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Kalinic MilanGetty

Kalinic al Milan, il sogno rossonero spezzato: "Segna o torni là"

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27 anni, giovinezza perduta. Anni tra Ucraina, Inghilterra e la natia Croazia. Regolarmente nel giro della sua Nazionale, tanto da partecipare poco più che vent'enne all'Europeo 2008. La grande occasione della Premier League si è tramutata in un nulla di fatto, viste le sole sette reti nel biennio di Blackburn.

Oltre Manica si aspettavano di più da Nikola Kalinic, cavaliere che dai bastioni di Spalato è finito a Blackburn, Lancashire, per navigare in quelle profonde acque del campionato britannico capaci di inghiottire anche i più esperti marinai nati all'estero.

Kalinic ha segnato ovunque in carriera, nuovamente - per due volte - in doppia cifra durante il suo periodo ucraino. Blackburn è dimenticata e nel 2015 l'entrata in uno dei maggiori campionati europei, conquistata.

L'Europa League del 2014/2015 convince la Fiorentina ad acquistarlo. Corvino vola su Dnipro, convicendosi che quel Nikola là può essere l'uomo giusto per i viola. Pantaleo osserva, colpisce e passa alla cassa quando Kalinic segna 27 reti nelle sue due stagioni di Serie A. Quelle che porteranno il Milan di Mirabelli-Fassone a puntare su di lui.

  • IL MILAN "DELLE COSE FORMALI"

    Il destino di Kalinic è legato a Fiorentina contro Milan. Ad entrambe, unite. La sua prima gara in Serie A è del resto proprio la sfida tra viola e rossoneri.

    Una sfida in cui Kalinic è riuscito a trovare il segno marginalmente durante le sue due esperienze: una rete ai rossoneri (con sconfitta) nelle quattro partite con il logo della Fiorentina sul petto, una nel 5-1 roboante cui il Diavolo affondò la formazione toscana nel 2017/2018.

    Il 22 agosto 2017 Kalinic si trasferisce in prestito oneroso da 5 milioni con diritto di riscatto obbligatorio. Si trasferisce nel Milan delle cose formali, del duo Mirabelli-Fassone. Una delle nuove pedine di un calciomercato che ha come massima espressione Leo Bonucci, ma anche Musacchio, Calhanoglu, André Silva.

    Il nuovo amministratore delegato e il nuovo direttore sportivo cambiano l'attacco con i 38 milioni per Silva, alla prima esperienza in Serie A, e l'arrivo di Kalinic, che rispetto al collega lusitano ha avuto modo di confrontarsi con la Serie A nel biennio precedente.

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  • Kalinic MilanGetty

    L'ARRIVO DI KALINIC: SCELTE E OBIETTIVI

    "Finalmente sono qui, sono felice. Ho detto subito che volevo giocare solo per Milan" dirà Kalinic dopo a firma fino al 2021 e l'annuncio come nuovo numero 7 rossonero. "Finalmente sono qui, sono molto felice e contento. Darò il massimo in campo. Per me è molto importante giocare per la squadra che deve vincere".

    Kalinic è il giocatore che non solo completa l'attacco, ma anche la campagna acquisti del Milan:

    “Nikola è stata una storia lunga più di due mesi, se oggi lo presentiamo è perché lui ha voluto fortemente diventare rossonero. Ai tifosi farà certamente piacere poi l’amore sconfinato, familiare e storico per la nostra maglia che ha permesso di sbloccare questa lunga negoziazione con la Fiorentina. I primi contatti che abbiamo avuto con la squadra e con il suo entourage sono stati a metà giugno. Lui è il giocatore che volevamo per completare la rosa, perché ha esperienza e qualità".

    Kalinic aspetta il Milan da mesi. La società rossonera ha inizialmente altre scelte per l'attacco, che si riveleranno però complicate. La spinta di mister Montella, che ha allenato il croato a Firenze, sarà decisiva per puntare su di lui come ulteriore opzione.

    Se Kalinic non ha mai avuto dubbi riguardo il suo futuro, il Milan ha messo sul tavolo diverse opzioni prima di puntare su di lui. Certo, è sempre stato uno della lista, ma non il piano A senza piani B e C.

    Quando sia Mirabelli che Montella lasceranno il Milan, nel futuro post deludente 17/18, le versioni saranno differenti:

    "Perché non ho preso Aubameyang? La prima scelta di Montella era Kalinic. Da anni è risaputo il rapporto con Aubameyang, ci siamo visti più volte e lui era il mio unico obiettivo per l'attacco anche se il Dortmund chiedeva tanto. Mentre lavoravo per portarlo a Milano dovevo sentire anche le richieste del tecnico che riteneva Kalinic come prima scelta. Era una trattativa difficile quella per il gabonese e sono intercorse altre trattative" evidenzierà Mirabelli.

    Montella confermerà ovviamente il suo apprezzamento per Kalinic, limitando però il suo ruolo:

    "Era un giocatore graditissimo. Ma prima eravamo stati molto vicini a Morata e a Batshuayi. Alla fine, con venti milioni a disposizione, erano difficili da prendere".

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  • "SEGNA O TORNI LÀ"

    Neanche il tempo di esordire con il Milan, che attorno a Kalinic scoppia la polemica. Non per una sua dichiarazione, ma bensì per un siparietto creato da Mirabelli al momento della presentazione del 29enne.

