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Luis HernandezGetty/Tiktok/GOAL

Luis Hernandez, il bomber di Francia '98 che si è reinventato con TikTok

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Fanno parte di noi, ormai. Teste chine per rispondere, visualizzare, mi piace, condividi, stories. I social possono piacere, possono essere odiati. Il suo utilizzo può essere utile per l'umanità e controproducente. Soggettività, oggettività. Evolvono, da Facebook a Instagram, fino ad arrivare al colosso TikTok, il nuovo modo di vivere il mondo social. L'applicazione dei ragazzini, l'idea comune.

Certo, per la grande maggioranza la moda del social cinese vede gli Under protagonisti, tra balletti e meme. Ma dietro di loro crescono le vecchie leve, gli attori e i musicisti, le personalità sportive. Tutte a capofitto nella nuova realtà. Trentenni, quarantenni. Cavolo, ci sono anche gli Over 70. E naturalmente chi ha da qualche anno superato i 50.

Ha cominciato per divertimento, in un periodo duro come il primo duro lockdown della pandemia. Poi ha acquistato notorietà tra i più giovani, superando il milione di iscritti. Tra chi ha vissuto la sua era da calciatore e chi lo scopre ora, Generazione Alpha, Generazione Y.

Tutti attaccati davanti allo schermo per scoprire Luis Hernandez, il miglior marcatore di sempre al Mondiale per il Messico. Uno dei 54enni con più seguiti dell'intero network.

  • Luis Hernandez MexicoMONICA M. DAVEY

    EROE DI FRANCIA '98

    Scegliere un campionato di Serie A o una Champions preferita, senza dover pescare le vittorie della propria squadra del cuore, non è facile. Difficilmente si pone sul piedistallo un torneo. A meno che questo non sia il Mondiale. A differenza delle competizioni per club, la Coppa del Mondo è particolare, per tutti. Le edizioni passate ricordano la gioventù, i tempi della spensieratezza. Per gli amanti del Mondiale 1998, quello di Zidane, Ronaldo, Bobo Vieri e Suker, Luis Hernandez è nostalgia pura.

    Un grande cannoniere, protagonista assoluta per la madre patria Messico in terra francese. Lapuente, commissario tecnico dei verdi nel 1998, punta tutto sulla coppia del momento in patria. Al Necaxa giocano sia Blanco che Hernandez. Una coppia che durerà pochi mesi, capace però di trovarsi in ogni zona del campo e costruire oltre 20 goal nei mesi precedenti al Mondiale. Luis è appena tornato dal prestito al Boca Juniors, breve ma intenso.

    Al Mondiale francese il Messico cerca di superare il suo massimo traguardo, quello dei quarti di finale. Non ha mai avuto modo di giocare le semifinali e dunque una possibile medaglia, ma per molti il torneo 1998 può essere la volta buona. Il girone con Olanda, Belgio e Corea del Sud non è certo poi così proibitivo.

    Il Messico ha una buona squadra, che ad eccezione del leggendario portiere Jorge Campos gioca tutta in patria. Si conoscono, i ragazzi di Lapuente. Si sfidano ogni settimana tra Città del Messico, Guadalajara e Toluca. La maggioranza dei convocati fa parte dell'America. Pochi club rappresentanti, maggiore unione tra i 23 scelti.

    Il feeling del Messico in campo è evidente. Come la solita spinta dei tifosi sugli spalti. Protagonisti, loro, tra Lione, Saint'Etienne e Bordeaux in una fase a gironi che la rappresentativa centro-americana passerà come seconda, da imbattuta, a pari punti con l'Olanda. Una fase a gironi in cui il capocannoniere sarà Hernandez: due goal alla Corea del Sud, uno all'Olanda. Matador, lo chiamavano. Un soprannome che richiama orrende pratiche di corrida, ma che legate al calcio riportano solo alla spietata abilità sotto porta del ragazzo di Poza Rica, 29enne in Francia, alla grande occasione della carriera.

    Hernandez la sfrutterà al massimo, tanto da diventare il massimo marcatore del Messico nella storia dei Mondiali: quattro goal - tutti nel'edizione 1998 - di cui l'ultimo a Montpellier, contro la Germania. Gli ottavi sorrideranno inizialmente alla Nazionale di Lapuente, grazie al vantaggio del suo killer d'area. Costantemente più forte in attacco nel corso degli anni, cadrà per una difesa mai all'altezza del torneo: Klinsmann e BIerhoff ribalteranno la gara, spedendo i biondi capelli di Luis Hernandez fuori dalla Coppa del Mondo.

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  • maradona bocaarchivo

    IL 'CAPRICHO' DI MARADONA

    Abbiamo accennato la sua esperienza al Boca Juniors, tra il 1997 e il 1998. Luis Hernandez è reduce da due stagioni in doppia cifra con la maglia del Necaxa, ma soprattutto dal titolo di capocannoniere nella Copa America e dal trionfo in Gold Cup dell'anno prima. Ha 29 anni ed ha sempre giocato in patria, dicendo no alle proposte europee. La proposta che arriva nel '97 è fuori dai confini, ma è irrinunciabile: Diego Armando Maradona ha chiesto espressamente il suo ingaggio.

