I fischi, al Maradona, sono partiti addirittura prima del calcio d'inizio. I tifosi di casa non si capacitavano del motivo per cui l'allenatore del Napoli, Rudi Garcia, avesse lasciato sia Khvicha Kvaratskhelia che Piotr Zielinski fuori dall'undici titolare contro l'Empoli.
All'intervallo della partita di domenica, il presidente Aurelio De Laurentiis era così scontento della prestazione dei partenopei da sentirsi obbligato ad entrare nello spogliatoio - non per la prima volta in questa stagione - per parlare con Garcia e i suoi giocatori.
Kvaratskhelia e Zielinski, due dei protagonisti dello Scudetto della scorsa annata, hanno fatto il proprio ingresso in campo dopo otto minuti dall'inizio del secondo tempo di una partita ancora senza reti. E il georgiano ha quasi sbloccato la situazione all'89', con un sinistro ravvicinato a botta sicura miracolosamente sventato in angolo dal portiere empolese Berisha.
Alla fine, a Napoli un vincitore nel finale c'è stato. Solo che è arrivato dall'altra parte del campo, quando l'ucraino Kovalenko ha fatto partire un destro imprendibile per il portiere di casa Gollini, regalando un clamoroso trionfo all'Empoli.
I fischi sono ricominciati. Il Napoli aveva appena incassato la terza sconfitta casalinga in Serie A, crollando a 10 punti dalla capolista Inter e rendendo praticamente inevitabile l'esonero di Garcia. Puntualmente arrivato un paio di giorni dopo, quando il francese è stato sostituito dal grande ex Walter Mazzarri.
Ma come si è arrivati a questo punto? Com'è possibile che le cose siano precipitate così in fretta per una squadra che nella scorsa stagione incantava l'Europa la scorsa stagione? Garcia, del resto, è arrivato solo a giugno, ma non si è mai dimostrato un degno successore di Luciano Spalletti. Anzi: è addirittura sorprendente che sia durato così a lungo.




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