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Linari a GOAL: "I Mondiali Femminili una grande chance per l'Italia, giocare all'Olimpico con la Roma è stato emozionante"

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Da anni rappresenta uno dei punti fissi della nazionale italiana e a giugno prenderà parte al secondo mondiale della sua carriera.

Elena Linari non ha ancora trent'anni, ma è una delle colonne portanti del movimento calcistico femminile. La presunzione però non le appartiene, al punto che è ancora in difficoltà a considerarsi un punto di riferimento per le ragazze più giovani. Lo ha raccontato a GOAL.

"Ho esordito quando avevo 19 anni, negli ultimi dieci ho avuto la possibilità e il privilegio di indossare la maglia della nazionale. Siamo all'interno di un continuo percorso di crescita e molte nuove ragazze si affacciano per la prima volta a questa esperienza. Mi fa strano poter dire di essere un esempio per altre calciatrici. Entrare a Coverciano è sempre bellissimo, la convocazione non va mai data per scontata. Ogni tanto mi fermo a guardare quanto è cambiato in tutti questi anni".
  • "I MONDIALI PER RISCATTARE L'EUROPEO"

    "A Coverciano ci sono stati tanti cambiamenti, a partitre dall'aumento dello staff. Ora è molto più numeroso, ci sono molte persone nuove che prima non c'erano. Anche questo è un segnale di crescita del movimento, perché grazie a loro migliora il nostro livello. Le competizioni che ci attendono devono certificare questa crescita, l'ultimo Europeo non è andato bene, ora ci aspetta il Mondiale. E poi il passaggio al professionismo. Fare del calcio il nostro lavoro permette di concentrarci solo ed esclusivamente su quello, cosa che prima non potevamo fare".

    A giugno i Mondiali in Nuova Zelanda, con la consapevolezza di poter far sentire la propria voce. E un sogno nel cassetto...

    "Siamo onesti: vincere sarebbe un grandissimo sogno, ma al momento non siamo ancora a quel livello lì. La speranza è di poter fare molto bene, vogliamo passare il girone e poi andarcela a giocare. Nella partita secca tutto può succedere, ce lo insegna il calcio. Tanto quello maschile quanto quello femminile. Al di là di tutto vogliamo dimostrare che siamo una nazionale in salute e che l'Europeo non soddisfacente dell'estate scorsa è alle spalle".

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  • IL TEST CON LA COLOMBIA

    Martedì 11 aprile il test match al Tre Fontane di Roma contro la Colombia, una gara che per Linari servirà a capire a che punto è l'assimilazione dei concetti della ct Milena Bertolini.

    "Loro sono una nazionale che ha messo in difficoltà la Francia, sono una squadra in salute con tante calciatrici che conoscono bene il calcio europeo. Non sarà facile, loro giocheranno palla a terra come da scuola sudamericana. Sarà importante per capire a che punto siamo e come stiamo recependo i messaggi della ct e dello staff. Vediamo se verrà dato spazio anche alle nuove ragazze per darci maggiori soluzioni. Vogliamo fare bene e vincere tramite il gioco. Dobbiamo ripartire dalla gara vinta in extremis e di voglia contro la Corea".

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  • IL RAPPORTO CON ELISA BARTOLI

    In Nazionale la centrale difensiva ritrova Elisa Bartoli, sua compagna di squadra e capitano nella Roma. Un rapporto, il loro, che Linari sottolinea con ammirazione e orgoglio.

    "Non credo di avere più esperienza di lei, ha fatto un percorso alla Torres in cui ha vinto tutto e ha giocato la Champions League. Sia alla Roma sia in Nazionale per me lei è un esempio da seguire, ho un grande rapporto e grande rispetto per lei. Ha scelto di lasciare la Fiorentina per la Roma quando quest'ultima non era niente. Si è tolta la soddisfazione di vincere Coppa Italia e Supercoppa, ha giocato all'Olimpico e ora speriamo di poterle regalare altri trofei. Li merita per l'umiltà che dimostra e per quel carattere "romanaccio" che non ci permette di essere mai appagate. Lei è così, non molla mai un centimetro".

