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Max Tonetto collageGetty/GOAL

Max Tonetto: la parentesi al Milan, l'esperienza alla Roma col rigore fallito contro l'Arsenal e ambasciatore del footvolley

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Giocatore che faceva dell'atletismo il suo punto di forza, Max Tonetto aveva una grande duttilità tattica: nato come esterno mancino di centrocampo, nel prosieguo della sua carriera è diventato prima terzino, poi un vero jolly, riuscendo a disimpegnarsi talvolta anche da ala o da interno di centrocampo, e persino sulla fascia destra.

Dopo la gavetta, approda in Serie A con la Reggiana. Si trasferisce in seguito all'Empoli ed è per 6 mesi un oggetto misterioso nel Milan di Zaccheroni, prima di proseguire la sua carriera col Bologna e col Lecce, squadra con cui ha un alto rendimento e si rilancia. Successivamente veste le maglie di Sampdoria e Roma: nella capitale, con Luciano Spalletti in panchina, raggiunge il suo massimo livello, vincendo 2 Coppe Italia e una Supercoppa italiana.

Il suo errore dal dischetto provoca invece l'eliminazione della squadra dagli ottavi di Champions League contro l'Arsenal nel 2009. Nel 2007 ha anche indossato in un'occasione la maglia della Nazionale italiana.

  • LA GAVETTA: DA TRIESTE A REGGIO EMILIA

    Max Tonetto nasce a Trieste il 18 novembre 1974. Nella sua città natale inizia la carriera calcistica con il San Giovanni, formandosi nel Settore giovanile della società. Ancora sedicenne, nella stagione 1991-92 è aggregato alla Prima squadra, con cui colleziona 13 presenze e un goal in Interregionale.

    Riesce a mettersi in evidenza, tant'è vero che nel 1992 il suo cartellino è acquistato dalla Reggiana, che lo inserisce nel proprio Settore giovanile. Nelle stagioni successive milita in prestito con il Fano, in Serie C2(30 presenze e 2 goal), e con il Ravenna in Serie C1 (28 presenze e altre 2 reti).

    Nel 1995 fa così ritorno alla Reggiana, squadra con cui, sotto la guida di Carlo Ancelotti, ottiene la promozione in Serie A. Nel massimo campionato debutta il 5 settembre 1996 in Napoli-Reggiana 1-0.

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  • IN A CON L'EMPOLI E 6 MESI DA 'METEORA' AL MILAN

    Nel 1997 i granata retrocedono in Serie B. Tonetto, dopo 38 presenze complessive in A con gli emiliani, resta invece nel massimo campionato, trasferendosi all'Empoli, club con cui in due stagioni colleziona 65 presenze e 4 goal. Anche con i toscani la seconda stagione culmina con la discesa in Serie B della squadra.

    La carriera di Max è tuttavia in ascesa, tanto che il Milan ne rileva il cartellino. L'esperienza in rossonero, tuttavia, lo vedrà come meteora: in 6 mesi sotto la guida di Alberto Zaccheroni, infatti, l'esterno mancino triestino non scenderà mai in campo in campionato, e l'unica presenza con i colori rossoneri la colleziona in Coppa Italia il 2 dicembre 1999 nel k.o. per 3-2 con la Sampdoria nell'andata degli ottavi di finale.

    Il 22 gennaio 2000 il Milan lo cede così in prestito al Bologna. I felsinei cercano un giocatore con le sue caratteristiche dopo l'infortunio occorso a Tarantino. Inizialmente Tonetto tentenna, poi dice di sì alla squadra allenata da Francesco Guidolin.

    "Fino all'ultimo ho avuto delle perplessità ad accettare - dichiara a 'La Gazzetta dello Sport' Max Tonetto -, non tanto per la reputazione del Bologna ma per le parole di stima che Zaccheroni ha avuto sempre nei miei confronti. In questo caso non c'è stata unità di pensiero fra la società, che giudicava i fatti, e l'allenatore".
    "I fatti dicono che non ho mai giocato in campionato, facendo tanta tribuna, complici anche un paio di infortuni che mi hanno bloccato per tre mesi. Viceversa avevo disputato quasi tutte le amichevoli estive. Ma con 5 esterni per me era davvero dura trovare spazio".
    "Cinquini e Guidolin mi hanno convinto. Vengo da tre campionati di A passati remando per la salvezza. Questa tappa di Bologna è importante perché conto di mettermi in luce ad alto livello".
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  • LE ESPERIENZE CON BOLOGNA E LECCE

