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BLANCHARD GFXGOAL

La parabola di Leonardo Blanchard: dal goal alla Juve a 'Tale e Quale Show'

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23 settembre 2015. La Juventus di Massimiliano Allegri, impegnata nel turno infrasettimanale, è in vantaggio per 1-0 ai danni della neopromossa Frosinone, grazie al goal di Simone Zaza realizzato in avvio di ripresa.

I bianconeri - per l'occasione in maglia rosa - sfiorano ripetutamente il colpo del ko senza però trovare la combinazione vincente.

Nonostante lo striminzito goal di vantaggio, la Juve sembra in grado di traghettare il match al traguardo senza grossi patemi. Quantomeno fino al secondo minuto di recupero.

Al 92', infatti, il Frosinone usufruisce di un calcio d'angolo dalla destra rispetto alla porta difesa da Gianluigi Buffon. Dalla bandierina si presenta Soddimo che con il destro pennella una parabola chirurgica a centro area che premia lo stacco di Leonardo Blanchard, il quale sfugge alla marcatura di Pogba e di testa trafigge Buffon.

E' tutto vero allo Stadium. Juventus-Frosinone finisce 1-1 e l'uomo della storia è proprio il difensore dei ciociari: il suo primo goal in Serie A vale il primo, storico, punto del Frosinone in Serie A.

Quello che sembra essere l'incipit di una bella favola, rimarrà però un episodio estremamente isolato. La carriera di Blanchard, infatti, prenderà una piega differente al punto da allontanarlo nel giro di pochi anni dalle cartine del calcio professionistico.

  • LA GAVETTA E IL FROSINONE: DALLA C ALLA A IN DUE ANNI

    Dopo aver mosso i primi nella Sauro Rispescia, Blanchard - nato il 6 maggio 1988 - a 17 anni viene tesserato dal Siena che lo proietta verso le divisioni inferiori per completare la proverbiale 'gavetta'.

    Al ritmo di una squadra all'anno, veste sei maglie dal 2006 al 2012: Poggibonsi in C2, Sangimignano in D, Pescina in Lega Pro, prima delle esperienze con Pergocrema,Pavia e Feralpisalò.

    La prima grande svolta è datata estate 2012, quando viene ceduto in prestito al Frosinone, piazza che gli consentirà di vivere periodo più importante e prolifico della sua carriera.

    Con la maglia ciociara, dopo una prima stagione dalle sfumature decisamente positive e che gli valgono l'acquisizione a titolo definitivo, inscena un triennio semplicemente strepitoso: sotto la sapiente guida di Roberto Stellone, il Frosinone nel giro di tre anni centra un clamoroso doppio salto dalla Serie C alla Serie A, che diventa meravigliosa realtà nell'estate del 2005. E in tutto questo Blanchard non fa altro che confermarsi in qualità di colonna portante del reparto difensivo. Le porte della massima serie si aprono. Missione compiuta.

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  • Blanchard Juve FrosinoneGetty Images

    IL GOAL ALLA 'SUA' JUVE

    L'impatto con la Serie A per il Frosinone si rivela logicamente complicato. I ciociari perdono le prime quattro partite e alla quinta giornata il calendario propone la proibitiva trasferta sul campo della Juventus.

    E' il 23 settembre 2015. Zaza apre le marcature in avvio di ripresa e per la squadra di Stellone sembra ormai materializzarsi la quinta sconfitta consecutiva. Al 92', però, ecco servito il frame destinato a rimanere impresso in maniera indelebile nel firmamento della società frusinate: corner di Soddimo e stacco a centro area di Blanchard. Buffon non ci arriva e pallone in rete. Il tripudio.

    Un goal che non si può dimenticare. Il suo primo in Serie A, valso il primo punto per il Frosinone nella sua stagione di debutto in massima seria. A legare in maniera indissolubile Blanchard a questa sua prestigiosa firma c'è il suo particolare rapporto con la Juventus, della quale il difensore è sempre stato un tifoso sfegatato:

    "Ero juventino prima di essere qualsiasi altra cosa. Il goal allo Stadium? “Una favola vera. Saltai in controtempo, andando all’indietro. Il mio marchio di fabbrica da sempre. In C lo sapevano, Pogba mi sa di no…", le sue parole a Fanpage.

    Al termine del match, scambiò la maglia proprio con il numero 10 francese, sovrastato in occasione dell'1-1. E anche lì, altra cascata di emozioni:

    "Quando entrai allo Stadium, mi sentii per la prima volta un giocatore vero. Chiesi la maglia a Pogba. Temevo non volesse più darmela e invece se la tolse subito, congratulandosi".

    Blanchard, dunque, un dispiacere alla squadra per cui ha sempre fatto il tifo e per la quale solamente tre mesi prima aveva raggiunto l'Olympia-Stadion di Berlino per sostenere i bianconeri nella finale di Champions League contro il Barcellona.

