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Livakovic NuovaGOAL

Livakovic a GOAL, tra calcio e moda: "Modric alza il livello di Serie A e Milan, Sucic ha un potenziale enorme"

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Nel 2022, a dicembre, Zadar, Zara, si è fermata come poche altre volte nella storia millenaria della città croata. L'immagine del vecchio foro romano, pieno all'inverosimile, spiegano perfettamente il concetto di "gratitudine" sociale. Il campanile ha i colori della Croazia: sulla chiesa di San Donato, invece, campeggia una foto, quella di DominikLivaković.

Al suo rientro dal Qatar, praticamente da figlio di una delle città più rappresentative del Paese ed eroe (o quasi) per aver portato la sua Nazionale sul podio dei Mondiali per la seconda edizione consecutiva, ha la medaglia di bronzo al collo e un sorriso imbarazzato. Sa di aver compiuto un'impresa che verrà tramandata in futuro, di aver lasciato un'impronta sulla storia sportiva della sua Nazione. E sa che di giorni così possono essercene ancora molti.

"Sono orgoglioso del mio percorso. Non è stato sempre facile, ma mi ha formato: da ragazzino sognavo di giocare per la Croazia e adesso ci sto riuscendo": a GOAL Italia Dominik Livaković si racconta con la consapevolezza di chi ha già tracciato il suo percorso in maniera decisa. Di chi sa, o almeno riesce a vedere, cosa verrà dopo.

Perché, in fondo, quello del portiere più che un ruolo è uno status: in campo e fuori. Una questione di stile, pure: nelle parate e nella vita quotidiana. Forse è anche per questo motivo che vederlo posare per le strade di New York con gli abiti di Mackage non stona, non spiazza. Anzi. "Nel calcio o nella moda, i dettagli contano", ci spiega Dominik. E non ha per nulla torto.

  • Livakovic Rodrygo 2022Getty

    IL PESO DEI SOGNI

    Sono passati quasi tre anni da quando Livaković ha firmato una delle migliori prestazioni mai registrate a un Mondiale, in Qatar: i quattro rigori parati tra Ottavi e Quarti di finale, quelli che per intenderci hanno eliminato Giappone e Brasile (con le lacrime di Neymar e compagni), rimarranno per sempre un pezzo di storia. E di medaglia, la sua.

    "Sono orgoglioso di essere il portiere titolare della Croazia. È un grande onore e una grande responsabilità", racconta a GOAL Italia. Anche perché non era facile raccogliere l'eredità di Danijel Subašić, ovviamente, ma a giudicare dall'entusiasmo dei presenti a Zara, la sua città, e del resto della Nazione sì. Ce l'ha fatta.

    "È difficile dire se questo sia il mio 'Prime', ma mi sento forte e sicuro, e ho ancora margini di crescita. Guardando indietro, sono orgoglioso del mio percorso: non è stato sempre facile, ma mi ha formato. Da ragazzino sognavo di giocare per la Croazia e adesso ci sto riuscendo", aggiunge Livaković.

    In chiusura di mercato estivo, il portiere croato ha lasciato la Turchia per trasferirsi in Spagna, ne LaLiga, al Girona. Un nuovo passo nel suo percorso di crescita e affermazione a livello internazionale.

    "Ho scelto il Girona perché ho percepito subito l'ambizione e la fiducia da parte del club: stanno costruendo qualcosa di entusiasmante, giocano un calcio moderno e se la giocano ad alti livelli. Per me è una bella sfida. Mi aspetto di crescere ancora, aiutare la squadra con la mia esperienza e godermi ogni momento ne LaLiga", spiega a GOAL Italia.

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  • VOLARE... SEMPRE PIÙ IN ALTO

    Se è vero che l'uomo, da sempre, ha avuto l'ambizione di volare, Dominik Livaković non fa eccezione. In uno dei post dell'ultima estate, riguardante la preparazione alla nuova stagione, viene ritratto mentre salta una corda tesa a quasi un metro e settanta d'altezza. 

    Ha senso: certo, in termini fisici e tecnici, ma anche simbolici. "Sono diventato un portiere molto presto, già al secondo allenamento: adoravo l'idea di volare e di essere l'ultimo uomo in difesa, quello che può cambiare tutto con una sola parata", spiega Dominik a GOAL Italia.

    "Ammiravo Iker Casillas e Gianluigi Buffon, delle vere leggende: è un ruolo di grande responsabilità, e questo mi ha attratto", aggiunge.

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  • Livakovic Modric CroatiaGetty Images

    "MODRIC ALZA IL LIVELLO DEL MILAN E DELLA SERIE A"

    Nella maggior parte delle foto che lo ritraggono con la Nazionale croata, Dominik Livaković è accanto a Luka Modric, suo capitano. In comune hanno più cose: il passato alla Dinamo Zagabria e Zara, città di origine, tra queste.

