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Filippo SaviGetty

Meteore Serie A: storie di promesse incompiute

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Il calcio è pieno di promesse non mantenute, di grandi talenti mai sbocciati e a volte troppo sopravvalutati.

Di meteore e desaparecidos, scomparsi tra serie minori o emigrati in altre parti del mondo.

In Italia sono tanti i giocatori che hanno fatto questo percorso: ne abbiamo scelti diversi in questa lunga carrellata.

  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    FILIPPO SAVI

    "Il più forte di tutti". Questo dicevano di Filippo Savi quando brillava nelle giovanili del Parma, vincendo uno Scudetto Allievi da protagonista assoluto. A 18 anni l'esordio a San Siro con l'obiettivo di marcare Kakà, poi una serie infinita di infortuni che gli hanno condizionato la carriera.

    "Sono stato operato 5 volte alle ginocchia, quattrointerventialsinistro e uno al destro. Sono rimasto fermo una stagione e avevo addirittura pensato di smettere"

    Si è preso la soddisfazione di indossare la fascia di capitano del Parma e di giocare le semifinali di Coppa UEFA nel 2005, senza saltare neppure un minuto. In tre anni è passato praticamente dalla Serie A all'Eccellenza, prima di dire basta quando di anni ne aveva soltanto 34 ed entrare a lavorare in un'azienda, lasciando il mondo del calcio con la consapevolezza di aver potuto fare tutt'altra carriera con un pizzico di sfortuna in meno.

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  • Mame Thiam EmpoliGetty

    MAME THIAM

    Attaccante senegalese, classe '92, si è messo in mostra con la Primavera dell'Inter senza però mai esordire in Serie A. Dopo una serie di prestiti nelle serie minori, esplode in Serie B con la maglia del Lanciano e viene acquistato dalla Juventus.

    Tuttavia, nemmeno con la maglia bianconera Thiam riesce ad imporsi. Inizia così una nuova girandola di prestiti con una parentesi di sei mesi all'Empoli, dove riuscirà a segnare il primo e unico goal in Serie A contro il Milan a San Siro, decisivo per la clamorosa vittoria 2-1 dei toscani.

    Nonostante ciò non viene riscattato dall'Empoli, poi retrocesso, e torna alla Juventus dove rimane fino alla rescissione del contratto. Nelle stagioni successive inizia a girare il mondo: prima Iran, poi Emirati Arabi e infine Turchia, dove si trasforma in un vero e proprio bomber, con oltre 50 goal segnati e doppia cifra raggiunta ogni stagione.

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  • CARLOS BLANCO

    Quando la Juventus l'ha strappato alle giovanili del Barcellona nel 2014 si parlava addirittura di erede di Piqué. Centrale difensivo forte fisicamente e bravo con i piedi. Tanto che nell'International Champions Cup dell'estate 2016 ha segnato un goal clamoroso da centrocampo contro il Melbourne Victory che ha fatto il giro del mondo.

    A livello giovanile, con la Juve, ha conquistato anche un Torneo di Viareggio, ma non è mai andato oltre la Primavera. L'esordio tra i grandi è arrivato soltanto in amichevole. Poi il prestito in Svizzera e la cessione a titolo definitivo in Spagna, dove la sua carriera è crollata in picchiata, fino a portarlo in terza divisione.

  • Stefano Beltrame - JuventusGetty Images

    STEFANO BELTRAME

    Acquistato a 18 anni dal Novara, ha vinto subito il Viareggio (con goal in finale alla Roma) e Coppa Italia Primavera con la Juventus al fianco di Spinazzola e Rugani. Nel 2012-13 l'esordio in prima squadra da subentrato al posto di Marchisio: 8 minuti in campo, gli unici della stagione, che gli sono valsi però la medaglia dello Scudetto.

    Otto minuti che rimarranno gli unici in maglia bianconera, escludendo la Next Gen, con cu ha vinto una Coppa Italia di Serie C. Tra un prestito e l'altro è andato a giocare persino in Olanda, prima di trasferirsi definitivamente in Bulgaria e successivamente in Portogallo e persino in Indonesia (ad appena 30 anni), sempre con la maglia numero 10 sulle spalle, ma mai realmente protagonista.

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  • Samuele Longo InterGetty Images

    SAMUELE LONGO

    Da stella del futuro dell'Inter ad attaccante senza goal. La storia di Samuele Longo è quella del classico predestinato che si è perso tra un trasferimento e l'altro senza mai riuscire a trovare la sua strada. Specialmente all'Inter, dove ha vinto tutto a livello giovanile ed ha esordito tra i professionisti prima di andare in prestito per dodici volte. Dodici. Un record mondiale secondo il quotidiano 'El Pais', che ha analizzato il suo caso al momento della sua firma col Deportivo, il penultimo club a cui l'Inter ha prestato Longo prima del Venezia e della fine del suo contratto in nerazzurro.

    'L'Inter per me è stata una mamma un po’ troppo premurosa per non dire ingombrante. Non ho mai sentito la fiducia".

    All'Inter e non solo. Longo ha giocato per quattro squadre diverse in Serie A, senza mai riuscire a segnare. Nello specifico ha collezionato 48 partite consecutive in massima serie a secco di goal. Un altro mezzo record, specialmente per un attaccante. Il felling col goal, alla fine, lo troverà soltanto all'estero tra Spagna e Olanda. Ma a 30 anni ormai superati, il suo status di grande promessa incompiuta è ormai scolpito sulla roccia.

  • Josef Martinez TorinoGetty Images

    JOSEF MARTINEZ

    Arrivato al Torino nell'anno dell'ultima qualificazione in Europa League, non è mai riuscito a prendersi la scena. Tra panchine e occasioni sprecate il bilancio è stato di soli 7 goal in Serie A spalmati su due anni e mezzo. Non un disastro ma nemmeno una scommessa vinta da Urbano Cairo, che sperava di aver investito su un potenziale.

    Ma il vero crack, anzi il boom, Josef Martinez l'ha fatto proprio quando ha lasciato Torino per trasferirsi negli Stati Uniti ad Atalanta. In MLS è stato per diverse stagioni ingiocabile: ha vinto tutto quello che c'era da vincere, a livello di squadra ed individuale, segnando 111 goal in 158 partite.

    Poi il trasferimento a Miami e la grande soddisfazione di giocare al fianco di Leo Messi. Goal, assist e anche un rigore calciato nonostante la presenze della Pulce in campo. Un upgrade clamoroso, anche se lontano dal calcio d'elite, per uno che a Torino è stato semplicemente una meteora.

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  • Ezequiel CiriglianoGetty

    EZEQUIEL CIRIGLIANO

    Quando a 18 anni ti chiamano 'El Jefecito' e ti considerano l'erede di Mascherano le aspettative sono alte. Purtroppo per lui, però, Cirigliano non le ha mai rispettate, nonostante il River Plate gli avesse consegnato persino la fascia di capitano. Il trasferimento al Verona sembrava potesse essere la sua grande occasione per consacrarsi, invece, al termine di una stagione anonima, i gialloblù hanno deciso di non riscattarlo, facendolo piombare progressivamente in un buco nero.

    Cirigliano ha iniziato a girovagare un po' ovunque, tornando persino in Italia nel 2022, ma in Serie D all'Albalonga. Un altro passaggio a vuoto in una carriera praticamente finita a 30 anni dopo una serie di denunce, fermi della polizia e l'ultimo definitivo arresto per tentata rapina (con indosso una maglia del PSG). Un oblio causato anche da una situazione mentale instabile, dovuta principalmente al vedersi sgretolare il sogno di diventare qualcuno nel mondo del calcio.

  • Ianis Hagi FiorentinaGetty Images

    IANIS HAGI

    Sponsorizzato da papà Gheorghe, Ianis arriva alla Fiorentina giovanissimo nell'estate del 2016 per 2 milioni di euro. Aggregrato inizialmente alla Primavera, giocherà appena due partite in Serie A sotto la gestione Paulo Sousa prima di essere rimandato nuovamente in Romania tra la delusione di papà.

    "Sono amareggiato per quello che è successo, non gli hanno dato nessuna possibilità. Quando è andato a Firenze era uno dei primi 100 giovani al mondo", le parole di Hagi senior. Ianis si rimette in gioco al Genk, esordendo anche in Champions League, e a gennaio 2020 si trasferisce ai Rangers, segnando il goal decisivo alla prima da titolare contro l'Hibernian.

    Ma la sua grande notte è quella di Europa League, nei sedicesimi contro il Braga. I Rangers sono sotto 2-0, lui segna la doppietta e trascina gli scozzessi all'incredibile rimonta. Per la gioia di papà. E adesso attenzione che non possa profilarsi per lui un'altra occasione in Serie A: sulle sue tracce c'è il Lecce. Sarà la volta buona?

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    ALBERTO LIBERTAZZI

    La Juventus gli concede il debutto in Europa League a 18 anni. Lui, perno della Primavera bianconera che vince per tre volte il Torneo di Viareggio.

