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De Bruyne Lukaku GFXGOAL

Manchester City-Inter è anche De Bruyne vs Lukaku: amici da una vita, nemici per una notte

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Un rapporto che va avanti da una vita, un legame che nemmeno l’evolversi delle rispettive carriere ha saputo spezzare: per 90 minuti (e forse anche di più), Kevin De Bruyne e Romelu Lukaku metteranno da parte il sentimento dell’amicizia per trovarsi di fronte nel momento più importante della loro storia calcistica.

L’Inter cerca la quarta Coppa dei Campioni/Champions League, il Manchester City la prima affermazione a livello europeo dopo l’incetta di titoli in Inghilterra, dove negli ultimi sei anni a vincere la Premier League sono stati proprio i ‘Citizens’ di Pep Guardiola

Lo stadio Olimpico Ataturk di Istanbul sarà il teatro di una battaglia tra due amici, oseremmo dire addirittura fratelli, membri illustri della generazione d’oro che ha portato il Belgio fino al primo posto del ranking FIFA, fallendo però l’appuntamento con i trofei che avrebbero dato maggiore lustro ad un’era forse irripetibile.

Il digiuno con i ‘Diavoli Rossi’ non fa che accrescere l’importanza di questa finale, occasione per entrambi di mettere finalmente le mani su quella coppa tanto bramata: da un lato un sogno con un pizzico di ossessione, dall’altro un sogno nell’essenza più pura. Kevin e Romelu, il vostro Belgio - e l'Europa intera - vi osserva.

  • LE BOCCIATURE AL CHELSEA

    La storia condivisa di De Bruyne e Lukaku inizia per un brevissimo lasso di tempo nell’estate del 2013, quando il primo viene acquistato dal Chelsea dopo una grande stagione in Bundesliga tra le fila del Werder Brema e il secondo è appena rientrato dall’ottimo prestito al West Bromwich, condotto fino all’ottavo posto in Premier con 17 goal.

    Tante ottime premesse per dare vita ad una ‘collaborazione’ proficua in quel di Stamford Bridge, cancellate dalla dura realtà dei fatti: De Bruyne verrà ceduto al Wolfsburg il successivo gennaio, Lukaku volerà all’Everton addirittura dopo poche settimane.

    Due bocciature che però hanno nature diverse: a spiegarlo ai microfoni di GOAL nell’ottobre del 2021 è Eddie Newton, la mente del sistema dei prestiti messi in atto dal Chelsea in quel periodo.

    "Penso che per Salah e De Bruyne non si fosse trattato di una questione di talento, ma di scontro di personalità con Mourinho. Pensavo non potesse funzionare in quel momento. Erano abbastanza bravi, ma l'allenatore non si confrontava con loro: insomma, non avrebbe funzionato".

    "Lukaku non era pronto e non mi interessa quello che dicono gli altri: semplicemente non era pronto per essere il numero 9 del Chelsea. Sarebbe stato paragonato a Didier Drogba e non era giusto per lui. Ha lavorato instancabilmente con Antonio Conte all'Inter fino a quando non ha ottenuto le giuste ricompense per la fatica. Ora è tornato al Chelsea, più maturo”.

    Chelsea capitolo definitivamente chiuso per De Bruyne, non per Lukaku che tornerà a Londra per un’altra avventura tutt’altro che entusiasmante.

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  • De Bruyne Lukaku BelgiumGetty

    LEADER DEL BELGIO

    Se con la maglia del Chelsea va male, la storia prende una piega diversa per quanto riguarda la nazionale: fin dai primi ‘vagiti’ calcistici, Lukaku e De Bruyne sono parti integranti della generazione belga di fenomeni, con l’unico cruccio di non essere ancora riusciti a sollevare un trofeo.

    Nemmeno ai Mondiali del 2018, quando arriva un terzo posto che sa di beffa per il potenziale di una squadra considerata dagli esperti tra le più serie candidate per la vittoria finale; la delusione più grande, però, è anche la più recente e coincide con la rassegna iridata andata in scena in Qatar.

    Belgio eliminato in virtù del terzo posto nel girone, alle spalle di Marocco e Croazia: proprio a poche ore dal cruciale impegno contro Modric e compagni, i canali social dei ‘Diavoli Rossi’ presentano la sfida con una rivisitazione della ormai iconica foto ritraente Lionel Messi e Cristiano Ronaldo giocare a scacchi.