  • "UN'EMOZIONE GIOCARE NELLO STADIO DI TOTTI E BATISTUTA"

    Il 28 marzo la Roma Femminile ha giocato la sua prima, storica partita all'Olimpico contro il Barcellona. Una gara che ha fatto registrare il più alto numero di spettatori dal vivo a una gara femminile in Italia.

    "Non sono romana, ma da quando sono qui ho iniziato ad amare i colori, la città e i tifosi della Roma. Mi sento una di loro. Chiaramente non ho provato le stesse emozioni di Elisa (Bartoli, ndr), ma è stata una grandissima emozione giocare all'Olimpico. La Roma ha creato un ambiente identico a quello di quando gioca la squadra maschile, è stato emozionante poter giocare su un campo calcato da grandissimi campioni come Totti, De Rossi, Montella...".

    E Batistuta. Già, perché da piccola Elena si avvicina al mondo del calcio proprio grazie alla Fiorentina e alle imprese del suo bomber argentino.

    "Quando è andato via da Firenze per la Roma, l'ho seguito anche in giallorosso. Ha segnato la mia crescita come calciatrice anche se poi adesso gioco in difesa".

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  • POCHI RIMPIANTI CON IL BARCELLONA

    Sul match contro le blaugrana, Linari sottolinea l'importanza dell'evento per il movimento femminile italiano ancor prima del risultato, che purtroppo non è stato positivo per le giallorosse.

    "E' stato un evento che spero si replichi più spesso, ha dimostrato quanto la gente ci tiene al nostro movimento. Abbiamo affrontato una squadra fortissima, forse la migliore in Europa. Ma per essere stata la prima partita per tante di noi in Champions, non ho rimpianti. Non abbiamo mollato e abbiamo provato a fare il nostro gioco sia all'Olimpico sia al Camp Nou. Non sempre ci è riuscito, ma non abbiamo rimpianti. Il divario si è visto, ma è emersa anche la nostra grande voglia e la nostra mentalità".

  • "NON VOLEVO TORNARE IN ITALIA"

    Nella carriera di Elena Linari ci sono anche due anni e mezzo di calcio estero, prima all'Atletico Madrid e poi al Bordeaux. Il ritorno in Italia non era nei suoi piani, ma poi è arrivata la Roma a farle cambiare idea.

    "Volevo vivere un'esperienza fuori dall'Italia e ho deciso di trasferirmi. Sono stati due anni pesanti, non ho trovato la continuità che avrei voluto. Ma ero comunque scettica all'idea di rientrare, non sentivo di aver dato tutto quello che potevo all'estero e perché in Italia avevo lasciato un calcio che non mi soddisfaceva.

    Sono tornata e l'ho fatto nella migliore delle società, che mi ha messo al centro di un progetto presente e futuro. A Roma ho trovato una società vogliosa di fare della femminile una realtà importante e lo sta dimostrando. Sono stati sviluppati tanti settori che non conoscevo: quello della comunicazione, uno staff di fisioterapisti e preparatori di primo livello. Un ambiente dove poter e dover crescere".

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  • IL BOOM DOPO I MONDIALI 2019

    Nel 2019 il movimento calcistico femminile ha vissuto un'impennata nell'interesse suscitato, grazie alla cavalcata dell'Italia fino ai quarti di finale. Linari sottolinea questa crescita per il movimento con un esempio concreto.

    "Nel 2019 giocammo tre amichevoli a Castel di Sangro, due prima e una dopo il Mondiale. Alla prima non c'era pubblico, alla seconda qualcuno. Alla terza lo stadio si è riempito. I risultati hanno fatto la differenza. Per noi quel Mondiale ha avuto tanta importanza e sappiamo quanta ne avrà quello di giugno. Sentiamo la responsabilità e la vogliamo perché fa parte del nostro lavoro".

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