    Gioca persino in coppia con Del Piero, anche se per soli 10 minuti. In Serie A, invece, il suo impiego si riduce ad appena 60 second, gli unici della sua carriera in massima serie, subentrando al posto di Marchisio in una gara casalinga persa contro l'Udinese.

    C'è grande fiducia nelle sue doti da ariete, ma l'impatto con i professionisti risulta difficoltoso. La Juve decide di cederlo al Novara e da lì in poi le occasioni saranno sempre meno. Un prestito dietro l'altro prima di finire tra i dilettanti a soltanto 30 anni.

  • Filippo ManciniGetty

    FILIPPO MANCINI

    Papà Roberto gli regala il debutto con la maglia dell'Inter a 17 anni, in Coppa Italia. Dopo qualche esperienza in provincia, seguirà il Mancio anche nell'avventura al Manchester City. Ma farà presto perdere le tracce di sè. Ha provato a riciclarsi nelle serie minori negli Stati Uniti, ma l'esperimento non ha funzionato. La sua carriera da calciatore e il sogno di segurie le orme del padre sono finiti prima del previsto. La sua ultima esperienza è datata infatti 2013, quando aveva ancora 23 anni.

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  • Gallery Napoli-Benfica: SantacroceGetty

    FABIANO SANTACROCE

    Nell'estate del 2007, il Napoli preleva dal Brescia un difensore centrale che viene considerato il futuro del calcio italiano: il suo nome è Fabiano Santacroce. Con gli azzurri diventa presto titolare ed esordisce anche in Europa, conquistando pure la Nazionale, ma presto arriverà il tracollo.

    Da possibile campione si trasforma in meteora, ricevendo anche pesanti accuse per quello che in realtà era un problema di insonnia: "Avevo un problema di salute:non facevo tardi la sera, il mio era un disturbo del sonno certificato. Prendevo pillole, ma non sentivo la sveglia.Mentre in giro si diceva: si ubriaca, si droga". Chiude col calcio in silenzio e affronta anche problemi economici: "Sono passato da ventimila euro al giorno ad avere in tasca dieci euro al giorno".

    Dopo il ritiro si è rimesso in gioco, aprendo un'agenzia di scouting con l'intento di aiutare i ragazzi di Napoli provenienti da contesti disagiati. Un aiuto e un supporto per provare a sfondare nel calcio. Quell'aiuto che lui in primis non ha avuto.

  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    ETTORE MENDICINO

    Tutti aspettavano la sua consacrazione alla Lazio quando Delio Rossi ha iniziato a inserirlo nel giro della prima squadra, fino all'indimenticabile esordio in Serie A nel 2009: "C’erano Zarate, Pandev, Lichtsteiner. Simone Inzaghi fu mandato in tribuna per scelta tecnica, quindi pensai che forse avrei avuto un’occasione", ha raccontato a 'Cronache di Spogliatoio".

    Prima ancora il sogno svanito di segnare un goal ad Anfield (in amichevole) a causa del fuorigioco fischiato al compagno Diakité: "Non gliela perdono ancora". Dopo di che tantissimi prestiti e praticamente nessun'altra occasione in massima serie. A 30 anni, dopo essere rimasto senza contratto, ha deciso di fare una scelta di vita ripartendo dall'Eccellenza: "In quel calcio non mi vedevo più". Ha sposato il progetto dell'università LUISS, tra campo e studio, diventando la stella della squadra allenata dall'ex compagno Guglielmo Stendardo.

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  • La Gumina Palermo Serie B

    ANTONINO LA GUMINA

    Nel 2016 Antonino La Gumina sembrava pronto ad esplodere nel grande calcio come nuovo talento del calcio italiano. Golden Boy e capocannoniere del Torneo di Viareggio, perso con il Palermo in finale contro la Juventus tra mille polemiche arbitrali.

    La stessa Juventus che lo aveva praticamente bloccato per il futuro in sinergia con l'Empoli, la prima squadra a dargli spazio in Serie A in una stagione terminata con la retrocessione e un infortunio che ha indirizzato la sua carriera verso il basso. Gli unici due goal in massima serie resteranno infatti quelli segnati con l'Empoli contro Atalanta e Bologna, visto che nella successiva esperienza all Samp non è più riuscito a timbrare il cartellino.

    Nel frattempo la Juventus ha deciso di non puntare più su di lui. L'ennesima delusione subita da parte dei bianconeri dopo quella sconfitta nel Viareggio, dove tutto è iniziato e forse anche finito per La Gumina.

  • Ezequiel Ponce RomaGetty

    EZEQUIEL PONCE

    Il più giovane giocatore ad esordire con la gloriosa maglia del Newell's, ad appena 16 anni. Impossibile non infatuarsi di lui. Specie se ti chiami Walter Sabatini, che si è mosso in prima persona per portarlo alla Roma, bruciando la concorrenza di Atletico Madrid e Tottenham.

    Le premesse per un 'Lamela bis' sembrano esserci tutte, con Ponce che vince pure il Campionato Primavera segnando due goal pesantissimi contro Inter in semifinale e Juve in finale. Ma al momento di esordire in prima squadra, ecco che qualcosa si inceppa. Un brutto infortunio complica ulteriormente le cose e al suo rientro arriva la doccia gelata di Spalletti: "Mi ha detto che per me non c'era spazio".

    "Quel colloquio mi ha reso più forte", dirà successivamente Ponce. In realtà la crescita che ci si aspettava dal 'super talento' argentino non arriverà mai. Pochi alti e tanti bassi in una carriera non all'altezza spesa tra un trasferimento e l'altro.

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  • Arana Atalanta Serie AGetty

    GUILHERME ARANA

    Il classico 'quinto' che avrebbe dovuto fare sfracelli con l'Atalanta di Gasperini. Un brasiliano tutto corsa e tecnica preso dal Siviglia in prestito per la definitiva esplosione in nerazzurro. Almeno sulla carta. Perché poi sul campo le cose sono andate diversamente. Anzi, non sono andate proprio.

    Arana ha infatti giocato appena 75 minuti in 6 mesi con la Dea prima di fare le valigie e tornarsene in Brasile, con tanto di parole al vetriolo in direzione di Gasperini: "Pur di non farmi giocare adattava altri giocatori, non mi ha mai dato la possibilità di dimostrare il mio valore".

    Un valore che Arana ha potuto mettere in mostra in patria, guadagnandosi la chiamata della Nazionale olimpica brasiliana, con cui ha vinto l'oro nel 2021, senza saltare neppure un minuto, e poi quella della nazionale maggiore, saltando gli ultimi Mondiali soltanto a causa di un grave infortunio al crociato.

  • Linus Hallenius Genoa Serie A-

    LINUS HALLENIUS

    L'hype che c'era su Linus Hallenius quando è arrivato al Genoa, nel gennaio 2011, era un qualcosa di davvero travolgente. Tutto merito di un 'goal alla Van Basten' che il giovane attaccante svedese, già ribattezzato immancabilmente come 'nuovo Ibra', aveva segnato segnato con la maglia dell'Hammarby e che gli era valso il secondo posto nel 'Puskas Award' alle spalle di Hamit Altintop.

    Un capolavoro che la stampa svedese ha definito (esagerando un po') come 'il goal più spettacolare nella storia del calcio'. Un goal definitivo da Jesper Blomqvist, suo allenatore dell'epoca che in Italia abbiamo conosciuto al Milan, "assolutamente fantastico, di una classe calcistica di livello mondiale". Insomma esagerazioni su esagerazioni che alla fine sono scaturite inevitabilmente in un grandissimo bluff.

    Al Genoa Hallenius ha giocato solo ed esclusivamente 45 minuti. Fine della sua esperienza italiana. Racconterà solo in seguito di essersi sentito triste e mai felice sotto la Lanterna. Meglio dunque tornare in Svezia, dove quel goal ancora se lo ricordano, anche se non gli è servito per diventare grande.

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  • Lucas Boye TorinoGetty

    LUCAS BOYE

    Ci credete che Sabatini ha lasciato la Roma per colpa sua? Per un giocatore che nella Roma non ha mai giocato? Riavvolgiamo un attimo il nastro. Boye nel 2016 era uno dei talenti più splendenti del calcio argentino. 'El Toro', il suo soprannome: forte in area di rigore ma anche lontano dalla porta grazie alla sua ottima tecnica. Sabatini decise che il ragazzo doveva essere giallorosso a tutti i costi, ma alla fine a spuntarla è stato a sorpresa il Torino.

    Una delusione, quella di aver perso Boye, mai superata da Sabatini, nonostante i risultati tutt'altro che eccellenti dell'argentino in Serie A: appena un goal segnato in una stagione e mezzo prima dell'addio definitivo. "Ho perso l’attimo fuggente - lo sfogo dell'ex direttore sportivo giallorosso - la mia forza è l’attimo fuggente, sulle cose arrivo con forza, prepotenza. Perso questo giocatore ho capito di non meritare più la Roma. Odio non averlo preso, mi fa star male, mi sento morire”.