    "Luka è uno dei più grandi calciatori della storia e gioca ancora ad altissimo livello", spiega a GOAL Italia Livaković, parlando d'attualità. Perché anche per il Pallone d'Oro del 2018 l'ultima è stata un'estate da "nuovi inizi", al Milan. E mentre molti si chiedono se sia arrivato troppo tardi in Serie A, il portiere del Girona non ha dubbi.

    "Non penso sia mai troppo tardi per un giocatore come lui. Anzi, in Serie A è arrivato un grande campione e un modello da seguire. Alzerà il livello del Milan sia in campo che fuori, e lo possiamo notare chiaramente dalle sue ultime partite", ha affermato Dominik.

    Segno che l'ingaggio di Modric per i rossoneri ha avuto un significato doppio: sportivo, certo, ma anche mediatico.

  • "SUCIC HA UN POTENZIALE ENORME"

    L'avvio della nuova stagione della Serie A ha consegnato, tra gli spunti, anche l'impatto di Petar Sučić con la maglia dell'Inter: assist "no look" alla prima per il goal di Marcus Thuram contro il Torino e prestazioni che lo spingono a essere uno dei titolari della formazione allenata da Cristian Chivu.

    "Sono davvero felice per Petar", spiega Livaković a GOAL Italia. "È un ragazzo fantastico, umile, lucido e molto serio quando pensa alla sua carriera".

    Parole che confermano anche quanto raccontato dallo stesso Sučić ai canali ufficiali del club nerazzurro: non ha un profilo social e preferisce la vita reale. Che dire? 

    "In campo ha un potenziale enorme: se continua a lavorare così credo davvero che in futuro possa diventare un giocatore importante per l'Inter e per la Croazia", aggiunge Livaković.

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  • SORPRESA BATURINA

    Modric e Sučić non sono gli unici croati a essere arrivati in Serie A in estate: verrebbe da dire quasi "Remember the name" se quello di Martin Baturina non fosse già noto a tutti. La sorpresa, però, è che a prenderlo è stato il Como.

    "Martin ha un grande potenziale. È creativo, coraggioso e molto intelligente nelle scelte con la palla. Se si adatta bene al ritmo della Serie A penso che possa sorprendere molte persone. Sono felice di vedere un altro giovane talento croato fare il salto in un grande campionato", ha affermato Livaković a GOAL Italia.

  • TRA CALCIO E MODA: LA COLLABORAZIONE CON MACKAGE

    Tra gli ultimi post social di Dominik Livaković ce ne sono alcuni che non riguardano strettamente il calcio: ha un pallone, sì, ma è tra le strade di New York con abiti Mackage.

    Il motivo è semplice: il portiere croato è il nuovo volto della campagna "Protect your craft" del luxury brand che volge lo sguardo al lifestyle e che nello stesso Livaković trova il simbolo perfetto per trasmettere i suoi valori.

    "Mackage è elegante, moderna, e io la indossavo già prima di questa collaborazione, che è nata in modo molto naturale. Disciplina, semplicità e qualità: sono questi i principi che cerco di seguire nella mia vita e Mackage li riflette nel suo design e nel suo approccio. Che sia nel calcio o nella moda, i dettagli contano. E rimanere fedeli a se stessi è fondamentale", racconta a GOAL Italia.

    Ma il legame tra Livaković e la moda è profondo.

    "La moda è diventata un modo per esprimersi: come portiere indosso sempre la stessa divisa in ogni partita, ma fuori dal campo posso mostrare un altro aspetto. Un aspetto diverso. Non seguo ogni trend, preferisco capi senza tempo e un mio stile che rifletta sicurezza e personalità", aggiunge il croato.

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  • VERSO IL FUTURO

    Ripensando al vecchio foro romano di Zara strapieno di gente dopo i Mondiali del 2022 si può dire che il percorso di Dominik Livaković, dentro e fuori dal campo, è andato oltre la semplice definizione di "realizzazione personale".

    "Mi sento grato. Ho vissuto momenti incredibili, giocato in grandi tornei e rappresentato il mio Paese", confida a GOAL Italia. "A livello personale sono circondato da brave persone, ho una bellissima famiglia, una moglie e un figlio e cerco di rimanere con i piedi per terra, ma 'realizzato' non significa 'finito'. Ci sono sempre nuovi obiettivi da raggiungere, specialmente nello sport", aggiunge Livaković.

    Forse, sempre guardando indietro e dando uno sguardo alla medaglia di bronzo dei Mondiali 2022 presente in bacheca, e all'inizio di una nuova avventura in Europa a 30 anni (l'età della piena maturazione di un portiere), viaggiare con la mente può essere il primo passo verso il domani.Perché se il suo ruolo richiede un certo grado di responsabilità, provare a immaginare il futuro non costa nulla. "Vincere un trofeo importante con la Croazia sarebbe un sogno che si avvera. Ci siamo andati così vicini…", chissà.