    "Ora basta scherzare, metti la palla dove sai. Sennò ti facciamo tornare là"

    Mirabelli, col sorriso, accoglie Kalinic, chiedendo goal per il bene del Milan. Utilizzando quel 'là'. Inteso come Fiorentina, ovviamente. Apriti cielo.

    La società toscana esplode di rabbia, sicura che Mirabelli abbia usato quelle due lettere in maniera denigratoria. Chiede rispetto, in un comunicato stampa immediato:

    "I termini utilizzati dal dirigente rossonero, che parlando della possibilità di far tornare il calciatore croato alla Fiorentina, ha usato un denigratorio ‘là’, appaiono totalmente fuori luogo e decisamente evitabili. Ci terremmo a ricordare al ds Mirabelli che la Fiorentina è una società importante nella quale hanno giocato campioni che hanno fatto la storia del calcio e che questo Club rappresenta Firenze, una delle città più belle e conosciute al mondo e che pertanto merita e pretende, nel riferirsi ad esso oggi e in futuro, un rigoroso rispetto".

    Immediata sarà anche la risposta di Mirabelli, così come le scuse:

    "Quella non voleva essere che una battuta colloquiale, certo non un contenuto dal tono denigratorio. Provo da sempre grande stima e ammirazione per la Fiorentina, la sua proprietà, i suoi manager, i suoi tifosi. Se qualcuno ha percepito nelle mie parole una mancanza di rispetto, me ne scuso".

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  • Kalinic Milan Serie AGetty

    IL PERIODO ROSSONERO

    Cantiere aperto, Milano 2017. Sponda rossonera. Tanti acquisti, decine di milioni. Risultati, zero. Il Milan 2017/2018 è in altomare, incapace di trovare continuità nei risultati e una direzione ben precisa.

    Vincenzo Montella durerà appena 14 giornate, sostituito da Rino Gattuso. Finalista di Coppa Italia, sesto in Serie A, il Milan cinese sarà grande con le piccole e piccolo con le grandi: troppo poco per farsi strada.

    Sconfitto contro la Juventus, nel Derby meneghino, surclassato dalla Lazio e battuto dal Napoli, il Milan cambierà rotta, puntando su Gattuso.

    Fondamentale per Montella, con il suo esonero Kalinic avrà sempre meno spazio da titolare, fino a divenire una riserva. Illusione, quella di Nikola, riuscito a segnare una doppietta decisiva contro l'Udinese alla prima da titolare (terzo turno, contro l'Udinese), prima di entrare in un vortice di mancata continuità da cui non riuscirà più ad alzarsi.

    "Kalinic che si è creato le sue occasioni: manca l’ultimo step e il mancato affetto di San Siro non lo aiuta" dirà Montella dopo il 14esimo turno contro il Torino. "I fischi li accetto e li comprendo anche, ma devo avere la lucidità di analizzare la prestazione di Kalinic così come di tutta la squadra".

    Quello 0-0 meneghino contro il Torino, in cui Kalinic sbaglierà diversi goal, porteranno all'esonero di Montella. Gattuso erediterà il croato come attaccante e torre, schierandolo dal primo per il periodo necessario a cambiare protagonisti. Saranno Cutrone e Silve le prime scelte, mentre Nikola scivolerà nelle gerarchie, fino ad essere ceduto nell'estate successiva. Dopo 6 goal in 41 presenze.

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  • Bonucci Kalinic Milan Torino Serie AGetty Images

    MADRID E DISCESA

    Accolto a Milano e scaricato in meno di un anno, Kalinic non sarà certo contento dell'operato rossonero. Se il Milan giocherà l'Europa League in virtù del sesto posto, Nikola salirà di livello firmando per l'Atletico Madrid, una delle potenze del continente.

    "Sono contento per essere arrivato in un grande club che gioca sempre la Champions e lotta per le posizioni di vertice" dirà Kalinic a margine della presentazione come nuovo giocatore dell'Atletico.

    Una stagione che sarà l'inizio della discesa per il croato, che dagli anni viola non riuscirà più a trovare la doppia cifra, tra Roma, Verona e Hadjuk Spalato, dove a sorpresa è tornato nel 2021.

    "Milan? Per me è stato difficile" racconterà ad AS. "Non ho potuto fare il precampionato con la squadra. Mi stavo allenando da solo a Spalato in attesa del trasferimento e sono arrivato a Milanello a stagione iniziata. Poi ho avuto molti problemi fisici. Il Milan è una grande squadra, abituata a vincere e lottare per i titoli, e di conseguenza vogliono risultati molto velocemente, ma erano arrivati ​​undici nuovi giocatori. Ci vuole tempo per costruire qualcosa".

    Kalinic, però, non avrebbe mai detto di no, anche davanti ad una campagna acquisti così confusa. Il suo amore per i colori rossoneri? Troppo forte:

    "Giocare nel Milan era il mio sogno da bambino" racconterà dopo la firma. "Tifo rossonero da quando sono giovane. Sono felicissimo di essere qui. La più appassionata di Milan a casa è mia mamma, tifosa da sempre, così come mio fratello. Ma anche tanti miei amici sono sostenitori dei rossoneri, guardavamo sempre le partite insieme. Non so spiegarvi il motivo, forse perché giocavano giocatori croati come Boban e Simic".

    Al cuore non si comanda.

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