    Alla fine Boye, grazie alle sue buone prestazioni con la maglia dell'Elche in Spagna, si è guadagnato anche la chiamata della nazionale argentina, giocando 3 minuti nella sfida di qualificazione agli ultimi Mondiali contro il Venezuela al fianco di Messi. Probabilmente l'apice di una carriera che non lo ha mai visto esplodere come ci si potesse aspettare. E soprattutto come si aspettava Sabatini.

  • Alexander MerkelGetty

    ALEXANDER MERKEL

    Massimiliano Allegri aveva visto qualcosa di speciale in lui quando ha deciso di lanciarlo nel Milan a soli 18 anni nello dello Scudetto. Un anno indimenticabile per Merkel, chiuso con 6 presenze complessive e il primo titolo della sua carriera.

    “Lo ringrazierò per tutta la vita. E’ stato il primo ad avere fiducia in me"

    Una fiducia che non poteva però durare in eterno. Tra prestiti infruttuosi e stagioni difficili, Merkel ha finito per smarrirsi. "Su di me troppe aspettative", ha raccontato qualche anno dopo, reduce da una serie di esperienze in giro per il mondo e un cambio di nazionalità dalla Germania, con cui aveva fatto tutta la trafila nelle giovanili, al Kazakistan, regalando un assist nel clamoroso 3-0 rifilato alla Scozia nelle qualificazioni agli Europei 2020.

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  • Marcel Buchel EmpoliGetty

    MARCEL BUCHEL

    Quando la Juve lo ha fatto esordire in Europa, si pensava fosse all'inizio di una grande carriera. Ha avuto persino l'occasione di segnare un goal alla prima partita tra i professionisti, una sliding door che avrebbe potuto cambiare la storia: "Ricordo che Del Piero aveva avviato un contropiede ed io ero tutto solo. Se me l'avesse passata... ma purtroppo non mi aveva visto".

    Per Buchel, oltre a quella presenza, anche un'altra contro il Manchester City in Europa League (nella partita ricordata per il goal dell'altra meteora bianconera Giannetti) prima di sparire totalmente dai radar bianconeri. Quelle resteranno le uniche due partite di Buchel con la maglia della Juventus prima di perdersi tra un prestito e l'altro. Nel 2020 l'ultima grande occasione, un provino con la Roma, purtroppo per lui non sfruttato: "Quella chiamata è arrivata in un brutto momento, non ero in forma e non sono riuscito dunque a convincerli".

  • Nicola Leali CesenaGetty Images

    NICOLA LEALI

    "Sarà il nuovo Buffon della Juventus. Loro hanno già il numero 1 al mondo, ma hanno acquistato comunque il più forte, giovane portiere italiano per il futuro che attualmente c'è in circolazione".

    Parole forti, quelle dell'allora presidente del Brescia, pronunciate dopo la cessione di Nicola Leali alla Juventus nel 2012. Parole che purtroppo non si sono trasformate in fatti per quello che ai tempi veniva considerato uno dei migliori prospetti del calcio italiano. Alla Juve, alla fine, non ha mai esordito, lasciandola definitivamente nel 2018 dopo una serie di prestiti finiti non troppo bene, tra retrocessioni condite da qualche errore di troppo.

    I momenti più alti della sua carriera sono stati la vittoria del campionato greco con l'Olympiacos e il rigore parato a Balotelli a San Siro con la maglia del Frosinone. Troppo poco per chi era soprannominato 'il piccolo Gigi'.

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  • Landry BonnefoiGetty

    LANDRY BONNEFOI

    La Juve lo ha acquistato nello stesso anno di Buffon, ad appena 18 anni, portandolo direttamente in prima squadra con il ruolo di terzo portiere. L'Idea era quella di far crescere il suo potenziale con l'aiuto dei grandi campioni bianconeri, ma rimarrà appunto solo quello. Un'idea.

    In sei anni Bonnefoi non giocherà neppure una partita con la maglia della Juve. Mai una presenza, mai in minuto in tutte le competizioni. L'unica soddisfazione rimarrà quella di aver fatto parte della rosa che ha vinto gli Scudetti nel 2002 e 2003. Successivamente, dopo una carriera nettamente al di sotto delle aspettative, Bonnefoi si toglierà perlomeno di tornare in Italia e affrontare da titolare il Milan a San Siro con la maglia del Dudelange in Europa League, subendo però 5 goal.

  • Stefano ScappiniGetty Images

    STEFANO SCAPPINI

    A livello giovanile era praticamente un mostro: capocannoniere del Torneo di Viareggio con Balotelli e vincitore di Scudetto (in finale proprio contro Super Mario) e Coppa Italia Primavera nello stesso anno con la maglia della Sampdoria.

    Ma nonostante questi numeri, e queste premesse, Scappini non ha mai fatto il suo esordio in Serie A. Non lo ha fatto con la Sampdoria, andando in prestito per 7 stagioni consecutive, e non lo ha fatto in generale per tutta la carriera, risultato decisivo più che altro in Serie C con oltre 100 goal segnati.

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  • Rafik Zekhnini, Fiorentina 07292018Getty Images

    RAFIK ZEKHNINI

    Un'illusione, una grande illusione sulle potenzialità di un ragazzo norvegese che a Firenze si pensava potesse seguire le orme di Salah. Arrivato nell'estate del 2017, due anni dopo l'addio dell'egiziano, si è presentato in conferenza stampa con parole di chi è ciecamente sicuro dei propri mezzi.

    "Penso che io e Salah siamo due giocatori molto simili. Mi ispiro a lui, ma anche a Cuadrado e Dybala".

    Peccato che queste parole si sono tramutate in una sola presenza in Serie A alla prima giornata. Nove minuti giocati a San Siro contro l'Inter e nulla più. Zekhnini non è più sceso in campo con la maglia viola. Aveva firmato un contratto fino al 2022 e alla fine ha rescisso un anno prima, dopo aver girato in prestito tra Norvegia, Olanda e Svizzera.

  • Dominique MalongaGetty

    DOMINIQUE MALONGA

    Da uno che cresce nelle giovanili del Monaco, segna due goal in due partite con l'Under 19 francese e realizza la prima rete a 18 anni in Serie A, con la maglia del Torino, ci si aspettava sicuramente di più. Invece 'Mimmo' Malonga si è fermato proprio nel momento in cui avrebbe dovuto fare il salto di qualità. Ossia quando ha recitato un ruolo da protagonista nella storica promozione del Cesena a ha contribuito l'anno successivo alla salvezza. L'ultima esperienza in Serie A risale però ormai al 2012. Dopo di che, se escludiamo l'ultima ottima stagione in B col Vicenza, conclusa in doppia cifra, Malonga è progressivamente sparito.

    "Il sottoscritto, a livello tecnico, era da alta serie A - ha raccontato qualche tempo fa a 'TuttoCesena' - Da grande club europeo. Il problema è che mi è sempre mancata la testa per avere continuità".

    L'avventura col Cesena si è conclusa tra l'altro nel modo più incredibile, con Malonga che ha inseguito il pullman direzione Novara dopo che la squadra era partita senza di lui, arrivato in ritardo all'appuntamento. Dopo aver giocato nei campionati più assurdi tra Canada, Islanda e Finlandia, 'Mimmo' ha deciso di tornare al Torino. L'AS Torino Calcio, militante in Eccellenza.

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  • Juan Antonio SampdoriaGetty

    JUAN ANTONIO

    La carriera, o meglio, la storia di Juan Antonio è quasi da film. Cresciuto nelle giovanili del River Plate, dove oscurava il Coco Lamela, ha fatto una serie infinita di provini prima di riuscire ad approdare in Italia al Brescia. Con le Rondinelle si è messo in mostra in Serie B, guadagnandosi la chiamata della Sampdoria e la successiva promozione in Serie A, dove tuttavia le cose inizieranno a precipitare.

    Sole due presenze in massima serie e poi praticamente il nulla. Lui stesso ha utilizzato parole forti per descrivere la fine della sua avventura alla Samp, dicendo di essere stato "fregato".

    "Sono stato imbrogliato dalla Sampdoria - le sue parole a 'gianlucadimarzo.com' - il presidente Ferrero mi ha venduto al Parma e secondo me sapeva che stava per fallire. Io ho accettato quella situazione e dopo qualche mese il club è fallito".

    Dopo il Parma Juan Antonio si è ritrovato costretto a ripartire da zero. Ha accettato la chiamata della Feralpisalò in Serie C, ma ormai aveva capito di dover seguire la sua altra passione, quella per la musica. "Voglio smettere. Voglio fare il musicista. È una decisione già presa”, disse al suo agente. E' stata dura e ha dovuto ricorrere persino all'aiuto di uno sciamano per venire fuori dalla depressione post ritiro (avvenuto a soli 27 anni) ma alla fine ci è riuscito. Ha fondato una band e l'ha chiamata 'Francia '98'.

  • Zinedine Machach NapoliGetty Images

    ZINEDINE MACHACH

    Con quel nome lì non puoi che stimolare le fantasie. Eppure Machach in quattro anni non è mai riuscito a stimolare nessun allenatore del Napoli. Sin dal suo arrivo dal Tolosa, nel 2018, con l'ennesima etichetta di futuro fenomeno del calcio francese ma anche quella di 'bad boy', al punto di mettere le mani addosso all'allenatore della squadra riserve dopo avergli negato di calciare un rigore.

