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La Serie A è il campionato più divertente d'Europa? L'Atalanta può davvero lottare per lo Scudetto? Esonerato anche Juric: ma esiste un allenatore che può cambiare la Roma?Tre domande a tre giornalisti di&nbsp;GOAL&nbsp;sui temi del momento: il punto di vista sulla Serie A di Marco Trombetta, Antonio Torrisi e Alessandro De Felice nel nostro 3X3. 
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La Serie A è il campionato più divertente d'Europa? L'Atalanta può davvero lottare per lo Scudetto? Esonerato anche Juric: ma esiste un allenatore che può cambiare la Roma? Il 3X3 di GOAL

LA SERIE A È  IL CAMPIONATO PIÙ  DIVERTENTE D'EUROPA?

I numeri parlano chiaro, i numeri non sbagliano. Dalla stagione 2019-2020 in poi, la Serie A ha visto cinque squadre diverse alternarsi sul palco dei campioni al termine della stagione. La Juventus, alla fine del suo ciclo di nove scudetti, l'Inter, il Milan e il Napoli, prima del nuovo trionfo interista. Nei top 5 campionati europei è un qualcosa di unico, basta dare un'occhiata ai vari albi d'oro. In Premier il City ha vinto sei degli ultimi 7 campionati, fatta eccezione per il Liverpool nel 2020. In Spagna da 20 anni sono ovviamente Real e Barca a dividersi lo scettro, con l'inserimento assai sporadico dell'Atletico Madrid di Simeone (due volte campione nell'ultimo decennio). E poi ci sono Bundesliga e Ligue 1, dove il vincitore ogni anno è praticamente scontato, anche se Dortmund (senza successo) e Leverkusen (dopo 11 successi di fila del Bayern) ci hanno provato. Quest'anno, però, il nostro campionato si sta superando, con 6 squadre raccolte in 2 punti dopo le prime 12 giornate. Non è una situazione che sicuramente rimarrà tale sino alla fine, ma per adesso ce la godiamo questa imprevedibilità. Perché al netto dei valori assoluti e della forza complessiva delle squadre, la Serie A ci sta facendo davvero divertire.

Marco Trombetta: "Quattro diversi campioni in 5 anni… vi bastano?"

Il mito della Serie A come “campionato noioso” è stato smentito dai fatti in più circostanze, ma se siamo portati a pensarci ancora, e ancora, e ancora è semplicemente perché viene venduto con un claim peggiore rispetto ad altre leghe chiuse, comunque, con largo anticipo. Vogliamo parlare della Premier League, cui lotta per il titolo, in genere, si risolve ad aprile, con diverse giornate d’avanzo rispetto al termine? O discutiamo della Liga, se vi va, giunta allo showdown in poche circostanze. Sono forse più divertenti della Serie A?

 No, ma hanno un claim migliore. E questo incide. Polemiche “mediatiche” a parte, godiamoci un campionato che, almeno per adesso, racchiude tante squadre in pochi punti. Sorridiamo assistendo a partite difficilmente scontate senza per forza giudicarle come “antiestetiche”. Senza per forza portare avanti analisi sui difetti. Proviamo, per una volta, a differenziare le due tendenze: da un lato la squadra dominante e bella (Napoli e Inter nelle ultime due stagioni), dall’altro la stagione equilibrata, ma segnata da brutture.

 Facciamone un mix e accettiamo anche i limiti di una lotta Scudetto fondata sugli errori e gli incidenti di percorso che ci sono e ci saranno. Anche questo aiuta a formare una lega combattuta. È il campionato più divertente d’Europa, per ora. Non cerchiamo il pelo nell’uovo. E pensiamo anche a un claim migliore. Basterebbe poco.

Antonio Torrisi: “Il campionato più divertente con il claim peggiore”

Un campionato così equilibrato è senza alcun dubbio divertente, con tante squadre in lotta per i rispettivi obiettivi. Al vertice ci sono sei squadre in due punti, proprio come in coda. La pausa di novembre e (quasi) il primo terzo di campionato rappresentano il momento giusto per tracciare il primo bilancio. La Serie A in questo momento rappresenta nelle Top 5 leghe d’Europa quella più divertente e spettacolare, con risultati imprevedibili, partite ricche di goal ed emozioni e una classifica che rende tutto possibile. L’analisi, però, deve tenere in considerazione i reali valori del campionato, in relazione a quelli degli altri nel Vecchio Continente. I risultati positivi nelle coppe europee delle italiane, con Inter, Atalanta, Lazio e Fiorentina a brillare particolarmente, a cui si è aggiunto il Milan con la vittoria al Bernabeu, confermano la crescita del campionato italiano. L’equilibrio non è solo sinonimo di spettacolo ma dell’incremento della qualità - se parliamo della zona di vertice della classifica - di squadre che hanno allungato le rose con elementi di livello non solo tra i titolari ma anche in panchina per poter affrontare nel migliore dei modi campionato e competizioni europee. La notizia migliore per il movimento calcistico italiano.

