré, Parlour. Ok, pensa Jermaine, ora ci saranno gli altri. Per fortuna. Wenger passa al terzo di centrocampo. Pennant titolare. Pennant è perduto. Acqua, acqua, litri di acqua.

    "Ero ancora ubriaco. Mi sentivo come se stessi per morire, ma ci ho messo tutto, ogni briciolo di forza che avevo, ogni briciolo di concentrazione ed energia, ci ho messo dentro, non importa quanto stavo soffrendo. La partita è iniziata. Stavo correndo in giro e speravo solo che arrivasse l'intervallo! Poi segno. Thierry Henry mi ha servito un assist, ho colpito nell'angolo in basso e pensavo: grazie Dio. Poi stavo festeggiando. Ho guardato verso la panchina e volevo solo che qualcuno mi sostituisse. Ero felice e pensavo: 'Portatemi via'".

    Wenger forse sa. Forse no. Ma lascia in campo Pennant:

    "Ho segnato un altro goal. Ho pensato: 'Chissà cosa stanno pensando gli altri ragazzi!' Chissà se sanno che ho segnato due reti. Poi ho segnato una tripletta e ho pensato: "Questo non è reale". Non potevo crederci. Non l'ho detto a un'anima. Dopo ho preso il pallone. Ma, durante gli ultimi 20 minuti, mi sentivo come se stessi per vomitare perché l'alcol era ancora nel mio corpo. Sentivo la vodka, nell'alito. Mi sono sentito malissimo! Pensavo, 'Fammi scendere, per favore".

    Quando viene sostituito da Luzhny al minuto 75, Pennant si sente invincibile. Ha bevuto tutta la notte, ha dormito pochissimo. Eppure ha segnato tre goal. Figuratevi cosa posso fare. Poco, purtroppo.

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  • Jermaine Pennant LiverpoolGetty Images

    LA FINALE DI CHAMPIONS E LA CAVIGLIERA

    Il problema di Pennant è che il turnover non è sempre al centro dei piani di Wenger. E che i Pires e gli Henry non saranno sempre lì per te. Sbronze, sesso, macchine veloci. Sempre meno ore di sonno. Appesantito, con troppo alcol in corpo. Va a corrente alternata, ma quando decide di darci dentro, ci dà dentro. Tanto che dopo aver lasciato l'Arsenal, alla seconda annata con il Birmingham gioca tutte e 38 le partite stagionali, guadagnandosi la chiamata di un'altra grande: il Liverpool.. Il suo Liverpool.

    "Ero un loro tifoso da quando potevo camminare, e quello era uno dei miei obiettivi principali. Il trasferimento è arrivato nel 2006, ero in una bella casa con una piscina e un campo da tennis. Sono anche riuscito a giocare una finale di Champions League".

    La finale di cui Pennant parla è quella di Atene, contro il Milan. Titolare contro i rossoneri, verrà eletto migliore in campo, nonostante la sconfitta e il secondo posto. La medaglia d'argento della Champions League è qualcosa a cui non avrebbe mai pensato e seppur non sia colorata d'oro, è un traguardo eccezionale.

    Figurarsi essere eletto MVP della finale, con un k.o. Come ala destra, Pennant distrugge Jankulovski, giocando probabilmente una delle sue due migliori gare della carriera. L'altra è ovviamente quella contro il Southampton, strana per i trascorsi, non per la velocità e la tecnica messa in campo. Mai nascosta, ma sepolta sotto quintali di problemi.

    Basti pensare ai tempi di Birmingham, quando Pennant finì in prigione per guida in stato di ebbrezza. Un incidente contro un lampione, mentre guida l'auto di un amico lo porterà dietro le sbarre per un mese, comunque meno rispetto ai tre inizialmente previsti. Al termine dei 30 giorni, però, Jermaine, fuori in libertà vigilata, sarà costretto a rispettare un coprifuoco notturno indossare la cavigliera elettronica per scendere in campo contro il Tottenham. Howard Webb, il più duro tra i fischietti inglesi, consentirà a Jermaine di scendere in campo nonostante l'oggetto alla caviglia e le polemiche sul suo rilascio anticipato.

    Pennant è sempre sotto gli occhi di tutti, è ricco fuori, ma è anche pregno di pensieri negativi fuori.

    "Poco dopo la finale di Champions ho detto al mio allenatore che non ero felice. Perché non avrei dovuto essere felice in quel momento?".

    I fantasmi del passato del resto non sono mai scomparsi, sostituiti da bevute, donne su sonne, incidenti, guai giudiziari.

    Lasciato il Liverpool a 26 anni, Pennant comincerà la parabola discendente che lo porterà a vestire le più svariate casacche, dallo Stoke City agli indiani del Pune, fino al Billericay Town e al settimo livello del calcio inglese, dove chiuderà la carriera a 35 anni.

  • MARIJUANA E BANCAROTTA

    Pensate sia finita qui? Certo. Ops, certo che no. Pennant, che per 9 anni avrà una relazione con la modella Alice Goodwin, partecipa nel 2018 all'edizione del Grande Fratello britannico con personaggi noti del mondo dello sport e dello spettacolo. Qui fa scalpore per il flirt con Chloe Ayling, modella che secondo le voci porrà fine al matrimonio dell'ex Liverpool con la signora Goodwin. Una questione che in tutta tranquillità i due spazzeranno via, evidenziando come la fine del rapporto sia avvenuto in maniera semplice, senza nessuno scandalo alle spalle.