    Con la maglia rossoblù scende in campo per complessive 11 gare nella seconda parte della stagione 2000/01. Inizia in Emilia anche la stagione successiva, nella quale passa alla storia per un particolare: disputa le sue prime due gare in Serie A entrambe contro la Roma, l'ultima di 14 totali in maglia rossoblù il 1° ottobre 2000 (sconfitta per 2-0 all'Olimpico) e la prima con il Lecce, la sua nuova squadra in cui passa sempre a titolo temporaneo dal Milan, la settimana seguente (debacle per 0-4 in casa).

    Indossando la maglia giallorossa del Lecce Max vivrà uno dei periodi più belli dell'intera carriera. L'esterno mancino resta in Salento 4 anni, di cui 3 in Serie A e uno in Serie B, ottiene 2 salvezze e una promozione e infiamma con la sua generosità sul campo il pubblico che affolla lo Stadio di Via del Mare.

    Complessivamente raccoglie 134 presenze e 2 goal in giallorosso fra campionati e Coppa Italia e dà il meglio di sé sotto la gestione di Delio Rossi. Nella sua ultima stagione con i salentini Max indossa anche la fascia da capitano.

    "A Lecce ho vissuto un'esperienza bellissima - assicurerà Tonetto -. Posso raccontare che ho pianto due volte: quando sono arrivato e quando sono andato via. Era la mia prima esperienza al Sud. Avevo qualche timore, m poi ho lasciato il cuore nel Salento. In Puglia il calcio si vive con grande passione".
  • IL BIENNIO ALLA SAMPDORIA

    Svincolatosi dal Milan, nel 2004 Tonetto approda a Genova per giocare con la Sampdoria. In maglia blucerchiata, sotto la guida di Walter Alfredo Novellino disputa 2 stagioni ad alti livelli.

    Nel 2004/05 il giocatore triestino dà un apporto sensibile al 5° posto finale della squadra, che anche grazie ai suoi 5 goal in 33 gare si qualifica alla Coppa UEFA. Tonetto debutta in Europa l'anno seguente, nel pareggio per 1-1 in Portogallo con il Vitoria Setubal.

    Il 18 settembre 2005, in occasione della 3ª giornata di campionato, resta impressa negli occhi dei tifosi doriani la sassata col sinistro con cui firma, sotto la Gradinata Sud, la vittoria casalinga per 2-1 della Sampdoria sul Milan di Ancelotti, togliendosi diversi sassolini dalle scarpe nei confronti del club rossonero, che non aveva mai creduto pienamente in lui.

    Anche se il secondo anno all'ombra della Lanterna è meno brillante del primo con un 12° posto finale in Serie A della squadra, l'eliminazione dalla Coppa UEFA nel girone eliminatorio e 40 presenze e 3 goal in tutte le competizioni per il giocatore triestino, il suo rendimento resta di alto livello, tanto da attirare nei suoi confronti le attenzioni della Roma.

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  • LA ROMA, I TITOLI E L'ERRORE DAL DISCHETTO

    Dopo 74 presenze e 8 reti complessive con la Sampdoria, Tonetto si svincola dal club genovese e nell'estate 2006, quella post Calciopoli e post Mondiali 2006, è nuovamente uomo mercato. Su di lui vanno infatti diverse società italiane: alla fine la spunterà la Roma, con cui darà vita ad un binomio vincente.

    "Mi volevano anche Fiorentina e Lazio - rivelerà Tonetto anni dopo a 'Sky Sport' -, in particolare i biancocelesti mi offrivano un contratto più lungo, ma non li ho mai presi in considerazione. Volevo solo la Roma".

    I 4 anni nella capitale, in particolare i primi tre, vissuti con il numero 22 sulle spalle, sono la consacrazione per un giocatore come Tonetto che ha speso quasi tutta la sua carriera calcistica a fare su e giù dalla fascia.

    Il giocatore triestino totalizza 123 presenze e un goal in tutte le competizioni e vince 2 volte la Coppa Italia nel 2006/07 (contro l'Inter, subentrando sia all'andata che al ritorno nei minuti finali) e nel 2007/08 (sempre con i nerazzurri, ma senza disputare la finale) e una volta la Supercoppa italiana (0-1 sull'Inter, gara disputata da titolare) e sfiora 2 Scudetti, il primo con Spalletti, il secondo con Claudio Ranieri.