    Nonostante queste premesse, il Napoli ha deciso di puntarci, ma la sua attitudine non è migliorata alle pendici del Vesuvio e la sua carriera si è pian piano sgretolata, prestito dopo prestito. L'unica luce è stata il goal segnato all'Allianz Arena contro il Bayern in amichevole, che aveva insinuato per qualche momento nella testa di Spalletti l'idea di tenerlo in rosa. Un'idea che come è arrivata se n'è frettolosamente andata. Nell'estate del 2022 Machach ha lasciato definitivamente il Napoli, senza mai collezionare una presenza in nessuna competizione.

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  • Giannis FetfatzidisGetty

    GIANNIS FETFATZIDIS

    Il 'Messi di Grecia', così lo chiamavano. Meglio per noi che non dobbiamo riscrivere dunque il suo nome, complicato almeno tanto quanto la sua esperienza in Serie A. Il Genoa fece di tutto per acquistarlo dall'Olympiacos nell'estate del 2013, ma l'allora tecnico rossoblù Gasperini non riuscì mai a tirar fuori del tutto le sue doti 'messiane'. Tornato con tre mesi di ritardo (pare per colpa di una pubalgia) dai Mondiali disputati in Brasile, il 'Fetfa' verrà ricordato principalmente per un'inaspettata doppietta nel 3-3 casalingo col Sassuolo del gennaio 2015.

    Dopo di che, il 'Messi greco' fu spedito in prestito al Chievo, dove le cose andranno definitivamente in malora. Appena 4 presenze in 6 mesi e il breve ritorno al Genoa prima di partire per l'Arabia Saudita, tornare in Grecia e finire in Qatar... stavolta non per giocare i Mondiali.

  • Tin JedvajGetty Images

    TIN JEDVAJ

    Quando arriva alla Roma, nel 2013, ha già vinto tutto con la Dinamo Zagabria ad appena 17 anni. E' uno dei tanti enfant prodige del calcio croato e in giallorosso spera di ripercorrere le orme di un certo Marquinhos, l'esempio a cui dice di ispirarsi.

    Le premesse sono buone, ma purtroppo per Jedvaj soltanto quelle. Con la Roma giocherà appena 97 minuti sotto la guida di Rudi Garcia prima di salutare Trigoria e non farvi più ritorno. Verrà infatti preso in prestito e poi riscattato dal Bayer Leverkusen, dedicando poi parole non troppo morbide al calcio italiano.

    "In Italia non ho avuto nessuna possibilità; è un campionato dove giocano i calciatori più anziani e con più esperienza. La Serie A è stata un’esperienza che ho dovuto superare"

    Al Bayer Leverkusen ha trovato invece continuità e anche la nazionale croata, con sui si è laureato vice campione del Mondo (seppur giocando solo l'ultima gara della fase a gironi) e regalato una incredibile doppietta alla Spagna in Nations League. Il punto sicuramente più alto della sua carriera, che col passare degli anni (come dimostra la mancata convocazione per l'ultimo Mondiale) non ha mantenuto le aspettative.

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  • Vladimir Weiss Pescara Serie AGetty Images

    VLADIMIR WEISS

    Nato e cresciuto in una famiglia di calciatori, è toccato a lui tenere alta la reputazione dopo il nonno e il papà, che lo ha guidato con la Slovacchia in quel 3-2 che ci ha sbattuti fuori dai Mondiali 2010. Grande talento, ma poca umiltà e un bel caratterino ad accompagnarlo nel corso della sua carriera.

    Ha esordito addirittura nel Manchester City, ma ci ha messo poco a montarsi la testa e Mancini gli ha dato il benservito: "Andava tutto bene fino a quando non è arrivato Mancini - ha raccontato lo stesso Weiss - non mi ha mai dato la chance e quindi me ne sono andato". Ai Rangers, per la precisione, dove ha vinto subito il titolo con grandi numeri e lo status di idolo della tifoseria.

    Step succesivo, la Liga e l'Espanyol. Le cose stavolta non sono andate troppo bene e allora Weiss ha deciso di tentare l'avventura in Serie A, al Pescara, con la grande sponsorizzazione di Mino Raiola. Sulle sponde dell'Adriatico ha a tratti illuminato e combinato guai, come la doppia ammonizione per simulazione contro il Torino. Quattro goal, cinque assist e una retrocessione prima dell'immediato addio. Con la Slovacchia ha giocato un Mondiale e due Europei, lasciando sempre l'amaro in bocca per quello che poteva essere ma non è mai stato. In campo era capace di fare di tutto, ma anche di non fare proprio nulla.

  • Carlos EmbaloGetty

    CARLOS EMBALO

    Quando questo ragazzo è arrivato in Italia, partendo dal nulla, sembrava essere il protagonista ideale di una grande favola. Non aveva neppure le scarpe da calcio, eppure è riuscito ad arrivare in Serie A, senza tuttavia lasciare il segno. Dopo essere esploso nella Primavera del Palermo, ha disputato una grande stagione in prestito al Brescia in Serie B, al punto che le big italiane (su tutte la Juventus) gli avevano messo gli occhi addosso.

    Il Palermo ha deciso così di dargli un'occasione in massima serie, ma la stagione dei rosanero si è rivelata un disastro, nonostante le premesse del suo agente: "Embalo sarà il protagonista del prossimo mercato, è il giocatore più forte del Palermo". Niente di più lontano dalla realtà. Dopo la retrocessione e 12 presenze complessive, Embalo non giocherà più una partita in Serie A. Il grande talento venuto dalla Guinea-Bissau, con l'etichetta di futuro campione, non ha mai spiccato il volo.

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  • Rolando Aarons VeronaGetty

    ROLANDO AARONS

    Quando Aarons ha iniziato a giocare in Premier League, con la maglia del Newcastle, molti avevano visto in lui il 'nuovo Sterling' e non soltanto per le origini giamaicane in comune. Tecnica, velocità e grande incisività negli ultimi 30 metri gli sono valsi l'inserimento da parte di Don Balon (che, come in mille altri casi, non ha portato benissimo) nella lista dei migliori talenti al mondo nati dopo il 1993.

    Eppure, dopo un avvio promettente, Aarons ha cominciato anche a balbettare, anche per via di un brutto infortunio al tendine d'Achille. Nel gennaio 2018 il Verona decide comunque di scommettere sul suo talento, ma è una scommessa persa, per i gialloblù e per i nerd malati di Premier League che se lo erano accaparrati con la bava alla bocca nell'asta di riparazione del Fantacalcio. 11 presenze, 0 bonus e amara retrocessione con diverse giornate d'anticipo.

    Aarons viene rispedito in Inghilterra e si rende presto conto che la sua carriera rimarrà parecchio distante da quella del suo modello Sterling, iniziando così un girovagare in prestito tra serie minori inglesi, Scozia e persino Repubblica Ceca.

  • Gianluca Gaudino, FC Bayern MünchenGetty

    GIANLUCA GAUDINO

    Figlio d'arte, papà Maurizio è arrivato persino a giocare per la nazionale tedesca nonostante le chiare origini italiane, ha attirato l'interesse di tutta l'Europa calcistica quando Pep Guardiola lo ha lanciato in prima squadra al Bayern ad appena 18 anni, preferendolo persino a Benatia nel ruolo di centrale difensivo.

    A quei tempi Gaudino non aveva neppure un contratto da professionista e guadagnava 250 euro al mese. Ma Guardiola si era innamorato di lui e lo ha fatto esordire persino in Champions. Un idillio che si è concluso contemporaneamente all'addio di Pep al Bayern. Gaudino non è riuscito a guadagnarsi la conferma ed ha lasciato la Baviera per rispondere alla chiamata del suo paese d'origine, trasferendosi in Italia al Chievo.

    Una chiamata che, sul campo, si è rivelata senza risposta. Gaudino, presentato come il grande talento italo-tedesco scuola Bayern, ha giocato appena due partite prima di rescindere il contratto col Chievo e salutare definitivamente l'Italia. Da lì in poi la sua carriera non sarà esattamente quella che Guardiola aveva immaginato per lui: "I suoi elogi mi hanno messo pressione", dirà qualche anno dopo lo stesso Gaudino che, dopo qualche titolo in Svizzera allo Young Boys, finirà a giocare nelle serie minori, lontano dagli occhi del suo mentore Pep.

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  • Nadiem Amiri Genoa Serie AGetty

    NADIEM AMIRI

    Il grande talento messo in mostra all'Hoffenheim, con il quale ha raggiunto una storica qualificazione in Champions League meritandosi la chiamata della nazionale tedesca, non lo ha portato alle vette che ci aspettavamo. Il trasferimento al Bayer Leverkusen non è coinciso con il salto di qualità in carriera e il successivo passaggio al Genoa si è rivelato un buco nell'acqua.