    Il capriccio di Maradona, il suo 'capricho' per il Boca Juniors. Il Pibe preme per portare a Buenos Aires il bomber messicano, ottenendo l'acquisto come da programma. Tornato in patria nel 1995, ha giocato poco, ma il suo essere Maradona ha i suoi vantaggi. Consiglia, ottiene. Hernandez non può dire no allo sportivo di lingua spagnola più importante di tutti i tempi.

    Maradona e Luis Hernandez fanno parte di un Boca Juniors sulla carta atomico, che raggiungerà mai il top solamente dopo il loro addio. A posteriori, un team con Maradona, Hernandez, Palermo e Riquelme avrebbe dovuto vincere la Libertadores e l'Intercontinentale per anni, ma le trame del tempo la penseranno diversamente. Se Palermo e Riquelme cominceranno a dar vita al Boca a cui Carlos Tevez darà un'ulteriore spinta in avanti, per Maradona la leggenda si chiuderà a inizio '98 con il ritiro. Mentre Hernandez tornerà al Necaxa, finito il capriccio del Pibe e la sua possibilità a Buenos Aires.

    Un breve periodo che Hernandez, però, non dimenticherà mai:

    “La mia decisione di andare in Argentina è stata molto buona. Non me ne pento, anzi. Essere al Boca è stata una delle esperienze più belle della mia carriera. Sono diventato tifoso del Boca e non mi pentirò mai di aver preso quella decisione".

    Il Boca entra nel cuore di Hernandez. Maradona, entra nel cuore di Hernandez. Un aneddoto che Luis racconta spesso, è quello che vide Il Pibe cercare di festeggiare uno dei due goal del messicano in maglia Xeneizes.

    Dopo il goal al Colo Colo, in quel di Santiago del Cile, Diego si assentò per qualche giorno dagli allenamenti. Tornato, vedendo Hernandez, chiese subito che fine avesse fatto:

    "Luisito, dai cazzo, dov'eri in albergo sabato? Guille (Coppola, ex rappresentante di Maradona, ndr) ed io siamo andati a cercarti. Volevamo festeggiare il tuo goal con venti ragazze" ha raccontato Hernandez citando Diego Armando.

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  • PANDEMIA E TIKTOK

    Tra l'inverno e la primavera del 2020, il mondo è dovuto cambiare. Si è chiuso. Tutti dentro, per fuggire al virus. La pandemia ha fatto esplodere definitivamente le piattaforme social, specialmente Twitch e TikTok. Un social in cui Hernandez capita per caso, come tanti. Si mette a ballare insieme a sua moglie, che capisce le potenzialità del marito. Pieno di auto-ironia e voglia di rimettersi in gioco, al pari del suo ruolo da opinionista tv.

    @matadorpr15

    #YummyForDummies #McCormick 😆

    ♬ NO ME IMPOLTA - IMA

    Hernandez non ci crede molto, poi legge i commenti. E la sua vita cambia:

    "Una delle cose meravigliose è che i commenti sono incredibili, cioè sono una motivazione per me. Ho visto commenti che dicono 'mi hai migliorato la giornata', ' Ero stanco, ma ho visto il tuo Tik Tok ed ero già felice', tanti commenti che rendono felice il momento e in questi momenti difficili. Ne abbiamo bisogno, anche un po' di quella scintilla, di quella gioia. Mi fa stare bene".

    Luis ci mette la faccia, mentre la moglie Liz Ramirez mette sul tavolo una serie di idee che renderanno i video di Hernandez virali in poco tempo. Sia grazie alla marea di messicani che non hanno mai dimenticato le sue gesta, sia per il passaparola e le convidisioni delle nuove generazioni:

    “Tutte le idee del mio Tik Tok sono di mia moglie, mi sfruttano..." ha scherzato a 'ESPN' Hernandez. "All'inizio era per divertirmi, ma continuo a farlo. E guadagno di più che con un club del campionato messicano".

    Hernandez ha del resto superato il milione di followers su TikTok, con 11 milioni di mi piace sul suo profilo. Se è rimasto nella mente di così tanti tifosi in giro per il mondo, nonostante non abbia mai raggiunto cifre incredibili di reti e non abbia mai militato in Europa, è principalmente per due motivi. La sua felicità mostrata al Mondiale 1998 ad ogni goal e ovviamente la lunga chioma bionda, non proprio caratteristica in terra messicana.

    Una chioma che Hernandez non ha più. Ma che ripropone grazie ad una parrucca che riporta alla mente il suo exploit in Francia. Stessa fascia, stesso colore, stesso sorriso. Solo le rughe del suo volto cambiano il vecchio ricordo che i fans hanno di Luis. Trasformato, tra balletti, meme e quel pallone che ogni tanto spunta di nuovo fuori.

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