    La gestione e il calcio di Luciano Spalletti ne esaltano le doti umane importanti e i mezzi atletici di prim'ordine, consentendogli di esordire in Champions League il 12 settembre 2006 nell'ampio successo casalingo per 4-0 nella fase a gironi sugli ucraini dello Shakhtar Donetsk.

    Ribattezzato dai tifosi giallorossi 'T-Max', dal nome del celebre scooter prodotto dalla Yamaha, restano impresse nella memoria dei tifosi capitolini alcune prestazioni, come quella al Bernabeu contro il Real Madrid.

    Il 5 marzo 2008, nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League, al 73' Tonetto ha uno spunto in velocità sulla sinistra ed effettua un cross per Taddei, che con una spettacolare torsione di testa firma il provvisorio 0-1 giallorosso. Alla fine la Roma si qualificherà per i quarti bissando il successo dell'andata all'Olimpico per 2-1.

    L'anno seguente, tuttavia, Tonetto vive l'11 marzo 2009 quella che lui stesso ha definito "l'amarezza più grande" della sua carriera: la doppia sfida con l'Arsenal si risolve ai rigori e i Gunners si qualificano in semifinale grazie all'errore decisivo dal dischetto di Max, che sparacchia alle stelle dagli 11 metri il pallone della qualificazione, che sorride così all'Arsenal.

    Negli anni alla Roma Tonetto conquista anche la maglia della Nazionale italiana: il 2 giugno 2007 Donadoni lo utilizza da titolare nella vittoria fuori casa delle Qualificazioni ad Euro 2008 contro le Isole Far Øer. Resterà l'unica presenza in Azzurro per l'esterno mancino triestino.

    Il binomio con la Roma dura invece per Tonetto fino al 2009/10, stagione in cui trascorre diversi mesi in infermeria per i problemi a una caviglia, mettendo in piedi solo 8 presenze in tutte le competizioni.

  • IL RITIRO, LA PASSIONE PER LA RADIO E IL FOOTVOLLEY

    A giugno 2010, dopo 122 presenze e un solo goal in campionato contro l'Empoli, Tonetto resta svincolato e a 35 anni decide di ritirarsi dal calcio giocato.

    "In una trasferta di Champions a Londra, alcuni intermediari provarono a convincermi a trasferirmi in Inghilterra - ricorderà -. Ma avevo già tre figli e ho preferito scegliere la serenità della famiglia".

    Appesi gli scarpini al chiodo Max a modo di coltivare innanzi tutto la sua grande passione per la radio: collabora inizialmente con l'emittente radiofonica 'ReteSport' e poi con la radio ufficiale della Roma, 'Roma Radio'. Nell'estate del 2012 è ancheospite delle varie trasmissioni tematiche della 'Rai' per gli Europei.

    Nel 2016 si è aggiudicato il 'Premio Sette Colli', riservato alle bandiere della storia giallorossa. Di recente è invece diventato un cultore e un ambasciatore del footvolley, una nuova disciplina che sta trovando sempre più riscontri fra gli appassionati e che, in sostanza, è una sorta di beach volley in cui la palla si colpisce con i piedi e non con le mani.

    È cominciato tutto sulle spiagge di Ostia - spiegherà a 'Il Posticipo.it' -. Quando ho smesso di giocare, alcuni amici mi hanno fatto conoscere questo sport nato in Brasile negli Anni '70 e portato in Italia dai calciatori carioca arrivati in Serie A. Il footvolley si sta affacciando piano piano anche da queste parti, negli ultimi anni ha fatto grandi passi in avanti. Da due anni organizziamo il primo campionato di footvolley con alcune società e facciamo esibizioni itineranti in giro per l'Italia".
    "Tecnicamente si gioca nello stesso campo del beach volley, la rete è alta 2 metri e 15 centimetri quindi è un po' più bassa. Le regole sono le stesse, ma anziché usare solo le mani si può colpire il pallone con piedi, petto, spalla e testa. Si possono fare al massimo tre tocchi, la palla non deve cadere mai, e per vincere un set servono 18 punti".
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