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Nicolo Fagioli Juventus 2023-24Getty

L'impegno di Betclic contro la ludopatia: "Facciamo prevenzione"

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Lo tsunami che si è abbattuto sul calcio italiano ha riacceso la discussione sul fenomeno delle scommesse sportive sulle piattaforme illegali. Insieme a Maria Raffaella Micuccio, Country Manager di Betclic Italia (Operatore dotato di regolare licenza ADM per la raccolta del gioco a distanza in Italia), abbiamo cercato di fare chiarezza sulla questione.

"Iniziamo subito a chiarire che in Italia, per ottenere una licenza e quindi per poter operare regolarmente nel settore delle scommesse, è necessario conformarsi a un determinato protocollo tecnico che prevede, tra l’altro, anche la richiesta e la verifica dei dati personali di ogni singolo cliente. In questo modo si evita il rischio di iscrizione da parte di minorenni, di persone politicamente esposte e di giocatori che hanno già manifestato l’intenzione di autoescludersi dal gioco per problemi legati alla ludopatia. Inoltre, tutti i dati raccolti sono sempre tutelati durante ogni fase di utilizzo della piattaforma di gioco, nel rispetto della normativa sulla privacy e del GDPR".

Quindi gli operatori dotati di licenza sono attivi anche nella fase di monitoraggio e controllo?
"Certamente. Betclic, ad esempio, collabora con le forze dell’ordine proprio per il controllo in merito a possibili casi di corruzione, di sospetti riguardanti il riciclaggio di denaro o di match-fixing, monitorando e segnalando eventuali flussi anomali di giocate. Inoltre sono costanti e numerose le collaborazioni con aziende che si occupano di formazione e supporto per persone con problemi correlati alla dipendenza dal gioco".

La ludopatia sembra dunque essere un tema molto sentito dagli operatori stessi.

"Sì, a Betclic facciamo formazione costante a tutti i nostri dipendenti attraverso dei corsi svolti da professionisti specializzati che si occupano di supporto e prevenzione alla ludopatia. L’obiettivo è quello di monitorare le attività di gioco dei nostri clienti, offrire la possibilità di autoescludersi dal gioco e, in alcuni casi, fornire loro riferimenti e contatti diretti di organizzazioni specializzate nel supporto o prevenzione della ludopatia".

La materia in Italia è dunque ampiamente normata, ma purtroppo le scommesse sui siti illegali continuano. Come si può fare un passo avanti?

"Il recente caso ha sicuramente riaperto una discussione che il Decreto Dignità sembrava aver “imbavagliato”. La normativa vigente se da un lato ha infatti limitato le attività di comunicazione e marketing per gli operatori dotati di regolare licenza, dall’altro non è riuscita a impedire il traffico di gioco sui siti illegali. Per i consumatori, questo si è tradotto nella difficoltà di comprendere nel concreto la differenza tra chi offre un servizio legittimo, esercitato con regolare licenza, e chi opera su siti illegali, non a norma di legge. I rischi a cui ci si espone scegliendo di scommettere sui siti illegali sono molteplici. Oltre alle sanzioni penali e amministrative e all’eventualità di veder sparire somme di denaro, nei casi peggiori si può addirittura passare a minacce verbali o violenze fisiche. Un’apertura alla possibilità di fare pubblicità responsabile da parte degli operatori dotati di licenza in Italia contribuirebbe a rendere più riconoscibili gli operatori di gioco legittimi".
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