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Moise Kean Arkadiusz Milik JuventusGetty/GOAL

Kean e Milik formato derby: non chiamatele alternative

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Quanto possono pesare le alternative? Tanto per non dire tantissimo. E, d’altra parte, in una grande squadra come la Juventus questa dovrebbe raffigurare la chiave di lettura primaria. Sebbene, in questo periodo storico, la Vecchia Signora sia alla ricerca della miglior espressione.

Detto questo, per vivere una pausa serena, per Madama l’obiettivo nel derby era uno solo: vincere. Missione centrata, con una ripresa diligente sfociata nel 2-0 finale.

Resta la performance di Moise Kean, pimpante fisicamente e mentalmente. Resta l’ingresso di Arek Milik, autore del goal-sicurezza, molto più di una seconda linea.

  • BUONA PRESTAZIONE PER KEAN

    Un bel goal in avvio viziato da posizione di fuorigioco, ma soprattutto tanto lavoro sporco in funzione della coralità. Sportellate qua e là, difesa del possesso spalle alla porta, intensità al potere. Il centravanti piemontese continua a crescere, tecnicamente e non solo, proprio per la gioia di Max Allegri. Che, per quanto riguarda MK, ha sempre nutrito una certa stima. In parole povere, segnali positivi per quanto concerne la crescita di questo calciatore.

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  • MILIK, UN LAMPO CHE FA MORALE

    L’ex centravanti dell’OM si sente pienamente coinvolto nel progetto e, proprio per questo motivo, ha scelto di rimanere all’ombra della Mole. Poi, chiaramente, bisogna fare i conti con le gerarchie che vedono Federico Chiesa e Dusan Vlahovic in primissima linea. Rimasto in panchina nel primo tempo, al suo ingresso nella stracittadina il numero 14 zebrato ha fatto il suo: rete e prestazione. Insomma, proprio ciò che serve per ottenere maggiori possibilità in futuro. Che, sicuramente, ci saranno. Anche considerando il fattore eclettismo.

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  • VISIONE COMUNE

    Al netto dei difetti strutturali della rosa, che sono notevoli e da non sottovalutare, bisogna constatare come la Juve sia un gruppo molto unito. Visione comune, appunto, con la volontà di arrivare all’obiettivo in maniera corale. Nessun individualismo, lavoro di squadra. Modus operandi obbligatorio per provare a fare la voce grossa. Alzando il livello di entusiasmo, alzando l’asticella, per proporre un’evoluzione netta e inequivocabile.

  • IN ATTESA DI ALTRE EVOLUZIONI

    Pazienza a regnare sovrana, con Allegri al lavoro per portare l’intera rosa a tirare fuori il suo potenziale. E, da questo punto di vista, ci sono calciatori che possono e devono alzare decisamente i decibel. Due esempi: Andrea Cambiaso e Fabio Miretti. Pedine destinate, nel tempo, a diventare importanti all’interno dello scacchiere. Alti e bassi, inevitabile che sia così, perché come insegnano i saggi “nessuno nasce imparato”.

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  • CAPIRE DOVE E COME INTERVENIRE

    La Juve è vigile alle eventuali opportunità da cogliere nel mercato di riparazione. Attenzione, non si vola con la fantasia, ma Giuntoli e Manna sono sul pezzo. Qualcosa è ipotizzabile che possa essere fatto per rinforzare il centrocampo, specialmente considerando quanto accaduto a Pogba. Ma, prima di effettuare qualsiasi mossa, la dirigenza bianconera valuterà attentamente gli effettivi a disposizione. Linea guida: nessun riempitivo. Vietato severamente ingolfare il monte stipendi inserendo profili secondari.

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