Tony D’Amico, oggi direttore sportivo dell’Atalanta, ha raccontato il suo percorso personale e professionale, dalle prime esperienze da calciatore fino al presente da dirigente.
In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha spiegato di non essersi mai sentito vicino al Milan, nonostante le voci di mercato, ribadendo il forte legame con il club bergamasco.
Ha affrontato le difficoltà dei casi Koopmeiners e Lookman, definiti simili e “non piacevoli da vivere”, e ha ricordato momenti chiave della carriera da giocatore, dalla tragedia della morte del compagno Catello Mari al riscatto conquistato a Foggia.
D’Amico ha ripercorso anche la nascita della sua carriera da direttore sportivo, i successi di mercato con Amrabat e Zaccagni, il rimpianto per Scamacca e gli aneddoti legati a trattative estenuanti.