    Stavolta i protagonisti sono proprio Lukaku e De Bruyne, una trovata geniale che però non porta fortuna: il Belgio non va oltre lo 0-0, con Romelu protagonista in negativo a causa dei clamorosi errori sottoporta che valgono la condanna all’eliminazione.

    Nonostante l’aria di rassegnazione e di velata rivoluzione, entrambi sono ancora al loro posto e continuano a sudare per la maglia del Belgio nel nuovo corso inaugurato da Domenico Tedesco in panchina: dopo la tripletta siglata da Lukaku contro la Svezia a marzo, De Bruyne ha speso parole al miele per il compagno.

    “Parliamo tutti in termini positivi di Ibrahimovic – le dichiarazioni riportate da ‘Aftonbladet’ – ma Romelu fa le stesse cose e segna tanti goal. Continuerà a fare goal finché giocherà a calcio”.

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  • TRA AMICIZIA E 'TRADIMENTO'

    “Romelu è cattivo e buono allo stesso tempo, vivere insieme a Romelu è come avere un figlio. Sempre in movimento, silenzioso solo quando dorme”.

    Questa dichiarazione di De Bruyne durante una diretta Instagram risalente al periodo del lockdown pandemico lascia intendere quanto sia profondo il rapporto con Lukaku, consolato dall’amico il 15 gennaio 2022 dopo un Manchester City-Chelsea 1-0.

    Autore del goal decisivo è proprio il classe 1991 che, al triplice fischio, si dirige verso l’attaccante per offrirgli qualche parola di conforto. Un gesto semplice, ma dalla potenza immensa.

    Eppure, se proprio vogliamo trovare una ‘crepa’, questa è rappresentata dall’uscita di De Bruyne a novembre 2022: alla domanda su chi sia il migliore tra Lukaku e Haaland, ecco la risposta con un certo senso di imbarazzo.

    “Questa non è una bella domanda ma, se proprio volete saperlo, scelgo Haaland. Mostra sempre qualcosa di speciale. Amo Romelu, per me è come un fratellino ma Erling finora è stato eccezionale col Manchester City. Romelu ha segnato 300-400 goal, Haaland può arrivare a 800-1000 secondo me. E’ efficiente e sa fare davvero tutto. Ma sono contento di entrambi”.

    Frasi avvolte da un velo di sincerità che non fanno che rendere ancora più autentico il legame tra due ragazzi quasi coetanei, ancor prima che calciatori e avversari.

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  • NEMICI PER UNA SERA

    A Istanbul non ci sarà spazio per le ‘smancerie’, ma soltanto per una battaglia sportiva che ridefinirà le vite calcistiche dei due: lo sa benissimo De Bruyne, intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’ a poche ore dall’ultimo atto in terra turca.

    "Lukaku? Ad essere sinceri non lo sento da un po’, dall’ultima partita che abbiamo giocato insieme col Belgio. Siamo stati entrambi molto occupati. Romelu è uno dei migliori amici che ho nel calcio, ci conosciamo da quando avevamo 13-14 anni. Questa è solo una partita: giocheremo contro, e per 90’ o quello che sarà cercheremo di batterci. Ma appena finisce torneremo ad essere amici. E ci vedremo la settimana prossima in nazionale".

    A fare il tifo per Lukaku, però, ci sarà Thibaut Courtois, scottato dall’eliminazione in semifinale per mano proprio di De Bruyne.

    “Spero che Lukaku vinca la Champions League – le parole del portiere del Real Madrid a ‘Prime Video’ – Dall’altro lato, ovviamente, c’è il mio compagno di nazionale De Bruyne, ma conosco Romelu da più tempo e lo rispetto tantissimo”.

    Se la presenza di De Bruyne dal primo minuto è praticamente certa, lo stesso non vale per Lukaku: Inzaghi potrebbe preferirgli Dzeko, per poi affidarsi a lui a gara in corso e provare a sfruttare le maglie un po’ più larghe nella difesa di Guardiola. A prescindere da come andrà, l’amicizia rimarrà intatta: perché i successi personali contano, ma il sano rispetto per la controparte ancora di più.

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