Essere ricordati solamente per una grande hit. Un film da un miliardo di incasso. Per una rete segnata.
C'è chi ha sempre abbracciato l'idea di essere simbolo e cult solamente per una saga. Echeggiante nelle casse per quell'unico tormentone. Prima domanda? La rete sì sì sì, trita e ritrita.
Almeno si ricordano di me, direbbe la figura A. Sì, ma il resto? Quella pellicola stroncata dal pubblico ma perla rara? L'album sperimentale? Risponde stizzito, infastidito all'ennesima richiesta, domanda in serie numero 1000 la figura B.
Questione soggettiva, di punti di vista. Alla fine, la figura A crede che aver dato gioia ad un pubblico più ampio sia soddisfacente, piuttosto che essere rimasto ai margini della massa. Non per tutti. Per la B è un pensiero inconcepibile e rabbioso: scoprite la mia arte, scopritela tutta.
Probabilmente Papa Waigo Ndaye sta nel mezzo. Si può arrivare fino a, Q maiuscola, quella vittoria contro la Juventus. Ma limitare quesiti e focus di carriera a 90 minuti, annoia. Sotterra creatività, scoperta, ricordi.
Grande Papa Waigo (nome), ti ricordi quel goal alla Juve? Ndaye (il cognome), cosa fai oggi? Ascoli? Maradona? Bobo Vieri? Accademia, giovani, insegnamenti? Ringrazia il tifoso che ci tiene a mostrare esterno amore per la sfida ai bianconeri. Ringrazia il tifoso che ha un quadro più ampio.


