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Victor Osimhen Galatasaray GFXGOAL

Osimhen-Napoli, stavolta è addio: da eroe dello Scudetto a ripudiato

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Tra Victor Osimhen e il Napoli non è finita male: è finita malissimo.

La cessione ufficiale al Galatasaray pone fine a un rapporto 'tossico' trascinato da un mercato complicato quasi quanto il carattere del nigeriano, che alla fine ha detto addio alla squadra condotta sul tetto d'Italia 33 anni dopo le gesta di Diego Armando Maradona.

Victor era riuscito a farlo da protagonista, indossando i panni del trascinatore tutto affondi, goal e mascherina, portando Partenope allo Scudetto in tandem con un altro pezzo da novanta emigrato all'estero: Khvicha Kvaratskhelia.

Osimhen-Napoli è una love story trasformata in problemi, su cui il punto messo dai 75 milioni più bonus dei turchi rappresenta l'epilogo più giusto che segue la caduta verso il basso del rapporto iniziata dopo la conquista del tricolore.

  • FATAL CARATTERE

    Arrivato con ottime referenze, ma acerbo e in punta di piedi, il 9 si è messo sotto abbracciando cultura del lavoro ed istruzioni fornitegli da Gattuso prima e Spalletti poi, maturando sul campo ma - purtroppo per Napoli e il Napoli - non al di fuori.

    Carattere particolare, colpi di testa che a più riprese hanno stizzito il club, malintesi nati da episodi futili ingranditi a macchia d'olio: protagonismo, sentirsi prima donna anche grazie all'amore di un popolo che (Conte dixit) "ti dà ancor prima di ricevere" ma che non appena lo deludi ti volta - giustamente - le spalle.

    È successo col bomber dello Scudetto 2022/2023, passato da eroe mascherato a personaggio ripudiato: motivo? Contratto, pretese d'ingaggio, dissapori che hanno man mano acuito uno strappo allargatosi e tamponato con due rinnovi 'diplomatici' utili a non depauperare un patrimonio economico reso esagerato da goal e picchi di rendimento.

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  • Osimhen ADL 2:1GOAL

    AMORE TRASFORMATO IN RANCORE

    Peccato che nel calcio segnare e vincere non basti, perché con un nulla si sfasciano feeling, dinamiche felici e percorsi: due anni fa immaginare Osimhen via da Napoli in questo modo sembrava fantacalcio, invece - tra una festa in patria di troppo ed atteggiamenti fuori sopra le righe - le qualità dispensate sul prato verde sono andate a farsi benedire lasciando il posto a rancori, ruggini e prove d'addio sfociate nel prestito al Galatasaray della scorsa estate.

    Che Osimhen sia forte, che nel suo ruolo sia uno dei migliori profili in circolazione, lo riconoscono anche i muri. Lo ha dimostrato e confermato nell'ultima annata trascorsa ad Istanbul, dove stavolta è tornato per restarci definitivamente: "Sono nel posto che amo", ha detto dopo essere sceso dall'aereo ed aver messo di nuovo piede in Turchia. Eppure, sotto al Vesuvio, di amore ne aveva ricevuto a dismisura.

    Dichiarazioni di pancia, parole che ormai in un pallone tutto business e denaro rappresentano la normalità che seppellisce i valori: cosa mancava a Victor per essere felice a Napoli? Cosa ci voleva, dopo aver vinto uno Scudetto storico, a legarsi senza forzare la mano per sperare di approdare in un top club europeo?

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  • DAL SOGNO PREMIER ALLA TURCHIA

    Mosse azzardate, perché alla fine il nigeriano si ritrova beniamino e leader tecnico di un club che poco ha a che fare con Arsenal, Chelsea o Man United. Non è un caso se citiamo tre inglesi, in quanto il sogno sbandierato da Osimhen era quello: "Giocare in Premier". Invece, con tutto il rispetto per il Gala, da una big italiana Victor farà la voce grossa nella Super Lig. Dopo aver sfiorato l'Arabia, è bene ricordarlo. Insomma, non proprio l'eden per un calciatore di 26 anni che ambisce ai massimi palcoscenici.

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  • UN ADDIO CHE SA DI SOLLIEVO

    Deadline, the end, a mai più rivederci: la liaison Osimhen-Napoli era già finita da un pezzo, ma la cessione a titolo definitivo chiude completamente le porte a rimpianti, nostalgie e down emotivi. Da oltre un anno l'idillio si era dissolto e l'epilogo, per le parti coinvolte rappresenta un sollievo. Incredibile, un sollievo.

    Ripensando ai 120-130 milioni di valutazione raggiunti nel boom azzurro fa sorridere, perché pur di tenersi stretto il proprio bomber qualsiasi tifoso del Napoli avrebbe pagato di tasca propria: invece, a distanza di due anni, raccontiamo un divorzio carico di rancore che fa esultare il popolo partenopeo. Il calcio, al netto della piega ormai presa, non è solo un gioco. È anche passione e sentimenti, quelli generati da una story che da sogno è diventata un incubo.

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