Pallone d'Oro 2024, i possibili vincitori: Bellingham, Haaland e Mbappé tra i favoriti per il premio dopo Messi

La stella del PSG fa parte del novero dei favoriti principali per la vittoria del Pallone d'Oro 2024, un anno per lui particolarmente importante: il 30 giugno scadrà il contratto in essere coi parigini, e il tema futuro non è ancora stato affrontato.

Si parla da mesi di un approdo al Real Madrid che, in tempi non sospetti, provò a strapparlo ad Al-Khelaifi a suon di milioni, rifiutati dal patron del club transalpino.

Mbappé sarà protagonista con la Francia anche agli Europei tedeschi, dove proverà a cancellare la delusione per l'errore dal dischetto che valse l'eliminazione agli ottavi di Euro 2020 contro la Svizzera.

Il norvegese è la solita macchina da goal, caratteristica acuitasi ulteriormente con l'approdo al Manchester City e ad un calcio teso ad esaltarne le doti da 'killer' dell'area di rigore.

Una pecca, in ottica Pallone d'Oro 2024, potrebbe essere rappresentata dalla possibile assenza della Norvegia agli Europei di Germania: gli scandinavi hanno già detto addio alla qualificazione diretta attraverso il girone, finendo aritmeticamente alle spalle di Spagna e Scozia.

La scialuppa di salvataggio potrebbe arrivare dall'eventuale partecipazione ai playoff, ancora tutta da determinare in base all'incrocio tra i risultati finali delle qualificazioni e quelli dei gironi della scorsa edizione di Nations League, in cui la Norvegia ha concluso al secondo posto alle spalle della Serbia.

L'impatto dell'inglese con la maglia del Real Madrid, che a giugno aveva sborsato la bellezza di 103 milioni di euro per strapparlo al Borussia Dortmund, è stato semplicemente devastante.

Numeri da attaccante di razza per il classe 2003, schierato con costanza da Ancelotti nel ruolo di trequartista: tredici goal in altrettante sfide tra Liga e Champions League, con tanto di doppietta decisiva per la vittoria madrilena nel 'Clasico' appena disputato a Barcellona.

L'apporto dell'inglese sarà determinante nel cammino europeo del Real, alla ricerca di un posto al sole in quella Champions che da sempre è un fiore all'occhiello nella storia di una delle società più prestigiose al mondo.

Il bomber inglese ha lasciato il Tottenham in estate, per trasferirsi in Germania alla corte di Thomas Tuchel: il tempo impiegato per esportare il proverbiale fiuto del goal anche in terra teutonica è stato praticamente inesistente.

Kane si è inserito alla perfezione all'interno della nuova realtà, tanto da viaggiare alla media di oltre un goal realizzato a partita (14 in 13 uscite in tutte le competizioni).

Il Bayern ha finalmente trovato il degno erede di Lewandowski, colui in grado di recitare il ruolo di punta di diamante nel 4-2-3-1 proposto da Tuchel: grandiosa la prestazione offerta contro il malcapitato Darmstadt, punito con una tripletta impreziosita da una prodezza direttamente da centrocampo.

Il 'Toro' ha iniziato la stagione col piede giusto, ricominciando da dove aveva lasciato: con undici reti è il capocannoniere attuale della Serie A dopo dieci giornate, staccando Osimhen che ne avrà ancora per un po' di tempo a causa dell'infortunio rimediato con la Nigeria.

Per Lautaro anche un sigillo, peraltro decisivo, per evitare la sconfitta alla prima uscita stagionale in Champions League nella tana della Real Sociedad, acciuffata allo scadere da uno spunto dell'ex Racing Club.

Il tutto col sogno della seconda stella in Italia e con l'obiettivo di andare il più avanti possibile in Europa, senza dimenticare la Copa America che avrà nell'Argentina una delle chiare favorite per la vittoria finale.

La candidatura del brasiliano è forse una delle meno appariscenti del lotto, ma in un anno con così tante variabili sul piatto è impossibile da non prendere in considerazione.

Vinicius Junior resta pur sempre uno dei protagonisti principali della rosa del Real Madrid, sicuro protagonista fino alla fine in Liga e in Champions League, competizione che ha spesso visto il brasiliano fare la differenza.

Lo stesso dicasi per la Copa America col suo Brasile, dove ritroverà Carlo Ancelotti nel ruolo di commissario tecnico.

La sensazione è che col trasferimento in MLS, e il conseguente allontanamento dalle dinamiche del calcio europeo, la candidatura di Messi si sia giocoforza sgonfiata.

L'argentino, fresco però di ottavo Pallone d'Oro messo in bacheca, resta comunque un candidato autorevole: se non per le prime posizioni, almeno per la Top 10-20.

Spazio infine ad una lista di possibili outsider, di nomi che potrebbero avere un exploit sorprendente ma comunque complicato: Osimhen in primis, a patto che faccia bottino pieno con la maglia del Napoli e con quella della Nigeria.

Guai a dimenticare i 'ragazzi terribili' del Barcellona, Rodri e Gavi, da tempo nelle grazie di Xavi e nell'undici titolare dei blaugrana, dove ormai sono dei punti di riferimento.

Qualche chance è da concedere anche a Musiala, gioiello del Bayern e della nazionale tedesca, e a Saka, che con l'Arsenal cerca la definitiva consacrazione in ambito nazionale e continentale.