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Allegri Juventus AtalantaGetty

La Juventus e Massimiliano Allegri: un lungo countdown verso i titoli di coda

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Da mesi sostengo che, al di là del politichese, la Juventus sia ampiamente entrata nel mood del cambiamento al termine della stagione. Via Massimiliano Allegri, dentro un tecnico con caratteristiche differenti chiamato a sviluppare un nuovo progetto. Per intenderci, uno alla Thiago Motta, se non proprio Thiago Motta.

Il problema di questa prospettiva, tuttavia, è il timing. Da settimane, infatti, si parla ininterrottamente del futuro snobbando il presente. E giocoforza, così, la Juve è finita in un vortice dannatamente negativo. Attenzione, in termini di classifica i bianconeri sono in piena linea con l’obiettivo da centrare, ma quando porti a casa un solo successo nelle ultime otto gare – beh – i campanelli d’allarme iniziano a diventare assordanti e angoscianti.

Pensare che Allegri rappresenti l’unico problema, tuttavia, sarebbe un grosso errore. La Juve, per tornare a essere Juve vera, al termine di questa stagione dovrà rivisitare più situazioni. Esempi: completare l’area sportiva inserendo qualche figura riconducibile a Giuntoli; rivedere la rosa compatibilmente con i paletti finanziari da rispettare. Insomma, l’attuale organico vale la Champions e ottenere un piazzamento nella top 4-5 non rappresenta assolutamente un miracolo sportivo, ma al tempo stesso esiste un alone di mediocrità che non può passare inosservato.

  • Allegri Juventus FrosinoneGetty

    LE COLPE DI ALLEGRI

    Per un girone d’andata da applausi, quantomeno in termini di risultati, i sette punti maturati nelle ultime otto gare rappresentano una media da retrocessione. Roba da 0,87 a gara, peggio hanno fatto solamente Sassuolo, Salernitana e Frosinone. Ora, al di là del tema gioco/non gioco, che metteva nel mirino Allegri quando vinceva undici trofei in cinque stagioni e figuriamoci ora, colpisce come Max nell’ultimo mese e mezzo (abbondante) non sia riuscito minimamente a scuotere il gruppo dal punto di vista mentale-motivazionale. Un segnale ben peggiore delle mostruosità proposte recentemente sul rettangolo di gioco. La squadra è apatica, demotivata e impaurita. Un crollo verticale che non ammette repliche e che vede nel tecnico il responsabile principale.

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  • ESONERO IMMEDIATO? NO!

    Alzi la mano chi è convinto che, affidandosi a una figura a interim, la Juve possa ritrovare la via maestra. Personalmente non intravedo all’orizzonte neanche un profilo credibile e spendibile che possa accollarsi un impegno così dispendioso. Ora, pur alle prese con una situazionaccia che va ben oltre il concetto di crisi, ritengo che con il minimo sindacale – e magari qualche botta astrale – l’obiettivo possa essere raggiunto. Superare in casa una Salernitana spacciata, avere la meglio all’ultimo turno sul Monza, provare a sporcare qualche risultato qua e là. In parole povere, tutto ciò che dovrebbe rappresentare la base del discorso per la rosa più costosa della Serie A. E poi, diciamoci la verità, Allegri assomiglia anche a una sorta di parafulmine. Immaginiamoci una Juve che decide di cambiare subito e che non trova la scossa auspicata. Ecco, chi si assumerebbe il rischio di una scelta così impattante in un ambiente ministeriale? Nessuno. Meglio stringere i denti, chiudere con Max e cambiare a bocce ferme.

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  • LA COPPA ITALIA NON SPOSTA

    La sensazione è che, anche se Allegri dovesse chiudere con un titolo, lo scenario non cambierebbe. Ragionare in maniera così superficiale significherebbe aver smarrito completamente la bussola. Se cambiamento dell’allenatore sarà, e per me sarà, è perché evidentemente alla Juve hanno maturato che serva una boccata d’aria fresca. Tutto molto fisiologico, anche constatando come Allegri rappresenti la scelta di una dirigenza che non esiste più. Dall’addio di Andrea Agnelli passando per Federico Cherubini (con un altro ruolo e in scadenza…) e altri dirigenti appartenenti all’amarcord. A Cristiano Giuntoli è stato consegnato un progetto quinquennale e, terminato il primo anno di ambientamento, è lecito aspettarsi che possa iniziare a incidere sensibilmente.

  • Allegri Juventus FrosinoneGetty Images

    EXIT STRATEGY

    Legato da un contratto fino al 2025, Allegri ha confermato di non aver ancora affrontato l’argomento futuro con la società. Testuale: “Quando in società avranno deciso me lo faranno sapere”. L’ingaggio da 7 milioni netti più bonus è impattante, specialmente se contestualizzato a un rosso che al 30 giugno 2024 si stima possa essere superiore a quello del 2022-23 (-123,7 milioni). L’eventuale qualificazione in Champions e l’accesso al Mondiale per Club, comunque, rendono la situazione più sostenibile. A maggior ragione considerando l’ultimo aumento di capitale da 200 milioni. Ergo, la Vecchia Signora ha le spalle coperte e può permettersi di affrontare i costi di un’eventuale estrema decisione. A meno che le parti non decidano di arrivare a un accordo in chiave risoluzione contrattuale. Ma questa è un’altra storia, ancora tutta da scrivere.

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