    Con la maglia del Grifone, Amiri ha giocato appena 6 mesi, senza mai riuscire ad accendere la luce che sarebbe servita ad evitare la retrocessione. Presentato come un colpaccio, considerando tutti i top club che si erano interessati a lui ad inizio carriera, si è un po' perso tra una grande aspettativa e l'altra. Le stesse aspettative che su di lui aveva riposto anche il Genoa.

  • Lino Marzorati MilanGetty

    LINO MARZORATI

    L'esordio nel Milan di Ancelotti a soli 18 anni, le speranze di un grande futuro al centro della difesa rossonera, ridotte però in sole tre presenze complessive tra campionato e Coppa Italia. Con in mezzo la curiosa storia del cognome cambiato da Marzoratti (con due 't') a Marzorati: "La mia carriera è iniziata con il cognome Marzoratti, poi si scoprì un errore all’anagrafe e mio zio fece fare il cambio. E figuratevi che in quegli anni i magazzinieri impazzivano perché non sapevano come scrivere il nome dietro la maglia".

    Si allenava con i migliori - "Sheva mi ha deviato il naso con una gomitata" - ma al top non ci è mai arrivato. L'apice è stato la storica promozione in Serie A con il Sassuolo, senza però trovare spazio in massima serie, come era successo inizialmente all'Empoli, con alcune buone stagioni e un'orgogliosa marcatura su Kakà in uno 0-0 contro il Milan. Poi tanta B e C, prima del ritiro vicino casa, a Lecco.

    "Mi mancava sempre qualcosa per arrivare a 31, facevo 30 e mi andava bene. Dai 18 ai 24 anni ero stato perfetto, poi forse mi è mancata la cattiveria per insistere e sfondare".

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  • Andreas Isaksson Getty

    ANDREAS ISAKSSON

    Nella storia della Nazionale svedese (terzo come numero di presenze con due Mondiali e quattro Europei disputati) ma non nella storia della Juventus.

    Arrivato giovanissimo a Torino, ricoprirà il ruolo di terzo portiere alle spalle di Van der Sar e Rampulla, senza mai scendere in campo in gare ufficiali. Tornato in patria, avrà un'altra grande occasione qualche anno dopo, con il trasferimento al Manchester City per fare il titolare, almeno sulla carta...

    Gli infortuni e l'esplosione di Joe Hart, infatti, lo faranno scivolare nuovamente al ruolo di riserva. Avrà però l'onore, per modo di dire, di difendere i pali della porta dell'ultimo City pre sceicchi, capace di subire 8 goal in casa del Middlesbrough. Sicuramente l'umiliazione più grande im una carriera che lo ha visto sempre grande protagonista in Nazionale e quasi mai con i club.

  • Gael Kakuta and Bongani Zungu of AmiensGetty

    GAEL KAKUTA

    Cresciuto nel Chelsea con l'appellativo di 'enfant prodige', non è mai riuscito a disputare una stagione intera prima del trasferimento in Eredivisie al Vitesse, nel quale divenne famoso più che un altro per un video di un suo tiro finito fuori dallo stadio.

    Nonostante tutto la Lazio decise di acquistarlo in prestito nel gennaio del 2011 per sostituire Hernanes, appena trasferitosi all'Inter. In quattro mesi Kakuta disputò appena due partite (una in Serie A e una in Europa League) prima di tornare mestamente al Chelsea.

    Trasferitosi nella Liga, al Rayo Vallecano, il francese si guadagnò addirittura un contratto con il Siviglia che lo prelevò a titolo definitivo dal Chelsea per poi scaricarlo a sua volta in Cina qualche mese dopo. Ma il futuro di Kakuta sarà ancora in Spagna, dove con la maglia del Deportivo segnerà la prima doppietta della sua carriera proprio al Siviglia, che lo aveva silurato senza troppi complimenti.

    La svolta vera è arrivata però all'Amiens, dove Kakuta si è ritagliato un ruolo da assoluto protagonista: sei goal e sei assist il primo anno, numero 10 e spirito da leader. Goal pesanti e magie in Ligue 1, la dimensione che più l'ha esaltato anche al Lens.

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    FILIPPO BONIPERTI

    Il cognome è un macigno da portarsi dietro nella condizione di dover dimostrare per forza qualcosa. Il nipote di Giampiero, dopo l'esordio a 19 anni con la Juve, non c'è riuscito.

    Venne lanciato nel 2010 in una sfida di Europa League contro il Manchester City e nello stesso anno farà anche il debutto in Serie A contro il Napoli. Le aspettative su di lui c'erano eccome, ma Boniperti ha finito per perdersi tra un prestito e l'altro.

    Ascoli, Carpi, Empoli e infine la cessione a titolo definitivo al Parma. con cui giocherà appena due partite in Serie A. Poi ancora prestiti: Crotone, addirittura Nova Gorica e Mantova. Boniperti non segnerà mai più di 4 goal in un'intera stagione in carriera. Fino al prematuro ritiro nel 2017.

  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    FRANCESCO GRANDOLFO

    A 18 anni fa parlare di sè per una tripletta nell'ultimo turno di Serie A, nell'inutile sfida tra il suo Bari (già retrocesso) e il Bologna: l'unico giocatore dei Gallesi ad aver firmato tre reti in trasferta in A. Ma è l'unico lampo della sua carriera.

    L'ultima presenza in Serie A risale ormai a otto anni fa, con la maglia del Chievo. Dal 2012 in poi ha giocato al massimo in Serie C, riuscendo ad arrivare in doppia cifra soltanto una volta.

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  • Bruce Dombolo Pungu

    BRUCE DOMBOLO PUNGU

    Arrivato in Italia all'Ancona nella famigerata stagione 2003/04, giocò giusto due partite in Serie A con la squadra già ampiamente retrocessa. Difficile ricordarsi di lui, anche se durante i 45 minuti passati in campo contro il Perugia mise in mostra una prestanza fisica non indifferente. Proveniva dal settore giovanile dell'Auxerre, normalmente una garanzia in termini di giovani talenti.

    Tuttavia quello fu l'apice della breve carriera di Dombolo Pungu, che dopo qualche comparsata tra Serie C e leghe minori francesi ha fatto perdere totalmente le sue tracce. Almeno fino all'agosto 2010, quando è stato incriminato e condannato per rapina a mano armata in una gioielleria: "Firmavo autografi, era bellissimo. Poi sono diventato un criminale".

    Ha fatto entra ed esci dal carcere per gran parte della sua vita, adesso sta provando a redimersi, partecipando anche al programma tv francese 'Grand Oral', dove i concorrenti selezionati raccontano il loro passato difficile di fronte a una giuria.

  • Odion Ighalo Nigeria 2019Getty Images

    ODION IGHALO

    Arrivato in Serie A giovanissimo dal campionato svedese, Ighalo non è riuscito a consacrarsi con l'Udinese, collezionando appena cinque partite ed un goal nell'ultima giornata contro il Cagliari. La stagione successiva in prestito al Cesena fu un disastro, ma nemmeno al Granada le cose andarono meglio.

    La svolta è arrivata nel 2014, quando l'Udinese ha deciso di cedere a titolo definitivo Ighalo al Watford. L'attaccante nigeriano ha realizzato 36 goal in due stagioni tra Championship e Premier League, guadagnandosi un ricchissimo contratto in Cina. Ma Ighalo gode ancora di grande considerazione in Europa, al punto che a gennaio 2020 è addirittura il Manchester United ad acquistarlo in prestito per completare l'attacco. Un'esperienza, tuttavia, che si concluderà senza troppe gioie.

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  • Lucas Piazon - ChelseaGetty Images

    LUCAS PIAZON

    Di lui si parlava come di un futuro fenomeno agli inizi della sua carriera. Il Chelsea lo strappò alle giovanili del San Paolo e qualche anno dopo Piazon ha confessato di aver rifiutato la Juventus per approdare ai Blues: "Ho detto no alla Juve, ma non mi pento". A Londra però non è mai esploso e nelle stagioni successive ha giocato in prestito un po' ovunque, passando anche dal Chievo nello scorso anno con appena 4 presenze alll'attivo. Quest'estate l'ennesimo prestito, stavolta al Rio Ave in Portogallo.
  • Richmond Boakye JuventusPhoto by Giuseppe Bellini/Getty Images

    RICHMOND BOAKYE

    Cresciuto nelle giovanili del Genoa, era considerato uno dei migliori talenti emergenti in Serie A. Esordì nel 2010 segnando subito un goal al Livorno ed è stato uno dei grandi protagonisti della promozione del Sassuolo in massima serie, tanto da guadagnarsi la chiamata della Juventus.

    Tuttavia in Serie A non è mai riuscito a riconfermarsi, segnando appena 4 reti in 25 presenze. La Juventus lo ha ceduto a titolo definitivo all'Atalanta, che dopo una serie di prestiti lo ha successivamente venduto al Latina. Da quel momento ha iniziato il suo giro del mondo che lo ha portato prima in Serbia, poi in Cina e poi di nuovo in Serbia dove ha trovato la sua dimensione alla Stella Rossa, diventando un protagonista assoluto anche in Champions League.