Alessandro De Felice: "Non è solo spettacolo, ma anche aumento di qualità"

L'ATALANTA PUÒ  DAVVERO LOTTARE PER LO SCUDETTO?

Già la scorsa settimana avevo affrontato l'argomento, subito dopo il trionfo della Dea al Maradona. Avevo detto che l'Atalanta al suo top può battere davvero chiunque e quando esprime al massimo le sue potenzialità è davvero la squadra più forte d'Italia. Ma il suo grande pregio è stato anche il suo più grande difetto negli ultimi anni. Nel calcio non si può vincere solo quando si è belli. Per conquistare titoli e trofei bisogna soprattutto vincere quando si è brutti. E io resto ancora convinto che l'Atalanta di Gasperini non abbia questa capacità.Attenzione, però: il 2-1 dell'ultimo turno contro l'Udinese apre uno spiraglio. Quella contro i friulani è proprio il tipo di vittoria che serve per arrivare sino in fondo. Una vittoria sporca, arrivata grazie a un autogoal, dopo aver rischiato di andare sotto di due reti. Ecco, paradossalmente, per arrivare ad essere da Scudetto, servono più Atalanta-Udinese che Napoli-Atalanta. Meno bellezza, meno perfezione. Più sporcizia e anche, ovviamente, la giusta dose di fortuna. Forse non sarebbe l'Atalanta, ma per provare davvero a vincere il primo tricolore della sua storia, la Dea deve cercare di essere anche quella che non è.

Marco Trombetta: "Servono più Atalanta-Udinese che Napoli-Atalanta"

Tutte le rivoluzioni hanno bisogno di pratica, atto, concretezza. Altrimenti è solo retorica. Progetto. Fuffa. Ora: l’Atalanta, che fuffa non è, la rivoluzione voluta da Gian Piero Gasperini, se vogliamo, l’ha già compiuta vincendo l’Europa League e coronando un percorso partito da lontano. Si sono riversati fiumi di parole su questo tema, non occorre dilungarci.

 Ma se l’esperienza di Gasperini dovesse, di colpo e inaspettatamente (e non accade, tranquilli), finire adesso, cosa si direbbe della sua Atalanta in Serie A? Si direbbe che sì, tutto bello, avrebbe compiuto la sua missione? Che quella rivoluzione attuata a Dublino avrà avuto degli effetti anche in Italia, in campionato? O sarà un “peccato, oh, sai che si poteva?”?.

 La Dea è una bella idea. I-Dea, giocandoci un po’. Una bella idea di compiutezza calcistica che meriterebbe il lieto fine anche in Serie A. Ma la paura sportiva e super partes di trovarsi di fronte a un altro Vicenza, o a un altro Parma, a un’altra bella realtà che quel sogno l’ha sfiorato, è talmente alta da far riflettere sulle reali possibilità di un’impresa che ha bisogno di bruttezza. E quest’Atalanta, spesso votata al contrario, alla bellezza, potrebbe non aver abbastanza brutture da vincere in quei momenti in cui bisogna essere “bestiali” e non solo “favolosi”. Per le favole ha già dato.

Antonio Torrisi: “Se non ora, quando?”

Gasperini fa il pompiere e prova a volare basso, ma le due vittorie contro Napoli e Udinese, arrivate in modo diverso, fanno una prova: questa Atalanta può giocarsela fino alla fine per il titolo. Il successo del Maradona è stato nettissimo, quello con i friulani sporco e da ‘big’. Due volti di una squadra che in estate è cambiata tanto ma ha saputo rigenerarsi, trovando nuova linfa e rilanciando le ambizioni di un titolo che sarebbe un ulteriore traguardo incredibile e impronosticabile fino a pochi anni fa, dopo il trionfo in Europa League. Certamente l’impegno in Champions League potrebbe pesare nel corso della stagione, ma la sfida più difficile per Gasp sarà quella di tenere alta l’attenzione e la condizione fisica fino alla fine, nella lotta con squadre più abituate a stare al vertice e combattere fino all’ultimo turno per la vittoria del campionato.

Alessandro De Felice: "Due indizi fanno una prova: la Dea può giocarsela"

JURIC ESONERATO: MA ESISTE UN ALLENATORE CHE CAMBI LA ROMA?