    Una lunga trasferta vissuta come un tifoso qualunque all'interno della curva juventina, ossia il cuore pulsante del tifo bianconero.

    "Tre mesi fa ero a vedere la partita in curva con i Viking - racconta il difensore a 'La Gazzetta dello Sport' -, avevo la faccia colorata di bianconero. Essere qui, aver segnato qui è stata un'emozione immensa. La vita è incredibile".

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  • LA RETROCESSIONE IN B E LA PARABOLA DISCENDENTE

    Il suo guizzo in terra sabauda si rivelerà puramente illusorio e lo porterà a dover fare i conti con un'amara retrocessione: il Frosinone chiude all'ultimo posto e torna mestamente in Serie B.

    In estate, matura il suo addio al club con il quale ha vissuto il capitolo più importante della sua carriera.

    "Fu l’errore più grande che potessi fare", confermerà qualche anno più tardi.

    Blanchard finisce al Carpi, ma il rapporto con il club è destinato a deteriorare molto presto: morale della favola, finisce fuori rosa dopo 8 partite, si ritrova ad allenarsi su un campo diverso da quello dove lavorano i compagni e a gennaio viene spedito in prestito al Brescia.

    "Mi vollero a tutti i costi. Poi arrivato là volevano che io giocassi in modo differente. Avevo 28 anni, venivo dalla Serie A e le mie idee non si sono sposate con le loro. Pertanto la loro scelta è stata quella di mettermi fuori rosa nel novembre 2016. Mi sono cercato un'altra squadra, sono andato a Brescia in prestito, ho giocato e ci siamo salvati", il racconto a TMW.

    Nei sei mesi con la maglia delle Rondinelle ritrova fiducia, serenità e consapevolezza nei propri mezzi disputando 17 partite e andando in goal in 2 occasioni. Il Blanchard giocatore ha ancora molto da dare e il suo intento è dimostrarlo anche al momento del ritorno a Carpi, ovvero una volta scaduto il suo prestito al Brescia.

    Il copione, però, non cambia e nonostante un'importante investimento nei suoi confronti, lo strappo con la società romagnola non si ricuce. Anzi. Blanchard viene mandato in prestito in Serie C per tentare l'ennesima ripartenza con la maglia dell'Alessandria. L'ennesimo buco nell'acqua prima dell'ennesimo ritorno al Carpi. L'ultimo.

    "Sono sceso in Serie C, non giocavo da tanto e dopo un mese mi sono fatto male. Torno giusto in tempo per il finale di stagione. A quel punto ritorno al Carpi e siamo a giugno del 2018. L'idea di vivere un altro anno così non la potevo sopportare.

    Nel frattempo loro cambiano ancora direttore sportivo ma la musica non cambia: sono fuori dal progetto. Decido a quel punto di risolvere il contratto. Il mio procuratore voleva persuadermi, ma io nemmeno sotto tortura avrei fatto altri sei mesi come nel 2016 e nel 2017".

    La carriera di Blanchard è ai titoli di coda.

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  • IL RITIRO, IL 'TALE E QUALE SHOW' E LA NUOVA VITA

    Liberatosi dal tormentatissimo rapporto con il Carpi, all'alba dei 30 anni Blanchard matura la convinzione che il calcio non sia più il suo mondo.

    "Avevo 30 anni e nell'ultimo anno e mezzo ho ricevuto talmente tanta me**a, che non pensavo di meritarmi, che ho voluto prendermi un attimo per me. Sono arrivate delle richieste ma in quel momento decisi di declinarle. Sono andato a Bali, posto che frequento da diversi anni e riflettendo nel corso del viaggio mi dissi: 'Ma chi me lo fa fare?'", ha spiegato a TMW in un'intervista del 2020.

    Scarpini appesi definitivamente al chiodo, dunque, una nuova vita all'orizzonte: nella sua Grosseto, infatti, Blanchard torna a lavorare nel negozio d'abbigliamento di famiglia e - lavoro permettendo - coltiva una spiccata passione per la pittura.

    Dopo il ritiro, il classe 1988 si è cimentato anche sul piccolo schermo, partecipando ad una puntata di 'Tale e Quale Show', trasmissione nel corso della quale ogni concorrente è chiamato ad interpretare un personaggio del mondo dello spettacolo e della musica: a Blanchard è toccato Giuliano Sangiorgi, il cantante dei Negramaro, del quale ha dovuto intonare il celebre brano brano 'Meraviglioso'.

    Il mondo del calcio, in realtà, non è mai riuscito a relegarlo del tutto nel cassetto dei ricordi e nel 2021 è tornato in campo con la maglia del Belvedere Grosseto, tra i dilettanti. Oggi, ad anni 35, gioca in Prima Categoria, derubricando ciò che fino a qualche anno fa era la sua ragione di vita a semplice passione. Con buona pace di quel goal alla Juve. La sua Juve. La sua grande notte.

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