Weston McKennie non rilascia molte interviste. È un calciatore molto riservato. Questo atteggiamento rispecchia perfettamente la personalità di McKennie. Il centrocampista della nazionale statunitense ha chiarito, con i fatti e non con le parole, che giocherebbe praticamente ovunque pur di scendere in campo. Questo atteggiamento deriva dalla sua filosofia di mantenere un profilo basso e lasciare che sia il suo gioco a parlare.
Il mistero, quindi, non è McKennie stesso, ma la situazione che lo circonda. In una rara apparizione pubblica all'inizio di questa settimana - un evento di beneficenza, non un'intervista ufficiale - McKennie ha dichiarato che vorrebbe rimanere alla Juventus oltre la scadenza del suo contratto a giugno.
"Torino è una parte importante della mia vita, quindi voglio fare tutto il possibile per le persone che vivono qui" ha detto. "È difficile essere qui e giocare 200 partite, ma ci sono riuscito e spero di giocarne altre cento... Spero di rimanere alla Juventus. Ma lascio tutto nelle mani del mio agente".
E questo fa sorgere una domanda: perché?
McKennie vive lo stesso ciclo ogni anno. Gli viene detto che può andarsene se arriva l'offerta giusta. Valuta alcune offerte, alcune delle quali potrebbero garantirgli un ingaggio più vantaggioso, e poi, inevitabilmente, rimane alla Juventus.
Segue un periodo di incertezza, prima che un nuovo allenatore decida inevitabilmente che l'americano ha un posto da qualche parte, ovunque, nella sua formazione titolare. McKennie ha collezionato 200 presenze e cinque anni di permanenza alla Juve, ma poco è cambiato.
Ma ora sembra davvero di essere a un bivio. McKennie ha parlato. Il suo contratto scade tra sei mesi. Dal 1° gennaio sarà libero di negoziare con altre squadre. È l'anno dei Mondiali e non sembra esserci alcuna proroga immediata sul tavolo.
È questa la versione di McKennie che giocherà per il resto della sua carriera: un giocatore utile che fa il suo dovere per una Juve in difficoltà? O dovrebbe aspirare a qualcosa di più? Questo contratto definirà probabilmente il resto della carriera di McKennie. Deve semplicemente fare la scelta giusta.