L'etichetta di 'uomo morto che cammina' appiccicata su Juric fin dal suo arrivo sulla panchina della Roma, purtroppo, si è rivelata più azzeccata che mai. Il tecnico croato è andato incontro a un destino già segnato, non c'erano proprio dubbi che finisse così, ma proprio nessuno. La società lo ha gettato nel tritacarne mediatico senza il minimo scrupolo, sapendo che dopo il benservito a De Rossi (perfetto parafulmine per la piazza) ogni minimo problema, anche il cigolio della porta della mensa di Trigoria, sarebbe stata colpa di Juric.C'è dunque un allenatore che può cambiare la Roma? Probabilmente sì, chi può dirlo, ma quello che serve davvero, in primis, oltre all'uomo che siederà in panchina, è la chiarezza. Una chiarezza che allo stato attuale non esiste. La palese dimostrazione è la gestione di Dybala, che la società ha sbagliato sin dal primo momento e che non fa altro che peggiorare. La mancata convocazione contro il Bologna per 'problemi fisici' che lo stesso argentino ha smentito è un qualcosa che a certi livelli non può e non deve esistere. Bisogna sistemare le cose a monte. Perché altrimenti la valanga che ne può derivare non farà altro che portare via tutto, compreso il prossimo allenatore.

Marco Trombetta: "Alla Roma non serve l'allenatore, ma chiarezza"

Il problema va capovolto, osservato da un’altra angolazione. Ma chi accetterebbe, in questo momento, la panchina della Roma a cuor leggero senza l’impellente paura di fallire? Di essere messo in pubblica piazza dopo poche partite, senza protezione alcuna. Di scontarsi con la realtà di uno spogliatoio “complicato” (il politically correct impone certi termini).

 Chi, insomma, vorrebbe allenare una squadra che ha già fatto fuori due tecnici in tre mesi di campionato? Bella sfida, per carità. Affascinante, forse anche da “win win”: se fai bene sei miracoloso, se fai male c’è già chi ha fallito prima di te. Uno in mezzo agli altri. Ma quanto si può lavorare, bene, in un contesto così?

 Priorità capovolte, insomma: non dovrebbe essere la Roma, adesso, a cercare l’allenatore giusto, ma l’allenatore giusto a voltare una missione che potrebbe, almeno per questa stagione, essere difficile da compiere già in partenza. Ecco, forse allora abbiamo trovato la risposta: qualcuno che non ha nulla da perdere fa al caso dei giallorossi. Un profilo che può rischiare di “durare” poche partite, senza bruciarsi. E che al tempo stesso possa tenere le redini di uno spogliatoio “complicato”. E magari proporre un calcio convincente. E andare sulla luna e tornare in un giorno. E rubare il fuoco agli dei, diventare invisibile, trasformare l’acqua in vino, camminare sulle acque, ecc.

Antonio Torrisi:  “La rigiro: esiste un allenatore che accetterebbe a cuor leggero la Roma?”

Non cambiarla, ma riportarla in carreggiata. L’unico nome possibile è quello di Daniele De Rossi. L’ex centrocampista giallorosso è colui che potrebbe ricompattare ambiente e spogliatoio e unire tutti verso un unico obiettivo, il bene della Roma. Il gruppo è dalla sua parte, così come i tifosi, che non hanno mai digerito il suo addio per far spazio a Juric. Il ritorno in sella sarebbe l’unica mossa giusta dei Friedkin, che stanno dimostrando di essere in confusione totale attraverso una serie di errori gravi. Uno di questi è stato senza dubbio affidare la direzione tecnica della squadra a Ghisolfi, che non si è dimostrato all’altezza. Il profilo di Mancini rappresenterebbe solo l’ennesimo nome di un allenatore che in carriera ha dimostrato di essere più un gestore che un tecnico di campo, ciò di cui in questo momento avrebbe bisogno la squadra giallorossa. La proprietà texana faccia una scelta forte e torni sui suoi passi per il bene della Roma: sollevi dall’incarico di direttore sportivo Ghisolfi e rimetta al suo posto De Rossi, l’unico che può davvero svoltare la stagione finora disastrosa dei giallorossi.

Alessandro De Felice: "Friedkin rimetta al suo posto De Rossi"

La Serie A è il campionato più divertente d'Europa? L'Atalanta può davvero lottare per lo Scudetto? Esonerato anche Juric: ma esiste un allenatore che può cambiare la Roma? Il 3X3 di GOAL | Goal.com Italia

Tre domande a tre giornalisti di GOAL dopo la dodicesima giornata di Serie A: le risposte sulla corsa Scudetto e sull&apos;esonero di Juric. 

La Serie A è il campionato più divertente d&apos;Europa? L&apos;Atalanta può davvero lottare per lo Scudetto? Esonerato anche Juric: ma esiste un allenatore che può cambiare la Roma? Il 3X3 di GOAL