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Francesco Farioli 2023-2024Getty Images

Tutto l'orgoglio di Farioli: "Ajax? Il calcio di Cruijff, è alla base di tutto"

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L'ufficialità del suo ingaggio è nota da tempo, ma per Francesco Farioli è difficile nascondere tutto l'orgoglio di essere entrato a far parte della famiglia dell'Ajax.

Il classe 1989 è infatti il primo tecnico italiano dei 'Lancieri', che storicamente si sono affidati poche volte ad allenatori stranieri, prediligendo figure formate in casa o comunque in Olanda.

Ad attenderlo c'è l'arduo compito di riportare lo storico club di Amsterdam ai livelli che gli competono: nel corso dell'intervista concessa a Radio Serie A con RDS, Farioli non ha celato l'emozione per questo prestigioso incarico, con la consapevolezza di essere soltanto uno degli ingranaggi che fanno muovere la macchina organizzativa dell'Ajax.

  • L'AJAX E CRUIJFF

    "L’Ajax è storia, tradizione, idea di calcio e un modello. È una delle poche squadre con un’identità così marcata, ha un calcio che mi ha portato a voler iniziare questa avventura. È un calcio che nasce da Cruijff, questo è alla base di tutto. Siamo in un momento storico dove la tradizione e la storia sono fondamentali, non devono essere un peso, ma uno stimolo e una responsabilità. Ci deve dare l’esempio di quello che è stato il passato e ci deve lasciare molto concentrati sul presente, sempre con un occhio sul futuro".

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  • PRIMO ALLENATORE ITALIANO DELL'AJAX

    "È sicuramente una responsabilità e un valore in più che si aggiunge. Chiaramente la storia dell’Olanda come nazione calcistica e soprattutto in casa Ajax è qualcosa di chiaro ed evidente. Abbiamo citato Cruijff, ma non possiamo non citare Van Gaal che è stato un altrettanto importante riferimento del passato e del presente dell’Ajax; è un’altra delle figure iconiche che spero di potere incontrare presto perché è uno di quei mentori da cui si può imparare tanto e respirare quello che è davvero questa squadra. Confido nei primi giorni di poter avere una bella chiacchierata con il mister e di capire quali sono gli step da fare.

    Il fatto di essere il primo italiano e uno dei pochi stranieri a poter allenare una squadra così importante, è per me una responsabilità in più che mi porta a entrare in punta di piedi con grande umiltà e rispetto per quello che l’Ajax è stato. Dall’altra parte la voglia e l’ambizione di cercare di portare un piccolo contributo, freschezza e idee e di continuare a correre rispetto a quella che è l’evoluzione continua dei calcio".

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  • GHISOLFI ALLA ROMA

    "Abbiamo un ottimo rapporto, è stata la persona che mi ha dato l’opportunità di tornare in un campionato così importante in Europa. C’è tantissima gratitudine, credo che lui abbia delle grandi qualità con un metodo di lavoro molto preciso e chiaro, sa bene quale è la direzione che vuol prendere. Questo è fondamentale perchè quando si ha un metodo di lavoro e si ha una struttura mentale che ti porta ad organizzare la squadra in un certo modo, credo che sia la cosa più importante perchè non sono mai decisioni campate in aria o prese per quello che è la sensazione del momento ma un’analisi molto più profonda e dettagliata. Credo che sia un direttore di grande valore e spessore, Roma è una piazza di altissimo livello, sono sicuro che si farà valere come ha fatto nelle due esperienze in Francia. Credo che la sua opportunità se la sia guadagnata con tanto lavoro, dedizione e idee chiare. Ha davanti un orizzonte di ambizioni che ha sempre portato avanti con grande umanità e valori".

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  • GLI OBIETTIVI

    "Sarò felice tra un anno se? Se saremo qui a parlare con lo stesso entusiasmo. Sono tante le emozioni, le aspettative e le ambizioni. Come ho detto prima, tutti i traguardi che ci mettiamo davanti saranno raggiungibili se saremo in grado di costruire un gruppo di lavoro coeso e che abbia voglia di rimboccarsi le maniche, avendo voglia di sudare per una maglia prestigiosa: credo che indossare una maglia così possa essere qualcosa di eccezionale per qualsiasi calciatore. Dalla creazione di questo gruppo andranno aggiunte idee, proposte, la volontà di allenarsi bene e tanto, provando a lavorare più e meglio degli altri. I conti si fanno alla fine, pensare oggi di guardare troppo lontano è complicato. Il mio target oggi è il 18 di giugno, andando avanti passo dopo passo. Alla fine, per quello che è la mia esperienza, quando ho guardato troppo lontano ho fatto fatica".

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