Il genocidio in atto a Gaza negli ultimi anni, un inferno in terra per migliaia di persone. Bambini, donne, uomini, anziani, giovani, esseri viventi che cercano di sopravvivere al terrore dovuto all'invasione di Israele. In mezzo alla devastazione c'è chi prova a scuotere la comunità internazionale attraverso messaggi, movimenti, manifestazioni sportive.
Praticamente inesistente nei territori occupati, lo sport è però ancora essenziale per dare una mano alla popolazione, per cercare di resistere. Per questo la federazione palestinese ha deciso di spostare il proprio quartier generale in Cile, dove risiede la più grande comunità di origine palestinese fuori dal mondo arabo.
L'obiettivo del movimento calcistico palestinese è quello di partecipare ai maggiori tornei continentali ed internazionali, così da mostrare la propria 'esistenza', la propria bandiera.
"Cercano di eliminare lo sport palestinese, ma noi cerchiamo di aumentare la nostra resilienza attraverso le squadre nazionali e di partecipare a tutte le competizioni per due motivi: primo, per garantire la presenza del nome e della bandiera della Palestina, e secondo, per continuare a migliorare" ha affermato il ct della Palestina Ihab Abu Jazar, che nel mese di ottobre guiderà la rappresentativa nero-bianco-verde in due amichevoli di scena in Africa e precisamente in Algeria.
L'obiettivo, come ricordato ad 'EFE' da Abu Jazar, è quello di mostrarsi, di migliorare. E soprattutto di lavorare per ottenere il pass al prossimo grande torneo, la Coppa araba prevista il prossimo dicembre in Qatar.