    Insieme ad Alice, Pennant farà parte persino dello show Celebs Go Dating, in cui per la prima volta nella storia del reality insieme agli appuntamenti ci sarà anche spazio per terapia di coppia e altri momenti che catturano l'attenzione dei connazionali.

    Cattura l'attenzione a livello mondiale, ricordando quel calciatore passato per Arsenal e Liverpool, la scoperta di un centro di produzione di marijuana nella sua vecchia casa da 3 milioni di sterline. Lo Youtuber Lukka Venture, esploratore di luoghi abbandonati, decide di recarsi nell'abitazione disabitata di Pennant, trovando kg e kg di canapa. Nella Hale Road di Liverpool ci sono tutti i lussi possibili, non più utilizzati da due anni, dall'addio di Alice e Jermaine all'abitazione.

    Pennant, sotto inchiesta, si dichiarerà innocente, attribuendo la responsabilità a una banda di narcotrafficanti che avevano occupato la sua villa in passato. La stessa che dopo l'incursione di ignoti verrà data alle fiamme a fine 2022.

    A inizio 2023, Pennant ha dichiarato bancarotta. Una serie infinita di spese folli e di investimenti sbagliati lo ha portato a perdere tutto.

    "Ho comprato case ma non ho mai parlato con un agente immobiliare e avevo mutui di cui non ero a conoscenza - ha rivelato Pennant al Sun - Ho ricevuto cattivi consigli da persone cattive e ho vissuto giorno per giorno. C'era un faccendiere che ha organizzato le cose per me, ma ora mi rendo conto che mi ha truffato. Mi ha consigliato di comprare la casa di Hale a un prezzo molto più alto e poi di farci un bel po' di lavori di costruzione. Ma non pagavo i muratori, pagavo lui. Quel genere di cose mi è successo ovunque andassi. Ho investito in cavalli e proprietà, ho perso tutti i soldi. Ho paura di pensare a quale sarebbe il totale, ma immagino che sarebbe più di 10 milioni di sterline".

    Anni di valutazioni errate ed errori finanziari alla fine hanno gettato Pennant nel vuoto. Una cifra altissima di debiti, il fisco. Bussano alla porta. Pennant, al quale è stato diagnosticato un Disturbo da deficit di attenzione/iperattività e stress post-traumatico per quanto vissuto nei primi anni di vita, cade dalle nuvole:

    "A causa del mio ADHD, ignoravo semplicemente le cose e nascondevo la testa sotto la sabbia, dimenticando persino di possedere una casa. Non è una situazione ideale andare in bancarotta, ma significa che posso ricostruire la mia vita e ricominciare da capo".

    Pennant continua con il proprio podcast, i consigli ai giovani, sperando di poter voltare pagina seriamente, senza salti all'indietro:

    "Il fallimento non è avvenuto dall'oggi al domani. È venuto da anni di decisioni sbagliate, ignorando le cose. Venivo da una ruvida casa popolare e sono diventato un 'bambino prodigio' quando avevo 15 anni. Non avevo davvero istruzione e non sapevo nulla di finanze e denaro. Nessuno all'Arsenal mi ha aiutato. Andavo ad allenarmi, tornavo a casa e venivo lasciato a me stesso e ai miei tirapiedi. Ho sviluppato un ego e non avevo autostima, quindi ho cercato di ottenerlo dimostrando che avevo soldi".

    Jermaine sembra davvero essere arrivato al punto di voler dimenticare anni e anni, lasciando tutto alle spalle. Rendendosi conto dei problemi, senza buttarsi dentro, senza cercare di piacere a tutti i costi:

    "La cosa di cui mi vergogno di più è la guida in stato di ebbrezza. Mi pento anche di quello che ho detto nel libro e mi pento di averlo scritto. È stato un altro caso in cui si accettano cattivi consigli e non si pensa alle conseguenze a causa dell'ADHD. Il mio agente ha sofferto in questi periodi perché cercava di consigliarmi, ma io ero sul treno veloce verso la distruzione. Mi pento anche di essere andato al Grande Fratello, non penso sia stata una grande decisione. Facevo le cose senza discuterne con nessuno, nascondevo cose al mio agente che mi tirava costantemente fuori dai guai. Forse il fatto che Sky continuasse a trovare un modo per sistemare le cose mi ha aiutato a pensare di essere invincibile".

    Per cominciare a mettere su di nuovo una fortuna, stavolta stando attento ad ogni investimento, Pennant prenderà parte nel 2023 ad un altro reality, SAS: Who Dares Wins, che punta sull'addestramento militare con personaggi famosi come protagonisti. Il mondo di Jermaine fatto di cattive compagnie, ricordi traumatici e milioni lanciati qua e là è alle spalle? Solo lui, nei prossimi anni, potrà dirlo.

    "Se potessi dire una cosa ai giovani giocatori, sarebbe: assicurati di ricevere aiuto, buoni consigli e di essere circondato da persone buone".

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