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Michele Padovano: "Ho dovuto vendere tutto quello che avevo"

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Un incubo durato ben 17 anni, sfociato nell'assoluzione - da parte della Corte d'Appello di Torino - dall'accusa di aver finanziato un traffico di droga in Marocco.

Michele Padovano, ora, è pronto a ripartire. E lo fa anche attraverso un libro: "Tra la Champions e la libertà". Un racconto intenso, emozionante, momenti tristi ma anche gioie personali legate al rettangolo di gioco.

E ora? Una bella pietra sopra, ma senza dimenticare perché - come spiegato dallo stesso diretto interessato - non si dimentica mai.

  • TRATTATO COME UN CRIMINALE

    Così Padovano intervistato da Fanpage: "Io sono stato trattato come un criminale. Mi hanno arrestato e fatto stare in isolamento senza dirmi nemmeno una parola. Se mi avessero chiesto ‘tu cosa c’entri con questa storia’ gli avrei spiegato quello che poi gli ho detto dopo 75 giorni di galera. A me sembrava impossibile che io stessi vivendo una situazione di quel tipo".

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  • L'ESPERIENZA DEL CARCERE

    "Il carcere mi ha molto cambiato come persona - afferma Padovano -. Prima ero superficiale, non ero cresciuto come uomo e guardavo delle cose a cui oggi non dò importanza. Le cose importanti e serie della vita sono i valori veri, voler bene alle persone che sono sincere con te, che ti sono vicino perché ti vogliono bene davvero e non perché ti chiami Padovano e tutto ciò che c’è intorno. Ho apprezzato davvero tanto le persone che mi sono stato vicino e ho imparato molto da questa situazione".

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  • GIANLUCA VIALLI

    Padovano spiega anche quanto Vialli gli sia stato vicino nei momenti più duri: "Gianluca Presicci e Luca Vialli sono state le persone che mi sono state più vicine. Con Luca c’era un rapporto incredibile e non c’è giorno che non gli dedichi un pensiero. Mi manca terribilmente. Era l’unico che chiamava la mia famiglia per sapere le mie condizioni e questo non l’ho mai dimenticato".

  • VENDERE TUTTO

    Le difficoltà sono state innumerevoli e ancora oggi hanno il loro peso specifico: "Ho dovuto vendere tutto quello che avevo. Meno male che c’era qualcosa nel salvadanaio e qualche proprietà immobiliare perché io nel 2006 avevo una condizione sicuramente diversa da oggi. Avevo un tenore di vita differente, molto alto, ma con questa vicenda qui ho dovuto pensare a difendermi e ho dovuto vendere tutto quello che avevo in questi 17 anni senza entrate. Lo dico senza vergogna e con grande dignità. Speriamo che possa arrivare un lavoro che possa far entrare qualcosa e questa vicenda mi ha cambiato molto come persona".

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