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  • Ante Budimir, Crotone, Serie A, 25022018Getty Images

    ANTE BUDIMIR

    Dopo aver trascinato il Crotone alla sua prima storica promozione in Serie A, Budimir ha lasciato la Calabria per trasferisi alla Sampdoria, dove ha finito per smarrirsi.

    In blucerchiato ha disputato 11 partite in un'intera stagione, senza segnare nemmeno un goal. L'anno dopo è tornato a Crotone, ma i suoi sei goal non sono bastati ad evitare la retrocessione.

    Nel gennaio 2018 ha deciso di lasciare nuovamente gli Squali per andare a giocare nel Maiorca, con cui ha conquistato un'altra promozione. Stavolta, però, Budimir è rimasto a fare il protagonista anche nella Liga al Maiorca prima e all'Osasuna poi, segnando anche un'indimenticabile doppietta al Camp Nou.

  • Battocchio UdineseGetty

    CRISTIAN BATTOCCHIO

    Eterna promessa con la maglia dell'Udinese, il fantasista argentino era stato anche naturalizzato per vestire la maglia dell'Under 21, della quale è stato una colonna tra il 2013 e il 2015.

    In Serie A ha giocato però appena sei partite, decidendo così di emigrare prima in Inghilterra e poi addirittura in Israele, con in mezzo una parentesi all'Entella in Serie B.

    Alla fine la sua dimensione l'ha finalmente trovata in Francia, al Brest, con cui ha conquistato la promozione in Ligue 1 da protagonista ed ha realizzato la sua prima tripletta in carriera contro lo Strasburgo prima di sparire dai radar tra trasferimenti in Giappone, Messico e Grecia.

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  • Hachim MastourGetty Images

    HACHIM MASTOUR

    Marocchino nato in Italia, su di lui in tanti hanno scommesso ad occhi chiusi. Dopo aver sfiorato di diventare il debuttante più giovane della Serie A, inizia la sua parabola discendente che lo porta prima al Malaga, poi al PEC Zwolle in Olanda ed infine ai greci del Lamia dove dura appena 6 mesi. Un continuo girovagare, compreso un ritorno in Italia alla Reggina, senza mai lasciare il segno ovunque sia andato.

  • Darko Kovacevic Juventus Turin 2000getty Images

    DARKO KOVACEVIC

    Kovacevic è colui che può essere definito come la più classica delle meteore. Rimasto in Serie A per tre stagioni, due alla Juventus e una alla Lazio, non è mai riuscito ad imporsi del tutto nel calcio italiano.

    Eppure i suoi numeri con la Juventus sono tutt'altro da buttare: il primo anno mise a segno 20 goal tra campionato e coppe, diventando celebre specialmente per una doppietta decisiva realizzata a San Siro contro l'Inter, che gli valse un clamoroso 9 in pagella da parte della Gazzetta.

    L'anno successivo Kovacevic segnò meno, complice anche l'esplosione di Trezeguet che lo relegò spesso in panchina. Il trasferimento alla Lazio, nell'ambito dell'affare Salas, fu addirittura deleterio per Kovacevic che in biancoceleste non segnò l'ombra di un goal in appena 11 gare giocate.

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  • Bruno Petkovic Verona Serie AGetty

    BRUNO PETKOVIC

    Esploso in Serie B con la maglia del Trapani, Petkovic non è mai riuscito a trovare continuità in Serie A. Acquistato dal Bologna nel gennaio 2017, ha giocato appena 21 partite in una stagione e mezzo in rossoblù prima di trasferirsi in prestito al Verona, dove ha concluso il campionato con la retrocessione e nessun goal segnato.

    La svolta è arrivata però con il ritorno in Croazia alla Dinamo Zagabria, nella quale ha trovato la sua dimensione, risultando protagonista anche in Champions League con goal pesanti.

  • Matteo Paro Juventus-

    MATTEO PARO

    Nel 2003 vince il Torneo di Viareggio con la Juventus e viene considerato uno dei talenti migliori del settore giovanile bianconero. Non a caso lo stesso anno esordisce in campionato e in Champions League. Diventerà persino titolare nell'anno della Serie B con Deschamps in panchina, segnando anche il primo gol della Juve in cadetteria contro il Rimini.

    L'esplosione di Marchisio lo porterà però a lasciare la Juventus e iniziare una serie di prestiti tra Serie A e Serie B. La consacrazione definitiva non è mai arrivata e dopo il ritiro, avvenuto nel 2017, Paro ha iniziato subito a studiare da allenatore diventando professionista abilitato nel 2019.

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    SALVATORE FOTI

    Altro prodotto del periodo d'oro del vivaio blucerchiato, a 17 anni poteva già vantare un goal in Serie A. La Samp attende per anni la sua esplosione, che tra un prestito e l'altro non arriverà mai. E' emigrato in Svizzera, al Chiasso, ma poi dopo i tantissimi infortuni ha deciso di smettere a soli 27 anni per dedicarsi alla carriera di allenatore, diventando persino vice di Mourinho.

  • Lanzafame Juventus 2010Getty

    DAVIDE LANZAFAME

    Nel 2008 Casiraghi lo paragonò a Cristiano Ronaldo, esagernando forse un tantino. L'anno prima con la Juventus aveva conquistato la Scarpa d'Oro del Torneo di Viareggio ma poi si è fatto schiacciare dalla sua etichetta di predestinato. "Sarò il vostro Cristiano Ronaldo", disse il giorno del suo arrivo a Palermo.

    Emigrato all'estero, è diventato una vera stella in Ungheria tra Honved e Ferencvaros, vincendo titoli e anche la classifica marcatori.

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  • Nicolao Dumitru NapoliGetty

    NICOLAO DUMITRU

    Nato in Svezia da padre rumeno e madre brasiliana, l'attaccante cresciuto nell'Empoli viene prelevato dal Napoli che fa in tempo anche a farlo esordire in Europa League. In maglia azzurra, però, non riesce mai ad esprimersi al meglio, e inizia a girovagare prima in prestito e poi, una volta lasciato gli azzurri, aun po' ovunque in giro per il mondo titolo definitivo, perdendosi malamente sotto la sua etichetta di 'nuvo Balotelli'.

  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty

    MICHELANGELO ALBERTAZZI

    Nelle giovanili del Milan era considerato l'erede di Maldini: il salto nel calcio professionistico non è felice, prima al Getafe e quindi al Verona, dove ha avuto una serie di problemi fisici che gli hanno condizionato irrimediabilmente la carriera.

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty

    DIEGO POLENTA

    Le aspettative su di lui erano talmente alte che veniva convocato in Nazionale maggiore uruguaiana quando era nel Genoa primavera. Dopo una buona esperienza al Bari è tornato a giocare in Sud America con discreti risultati, ma senza mai arrivare al top.

  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    NICOLA BEATI

    Debutta a 17 anni nell'Inter di Cuper, racimola minuti importanti tra campionato e coppa: gli bastano 20 minuti di Champions per sfornare un assist. Poi una carriera in tono minore, senza mai esplodere come ci si poteva aspettare.

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  • Savio Nsereko-

    SAVIO NSEREKO

    Ugandese naturalizzato tedesco, Savio cresce a Monaco di Baviera prima di essere acquistato dal Brescia. Con le Rondinelle sboccerà nel 2008 in Serie B, con tre goal in 17 presenze (a 19 anni): il West Ham lo acquista a gennaio, consegnandoli addirittura la maglia numero 10. Risultato? Flop. Torna in Italia, senza più riuscire a mettere in mostra le grandi qualità di quei sei mesi con il Brescia: zero presenze con la Fiorentina, due col Bologna e 14 squadre cambiate.

  • Lorenzo Tassi BresciaGetty

    LORENZO TASSI

    "Il nuovo Baggio": fu questa l'etichetta che il giovanissimo bresciano si portò dietro sin da piccolo, debuttando in Serie A all'età di 15 anni. Tuttavia, nonostante persino l'Inter avesse deciso di puntare su di lui, non riuscì mai a farsi notare e a rispettare le aspettative.

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    GIACOMO BERETTA

    Il Milan opera un discreto investimento per portarlo nella Primavera rossonera, di cui diventa elemento di spicco. Debutta in Serie A a 19 anni, ma di fatto non ci tornerà a giocare mai più. Qualche stagione buona in B, ma niente a che fare con l'idea da predestinato che si aveva di lui a inizio carriera.

  • Francesco Bolzoni PalermoGetty

    FRANCESCO BOLZONI

    Cresciuto nelle giovanili dell'Inter, sembrava destinato ad una carriera da protagonista. I nerazzurri, però, lo girano al Genoa nell'affare Milito che però lo presta a sua volta al Frosinone. Nonostante sia riuscito a vivere diverse avventure in Serie A, non è mai riuscito a rispettare le grandi aspettative riposte in lui.

