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Kean LeaoGetty Images

La difesa di Kean: "Io e Leao pensiamo troppo alla musica? Abbiamo un talento"

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La prossima deve essere la stagione del rilancio per Moise Kean, che ha lasciato la Juventus trasferendosi alla Fiorentina.

L'attaccante, infatti, nel 2023/24 non ha segnato neppure un goal con la maglia bianconera e lo scorso gennaio il suo trasferimento all'Atletico Madrid era saltato durante le visite mediche.

Adesso però il peggio sembra alle spalle e Kean, che ha ancora solo 24 anni, spera di rilanciarsi anche in chiave azzurra.

L'attaccante viola, intanto, ha rilasciato una lunga intervista a 'La Repubblica' parlando anche delle ultime polemiche che lo hanno coinvolto.

  • L'ALLENAMENTO COL BERSAGLIO

    Kean, ad esempio, spiega com'è andata davvero durante l'allenamento col bersaglio dopo il video girato sui social in cui l'attaccante non riusciva mai a centrarlo.

    "Ho pensato di lasciar vincere i bambini, quel che contava era renderli felici. Se poi la gente la prende in un altro modo, non è un problema mio. Ero lì per far divertire i bambini ed era giusto mettere in chiaro questa cosa sui social", ha chiarito Kean.

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  • LA MUSICA E L'AMICIZIA CON LEAO

    A chi invece lo rimprovera di pensare troppo alla musica e meno al calcio, Moise Kean risponde così:

    "Amici nel calcio? Certo. Con Rafael Leao, per esempio. Parliamo di musica, calcio, moda. Dicono che pensa troppo alla musica? Se Dio ti dà la possibilità di possedere un talento, perché non mostrarlo? Fare musica mi rilassa tantissimo.

    Finiti gli allenamenti, mi ritrovo a scrivere nel mio studio. Tanti non riescono ancora a capire quel che trasmette la musica. La musica mi ha sempre seguito nel mio percorso da calciatore. Ho scritto “Outfit” e adesso potrebbe uscire un altro singolo scritto proprio con Leao.

    I riferimenti? Capo Plaza, col quale ho un ottimo rapporto. Boro Boro che ho conosciuto a Torino. E poi Bob Marley, mio figlio si chiama Marley in suo onore".

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  • IL CALCIO COME SALVEZZA

    Il calcio è stato la salvezza di Moise Kean, che racconta: "Senza il calcio a quest’ora sarei nei guai. Quando sei piccolo hai delle scelte davanti e bisogna fare quella giusta. Io non avevo esempi attorno a me da seguire. Avevo una persona però, un mio caro amico, che mi ha sempre detto di prendere la strada giusta: quella di fare calcio.

    Ricordo il prete all’oratorio. Lo facevo arrabbiare quasi sempre, è la persona che mi ha sopportato di più. Andava a dormire alle nove e chiudeva tutto. Sbarrava anche il campo nel piazzale. Allora ci organizzavamo, aspettavamo che lui dormisse e poi scavalcavamo per andare a giocarci tutta la notte".


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  • I GIOVANI IN ITALIA

    L'attaccante infine dice la sua anche sui problemi della Nazionale e sulle difficoltà incontrate dai giovani in Italia: "Non riusciamo a sfruttarli bene. Anche io sono dovuto andare all’estero per far capire che di talenti giovani e italiani ce ne sono tanti.Manca ancora l’approccio giusto. Uno step al quale arriveremo presto, ne sono sicuro".

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