Sic transit gloria mundi. O anche, come passare da talento più corteggiato al mondo all’essere quasi un indesiderato, un reietto, con la spada di Damocle di una possibile lunga squalifica per doping. La sceneggiatura degli ultimi due anni di Mykhailo Mudryk sembra opera di David Fincher, con un plot twist decisamente inimmaginabile nel 2023, quando per la stella dello Shakhtar Donetsk era scoppiata un’asta selvaggia tra Chelsea e Arsenal, vinta dai Blues con un investimento astronomico da 100 milioni di euro, manifesto delle ambizioni del nuovo proprietario Todd Boehly.
GOALMykhailo Mudryk, da Mr 100 milioni al giallo doping: che fine ha fatto il talento del Chelsea
GettyDa "potenziale Pallone d'Oro" al peso delle aspettative
“Mykhailo ha il potenziale per una carriera da top, secondo me può vincere anche il Pallone D'Oro”, diceva di lui Roberto De Zerbi, il primo a dargli continuità dopo l’esordio nel 2018 sotto la guida di Paulo Fonseca. E in effetti Mudryk è sbarcato in Premier League con l’aura del predestinato, della risposta all’uragano Haaland, di colui che sarebbe diventato il volto della lega negli anni a venire. Un concentrato di pressioni e aspettative che hanno stritolato il giovane ‘Neymar ucraino’.
Dell’astro nascente che nel 2021 in Champions League aveva fatto ammattire Carvajal, tanto da guadagnarsi gli applausi del Bernabeu, a Stamford Bridge non si è mai vista traccia. Il battage mediatico, la folle attenzione sui social, le inevitabili problematiche di adattamento per un ragazzo di 22 anni, cresciuto nell’oblast di Kharkiv, catapultato nello stardom londinese nel momento storico più complicato per il suo paese: un mix di motivazioni che ha mandato fuori giri la freccia bionda.
La voce zero alla casella goal nella sua prima mezza stagione al Chelsea ha pesato come un macigno sull’autostima e sulla considerazione di Mudryk, messo in discussione quasi senza appello dopo appena pochi mesi dal suo arrivo in pompa magna. Il tutto amplificato dall’eco della disastrosa annata dei Blues, conclusa con un dodicesimo posto che rappresenta il peggior risultato dal 1994 ad oggi.
Per Misha la musica non è cambiata neanche con Pochettino e Maresca: l’etichetta di Mister 100 milioni è un fardello troppo grande da reggere, le risposte sul campo (10 goal complessivi in un anno e mezzo) sono state sporadiche, effimere, balbettanti. Tanto che Maresca, nonostante qualche lampo in Europa, aveva già messo il 10 ucraino sulla lista dei partenti in vista della sessione invernale di mercato, puntando su un prestito per ridare valore ad un asset comunque strategico per il club.
Lo stop per doping e l'ipotesi contaminazione
Ma il 17 dicembre 2024 i piani del Chelsea vengono stravolti dalla comunicazione ufficiale della Football Association, che notifica a Mudryk la sospensione provvisoria dopo essere risultato positivo a un controllo antidoping di routine: la sostanza incriminata, secondo indiscrezioni, sarebbe il meldonium, principio attivo trattato in Russia come un semplice farmaco da banco e che in realtà è considerato dalla WADA a tutti gli effetti un agente dopante in quanto aumenta il flusso sanguigno, può migliorare la resistenza allo sforzo e accorciare i tempi di recupero.
Il meldonium, la cui assunzione inconsapevole era costata in passato alla tennista Maria Sharapova una squalifica di 15 mesi, non è in commercio nel Regno Unito e per questo si ritiene che Mudryk possa essere entrato in contatto con la sostanza all’estero, probabilmente durante gli impegni con la Nazionale, senza escludere una possibile contaminazione. In attesa delle controanalisi, Mykhailo si è dichiarato completamente estraneo ai fatti.
“È stato uno shock totale, perché non ho mai usato consapevolmente sostanze vietate né infranto alcuna regola e sto lavorando a stretto contatto con il mio team per indagare su come ciò sia potuto accadere. So di non aver fatto nulla di sbagliato e continuo a sperare di tornare presto in campo”.
- PubblicitàPubblicità
Il mistero sulle controanalisi
Sono passati 4 mesi e la sensazione però è che il ritorno in campo di Mudryk, al quale è attualmente precluso l’accesso al Chelsea Training Ground di Cobham, non sia così imminente: qualora le controanalisi dovessero confermare la positività, l’ex Shakhtar andrebbe incontro a un processo che potrebbe portare a una maxi-squalifica, uno stop fino a 4 anni. Ed è per questo che Misha si sta facendo affiancare dagli stessi legali che hanno curato la difesa di Paul Pogba, appena tornato arruolabile dopo aver visto la sua squalifica ridotta a 18 mesi.
Resta al momento un alone di mistero e segretezza sulla vicenda: la Football Association non ha rilasciato ulteriori note, la comunicazione sull’esito del ‘test B’, attesa entro 8 settimane dopo la raccolta del campione, non è ancora arrivata. Ma c’è anche chi sostiene che in realtà i legali stiano già lavorando all’appello dopo che le controanalisi avrebbero confermato la positività al meldonium.
Il rischio di un altro caso-Mutu
Fatto sta che degli 8 anni e mezzo di contratto concordati con il Chelsea (scadenza 2031) Mudryk rischia di trascorrerne la metà ai box: un danno incalcolabile per il club di Stamford Bridge, che in questi anni ha fatto ricorso ad equilibrismi rischiosissimi per rientrare nei paletti del Financial Fair Play e delle Profit and Sustainability Rules (PSR). E non è da escludere che, in caso di conferma della squalifica, non possa aprirsi un contenzioso legale tra il Chelsea e Mudryk per violazione del contratto, sulla falsariga di quanto accaduto con Adrian Mutu nella stagione 2003/04. Quello che doveva essere un colpo generazionale per i Blues rischia di trasformarsi nella peggior operazione di mercato della storia del club.
- PubblicitàPubblicità