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    DANIELE CORVIA

    La Roma lo lancia con grandi speranze, regalandogli minuti importanti in campionato e in Europa all'età di 19 anni. Chi lo immagina accanto a Totti resterà presto deluso. La sua carriera la passerà per gran parte in Serie B

  • Cardacioarchivo

    MATHIAS CARDACIO

    Arrivato su consiglio di Daniel Fonseca insieme a Viudez nel 2008 per un affare complessivo da 4,5 milioni, nel Milan gioca solamente 46 minuti per un totale di due presenze. Debutta in Coppa Italia, poi trova la sua 'prima' in Serie A, sostituendo addirittura David Beckham. Rimarrà la sua unica presenza nel massimo campionato italiano.
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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    DANIELE PAPONI

    Il Parma del post-Tanzi si rivela un buon trampolino di lancio. Debutta a 17 anni, un anno più tardi segna un goal pazzesco al Messina: la grande illusione. Vivacchia in Serie A con il Bologna e vive anche un'esperienza in Canada, con i Montreal Impact, prima di un ultimo ballo nelle serie minori italiane.

  • Nico Lopez UdineseGetty Images

    NICO LOPEZ

    Quando la Roma lo prelevò dal Nacional, sembrava destinato a diventare una stella del firmamento della Serie A. Dopo un esordio meraviglioso (goal al 90' contro il Catania), il 'Conejo' non si è più ritrovato: nè l'Udinese nè il Verona sono riuscite a rilanciarlo.

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  • Keirrison Coritiba 13 05 2017Getty Images

    KEIRRISON

    Corvino lo porta alla Fiorentina nel 2010 tra mille aspettative dopo un breve passato al Barcellona: per lui solamente 12 presenze in maglia viola prima di far sparire le sue tracce tra una squadra improbabile e l'altra.

  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    RICCARDO PERPETUINI

    Fa intravedere ottime cose nella Primavera della Lazio e si guadagna l'esordio in Serie A a 18 anni. Girato in prestito, non riesce quasi mai a convincere, complice qualche infortunio di troppo. Ha lasciato il calcio, ora fa il dentista.

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    REY VOLPATO

    Con la Juventus Primavera vince un Viareggio, ma il debutto in Serie A arriva con la maglia del Siena, a 19 anni. Resta sotto il controllo dei bianconeri per qualche stagione, nel frattempo inizia il suo personalissimo giro d'Italia: ben 11 maglie indossate, senza mai sfondare.

  • Kenneth ZohoreGetty

    KENNETH ZOHORE

    Attaccante danese di origini ivoriane, cugino di secondo grado di Drogba, arriva alla Fiorentina nel 2012 dopo aver disputato la Champions League con il Copenaghen. La maglia viola, in prima squadra, non la indosserà mai.

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    CLAUDIO DE SOUSA

    La 'Pantera' si toglie lo sfizio di debuttare e segnare in Serie A nel giro di poche settimane, a 19 anni. Con la maglia della Lazio, però, non troverà continuità. Soltanto in Serie D avrà modo di tenere alti i suoi standard realizzativi.

  • Ayub DaudGetty

    AYUB DAUD

    Nato in Somalia e cresciuto in Italia, Daud fu il trascinatore della Juventus al Torneo di Viareggio del 2009. Dopo aver anche esordito in prima squadra si è poi perso, girovagando senza pace tra l'Italia e i campionati esteri piùimprobabili.

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    FEDERICO CARRARO

    Uno dei più grandi talenti sfornati dal vivaio della Fiorentina, punto di forza delle selezioni azzurre a partire dall'Under 16. Dopo l'esordio a 17 anni, però, un lento ridimensionamento.

  • Gabriele PuccioAcProSesto.It

    GABRIELE PUCCIO

    Nel 2007 esordì in Champions con la maglia dell'Inter contro il PSV: "Potevo pure segnare, ero solo, ma Suazo non me la passò". Da lì in poi una parabola discendente, dalla Lega Pro fino all'Eccellenza.

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  • ChiumentoGetty

    DAVIDE CHIUMENTO

    Cresce nella Juventus, esordisce in Serie A e in Champions coi bianconeri. L'inizio di una grande carriera? Non proprio. Diventa un buon centrocampista in Svizzera, ma non in Italia: 34 anni il 22 novembre, si è ritirato nel 2017.
  • Gianmario ComiGetty Images

    GIANMARIO COMI

    Figlio d'arte, come centravanti faceva a sportellate nel campionato Primavera con le maglie di Torino prima e Milan poi. Ma il salto di qualità tanto atteso non arriverà mai.

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  • Lorenzo CrocettiGetty

    LORENZO CROCETTI

    Sette reti nell'edizione 2002 del Viareggio e una presenza in Serie A nell'anno del fallimento della Fiorentina. Ha vissuto il periodo migliore della sua carriera nel Pergocrema, dove è rimasto per cinque anni nell'arco di una carriera che l'ha visto giocare un po' ovunque.

  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    RAFFAELE DE MARTINO

    La Roma lo manda in campo per la prima volta 18enne a San Siro, contro il Milan: quasi un'investitura. La sua carriera prenderà una brutta piega con il passaggio choc al Bellinzona. A 32 anni, una parabola discendente l'ha portato fino in Serie D.

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    MARINO DEFENDI

    Uno dei tanti prodotti del fertile vivaio dell'Atalanta, raccoglie diverse presenze anche con le maglie delle nazionali giovanili e gioca il Mondiale Under-20 nel 2005. Con la maglia della Dea tante occasioni ma pochi acuti.

  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    MICHELE PAOLUCCI

    E' il miglior bomber di sempre nel settore giovanile della Juventus: con queste premesse, avrebbe dovuto avere un'altra carriera. Debutta in Serie A solo a 20 anni, con l'Ascoli, la prima tappa del suo giro d'Italia. Tornerà per una parentesi fugace alla Juve, tra un cambio di maglia e l'altro, vivendo esperienze a Malta, Romania e in Canada.

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  • Simone Dell'Agnello Inter

    SIMONE DELL'AGNELLO

    Consacratosi con l'Inter Primavera, Dell'Agnello non è però riuscito a dare seguito a quanto fatto vedere con la maglia dei giovani nerazzurri. Tra un infortunio e l'altro riuscirà a giocare al massimo in Serie C.

  • Vincenzo Fiorillo SampdoriaGetty Images

    VINCENZO FIORILLO

    I più se lo ricordano con il pesante appellativo di 'nuovo Buffon' che l'ha accompagnato per anni tra un successo e l'altro a livello giovanile. Arrivato al momento del dunque con la Sampdoria, è stato protagonista di qualche errore di troppo. Non riuscirà mai a fare il titolare in Serie A.

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  • Fernando Forestieri Italy Under 21Getty Images

    FERNANDO FORESTIERI

    Quando il Genoa lo prelevò dal Boca Juniors, "El Topa" sembrava un predestinato ma non è mai riuscito ad imporsi davvero. Tante le maglie indossate dal talento argentino, ma le gioie sono arrivate soltanto allo Sheffield Wednesday, dove l tifosi lo chiamavano 'Messi'.

  • Giandonato Juventus 2010Getty

    MANUEL GIANDONATO

    Fa vedere ottime cose nella Primavera della Juventus e si guadagna la prima in Serie A a 18 anni. Avrà diverse occasioni in prestito per convincere la dirigenza bianconera, tutte finite male.

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  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    NICCOLO' GIANNETTI

    Cresce nel Siena, ma conosce il grande calcio con la maglia della Juventus. A 19 anni segna in Europa League al Manchester City: sembra l'inizio di qualcosa, ma finirà per trovare una collocazione solo in Serie B.

  • Mohamed Kader (L) of Telecom FC tackle Enock Agwanda of Gor Mahia FCPiccentre for CECAFA.

    MOHAMED KADER

    Nel 1999 sembrava pronto ad esplodere nel Parma dopo il titolo di capocannoniere nella Viareggio Cup, ma l'esordio in Serie A non è mai arrivato. Ha iniziato così a girare il mondo tra Svizzera, Tunisia, Libia e Francia con scarsi risultati. Il punto più alto della sua carriera l'ha raggiunto partecipando ai Mondiali 2006 con il Togo. Dopo l'ultima esperienza negli Emirati Arabi si è ritirato nel 2016.
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  • Jara MartinezGetty

    JARA MARTINEZ

    A parte per il titolo di capocannoniere del Viareggio 2013, lo si ricorda per aver segnato il rigore decisivo che ha permesso al Palermo di conquistare la finale di Coppa Italia. Sembrava potesse essere il suo trampolino di lancio, ma se è finito a giocare nella serie B paraguayana un motivo ci sarà...

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    MATTIA MUSTACCHIO

    E' uno dei punti di forza della Samp che vince tutto a livello giovanile, protagonista anche in un Mondiale Under 20, ma come altri fatica ad imporsi tra i grandi.

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    AIMAN NAPOLI

    Per anni è stato tra le grandi speranze del settore giovanile dell'Inter, con cui ha debuttato in Coppa Italia a 18 anni. Nei vari prestiti in Serie B ha mostrato scarso feeling con il goal, per essere un centravanti.

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    CRISTIAN PASQUATO

    Veneto, stella delle giovanili della Juventus, debutta in Serie A 18enne al posto di Alessandro Del Piero: sembra l'inizio di una favola, ma storia si rivelerà essere più complicata. Finirà a giocare persino in Polonia.

