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SSC Napoli v Stade Brestois 29 - Pre-Season FriendlyGetty Images Sport

Lukaku racconta lo Scudetto della rivincita e la sua verità sull'Inter: "Mi avevano dato per morto, non ho potuto dire le mie cose"

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Romelu Lukaku questa estate ha potuto finalmente spegnere il cellulare. O almeno non guardarlo così spesso.

Dopo una serie di trasferimenti, infatti, sulla sua permanenza al Napoli stavolta non ci sono mai stati dubbi.

Troppo forte il legame con Antonio Conte per pensare di cambiare di nuovo aria dopo una sola stagione. 

Peraltro conclusa con quello che Lukaku, intervistato da 'La Gazzetta dello Sport', definisce "lo Scudetto della rivincita".

  • LO SCUDETTO DELLA RIVINCITA

    "L'esultanza contro il Cagliari? Era rabbiosa perché mi avevano dato tutti per morto, per tre anni mi hanno messo la croce addosso.Poi, alla fine, vincere in quel modo, col mister a cui pure è stata messa una croce dopo il Tottenham, è stato bellissimo. Sì, mi sono tolto di dosso un peso incredibile. Vincere una volta capita. Farlo due volte significa essere un vincente. La gente aveva dei dubbi su di me, ma ero convinto che avremmo fatto qualcosa di speciale" sottolinea Lukaku.

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  • Lukaku Conte NapoliGetty Images

    IL RAPPORTO CON CONTE

    Lukaku conferma come il rapporto con Conte sia stato fondamentale a Napoli e in tutta la sua carriera: "Abbiamo la stessa mentalità: solo con il lavoro si migliora. Lui ha un’idea calcistica che si adatta alle mie caratteristiche e io, quando sono a casa, cerco apprendere i concetti di gioco che vuole. La nostra relazione ha sempre funzionato, perché sa darmi ogni giorno quegli stimoli per cercare di essere sempre il più forte.Il mio padre calcistico? Sì, come lo sono stati Roberto Martinez nel Belgio, Koeman all’Everton e Ariel Jacobs all’Anderlecht.Sono loro che mi hanno cambiato la vita". 

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  • L'ADDIO ALL'INTER

    L'attaccante torna anche sul tormentato addio all'Inter dopo la finale di Champions League persa a Istanbul contro il Manchester City:

    "L’ho vissuta molto male per un anno, sono sincero.Vedi come sono andate le cose… non ho potuto dire le mie cose, ho lasciato parlare la gente perché io non sono uno che ama passare per la stampa e attaccare, preferisco reagire calcisticamente. Ora guardiamo avanti, siamo di nuovo in Champions: divertiamoci. Tu vedi delle cose, ma se la gente non sa la verità è un’altra storia, non si può capire perché ho fatto delle scelte…Nella mia carriera, ogni volta che ho detto la verità è stata vista come una cosa scomoda. E ora voglio evitare polemiche. Scudetto speciale perché contro l'Inter? No, sarebbe stata la stessa cosa pure contro Milan o Juve. È stato speciale il percorso".

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  • IBRAHIMOVIC E IL MOMENTO DELLA SUA CARRIERA

    Lukaku preferisce invece non tornare sugli screzi avuti in campo con Zlatan Ibrahimovic: "Chiarire la lite nel derby? Non serve.Ma io ho rispetto per la sua carriera: è stato un giocatore unico". 

    Mentre il belga ammette di aver cambiato il suo modo di giocare negli ultimi anni: "Sono più esperto, sicuro. Prima ero più reattivo, più dinamico. La gente può dire che il fisico è cambiato, ma anche adesso, in ogni gara, ci sono due o tre azioni in cui posso fare la differenza partendo da lontano.Però sono più altruista, lo dicono gli assist.Quando sono arrivato in Italia guardavo più a me stesso. Volevo fare meglio, quando sei ambizioso vuoi sempre fare meglio. Potevo fare di più: 14 goal e 10 assist possono essere un bel bottino ma non è il massimo, io cerco sempre di alzare l’asticella, non si può arrivare alla perfezione ma bisogno provare ad avvicinarsi". 

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