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    ROMANO PERTICONE

    Perno della difesa del Milan Primavera, fa il suo esordio in Serie A a 18 anni. Nel massimo campionato ci tornerà qualche anno più tardi, ma con la maglia del Livorno, prima di arenarsi defintivamente in Serie B.

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    STEFANO PETTINARI

    Portato nelle giovanili della Roma dopo gli exploit con la Cisco Roma, viene lanciato in Europa League a soli 17 anni. Il suo habitat si è però rivelato essere la Serie B, tra buone stagioni e anche qualche promozione.

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    GIAMMARIO PISCITELLA

    Lanciato a sorpresa a 18 anni da Luis Enrique in un Catania-Roma, finisce presto ingoiato dal solito meccanismo: un prestito qua, uno là, fino alla Lega Pro.

  • Ragatzu CagliariGetty Images

    DANIELE RAGATZU

    Storia di un ex predestinato, in cui il Cagliari riponeva grandi speranze. A 17 anni l'esordio in prima squadra, a 18 il primo goal in Serie A: è il marcatore più giovane di sempre della storia dei sardi nella massima serie. Ne seguiranno altri, in maglia rossoblu, ma senza assistere al tanto atteso boom.

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  • Silvano Raggio GaribaldiGetty Images

    SILVANO RAGGIO GARIBALDI

    Con il Genoa Primavera vince un Viareggio, conquista la chiamata al Mondiale U20 e si propone come potenziale pedina per Gasperini, che lo fa debuttare 19enne in Serie A. Col Grifone troverà poca fortuna: fa buone cose a Gubbio, poi un paio di stagioni da comprimario al Virtus Entella e al Mantova.

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    ANDREA ROMANO'

    Capitano dell'Inter Primavera di Stramaccioni, quella del trionfo nella NextGen Series, debutta a 19 anni in Europa League. Non avrà la stessa fortuna di altri componenti di quella squadra.

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    MARCO ROSSI

    A 18 anni trova già spazio in Serie A in un Parma alle prese con problemi societari. Una buona vetrina, che gli regala altre chance in Serie A: Samp, Bari, Cesena, poi la squalifica per Calcioscommesse che ne compromette la carriera. Proverà anche un'esperienza in Australia, al Wellington Phoenix.

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    ANTONIO ROZZI

    A livello giovanile è considerato uno dal futuro assicurato: gioca in tutte le rappresentative giovanili, la Lazio lo fa esordire a 17 anni in Serie A. Anche il Real ci mette gli occhi addosso, ottenendo il prestito per un anno nel Castilla, ma le cose non andranno come sperava.

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    FABIO SCIACCA

    Numero 10 azzurro ai Mondiali Under 20 del 2009, era segnalato tra i più grandi talenti italiani degli ultimi anni. Tartassato dagli infortuni, non è riuscito ad emergere neanche in un Catania bisognoso di forze fresche: dopo l'ennesimo infortunio ha deciso di lanciarsi nel beach soccer.

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    GIUSEPPE SCURTO

    Pezzo pregiato della primavera di papà De Rossi, viene portato in prima squadra da Capello ma debutta solo a 20 anni, nel 2004/05, annata in cui viene utilizzato con una certa frequenza. Troverà spazio solo in Serie B, tra Treviso e Triestina, prima del ritiro anticipato a causa di problemi fisici.

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  • Alen Stevanovic TorinoGetty Images

    ALEN STEVANOVIC

    Cresce in Serbia nel settore giovanile del Radnicki Obrenovac. Arriva nella Primavera dell'Inter a 18 anni, Mourinho lo fa esordire in Serie A contro il Siena, nel gennaio 2010. Sembra l'inizio di una favola ma è un fuoco di paglia. Si trasferisce al Torino ma la sua carriera non decollerà.

  • 50 storie di giovani desaparecidosGetty Images

    ALESSANDRO TUIA

    Ex capitano della Primavera della Lazio, fa il suo esordio in Serie A a 18 anni prima che inizi la girandola dei prestiti: Monza, Foligno e poi Benevento, senza mai trovare continuità in Serie A.

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  • Valerio VirgaGetty

    VALERIO VIRGA

    Viene fuori nella nidiata che produce, tra gli altri, Cerci e Okaka, e fa il suo esordio in Serie A a 18 anni. Un paio di infortuni pesanti ne compromettono la carriera, completamente priva di acuti. Dopo l'esperienza in Portogallo, all'Olhanense è tornato in Italia, giocando tra Serie D ed Eccellenza.

  • Fabio Zamblera

    FABIO ZAMBLERA

    Dall'Atalanta alla Roma, passando per la Sampdoria e il Newcastle: la carriera di Zamblera, però, ha presto cambiato rotta e si è svolta per lo più sui campi di periferia dove ha militato fino a rimanere svincolato.
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  • Guido Vadala Boca JuniorsGetty

    GUIDO VADALA'

    Arrivato in prestito alla Juventus nell'ambito della trattativa che ha portato Tevez al Boca Juniors, il giovane attaccante argentino era stato presentato come un potenziale fenomeno, ma la bocciatura dello staff bianconero è arrivata ben presto.

  • Tabaré Viudez

    TABARE' VIUDEZ

    Il Milan ha scommesso su di lui nell'estate 2008 prelevandolo dal Defensor: il classe '89 ha collezionato una sola presenza in rossonero ed è stato addirittura svincolato l'anno dopo. La sua avventura prosegue tra Centro e Sud America, senza grandi successi.

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  • FideleffMarco Luzzani

    IGNACIO FIDELEFF

    Il biondo argentino classe '89 fa la sua prima apparizione nel Napoli nel 2011, quando il club azzurro lo preleva dal Newell's. Il difensore non convince mai e per lui inizia una serie infinita di prestiti: veste le maglie di Parma, Maccabi Tel Aviv, Tigre, Ergotelis e Nacional prima della rescissione del contratto.

  • Felipe MattioniGetty

    FELIPE MATTIONI

    Nel gennaio del 2009 Felipe Mattioni si presentò al Milan come 'il nuovo Cafù': tanta la pressione sul nuovo numero 2 brasiliano, che in rossonero riuscì a collezionare una sola presenza.

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  • FC Pune City Kerala Blasters Emiliano AlfaroISL

    EMILIANO ALFARO

    Nel 2012 la Lazio decide di puntare su Emiliano Alfaro, brevilinea seconda punta uruguaiana: dopo pochi mesi in Italia i biancocelesti lo girano in prestito fino al 2016, quando sbarca addirittura in Thailandia e poi in India.

  • Oleksandr YakovenkoGetty Images

    OLEKSANDR YAKOVENKO

    La Fiorentina scommette su questo esterno offensivo ucraino nel 2013 prelevandolo dall'Anderlecht, ma il classe '87 viene ceduto in prestito prima al Malaga e poi all'ADO Den Haag dopo sole 6 presenze. Nel gennaio 2018 Yakovenko decide di ritirarsi dal calcio giocato a soli 31 anni.
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  • Cristian Chavez Bruno Bianchi  Atletico Tucuman Peñarol Copa LibertadoresGetty Images

    CRISTIAN CHAVEZ

    Chavez arriva al Napoli nel 2011 per vare il vice Lavezzi, ma colleziona solo due presenze e un tunnel a Lucio in un big match di San Siro. Il ritorno in Sud America è stato più veloce del previsto.

  • Ricardo Faty Ankaragucu 10282018AA

    RICARDO FATY

    Nella prima Roma di Spalletti Ricardo Faty non è riuscito a lasciare il segno: arrivato nel 2006 dallo Strasburgo, resta nell'orbita giallorossa fino al 2010 dopo numerosi prestiti e sole 19 presenze nella capitale.

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  • Mamadou Tounkara, Lazio, Serie A, 02212017Getty Images

    MAMADOU TOUNKARA

    Promettente attaccante senegalese che la Lazio strappa alle giovanili del Barcellona nel 2012: il classe '96 non riesce però a trovare spazio con la maglia dell'Aquila e inizia a girovagare per l'Europa cercando una continuità realizzativa mai trovata.

  • Junior Tallo Layvin Kurzawa Paris SG Lille Ligue 1 13022016Gettyimages

    JUNIOR TALLO

    Il gigante originario della Costa d'Avorio debutta con la Roma nel 2012, dopo un'annata incredibile in Primavera. I giallorossi lo riscattano dall'Inter, sembra l'inizio di una grande carriera ma Junior Tallo delude le aspettative. Prima il prestito al Bari, poi l'inizio dell'avventura in Francia tra Ajaccio, Bastia e Lille. Segna poco, o niente.

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  • Davide Bariti InstagramDavide Bariti Instagram

    DAVIDE BARITI

    Con la maglia del Napoli, ovviamente non da protagonista, ha vinto la Coppa Italia nel 2014. Un centrocampista con spiccate doti offensive, che piace a Rafa Benitez: è lui che lo fa esordire in Serie A. Al termine della stagione 2013-2014 non viene rinnovato però il suo contratto con il Napoli.