Prima del fischio iniziale, le squadre si dispongono in cerchio disegnando uno 0-0 che è premonitore. Tocca cercare nelle immagini e nelle suggestioni, perché di suo la partita non è che offra particolari spunti. Ne esce un pareggio senza reti che rimanda ogni giudizio sulle due squadre al post sosta.
Il primo tempo è una tela rovinata, incolore, bisognosa di un restauro. La cornice è quella di lusso di un super classico come Juventus-Milan: società storiche, rivali agguerrite, sale trofei stracolme. La versione dei primi 45’ è distante anni luce da quello che questa partita è stata e ha rappresentato. La gara è a chi vuole lasciare il pallino del gioco agli altri: alla fine, molto spesso, se lo prende Modric che quasi si diverte a far ruotare la sfera un po’ di qua e un po’ di là. La Juve ci prova con le giocate dei singoli, con le accelerazioni di Yildiz e soprattutto Conceicao. McKennie spreca un paio di inserimenti sparacchiati lontano dalla porta, David è in versione Vila-real e incespica in area. Per i rossoneri il più pericoloso è Gimenez: al 32’ e al 43’, ma senza riuscire a sbloccare il risultato.
Il secondo tempo inizia in controtendenza con un’occasione clamorosa di Gatti e una parata spettacolare di Maignan. Al 51’ altra emozione: palla millimetrica di Modric per Gimenez, Kelly gli frana addosso da dietro: non può che essere rigore. Dal dischetto si presenta Pulisic, palla in tribuna. Da parte sua, la Juve fatica tremendamente e per uscire dall’impasse Tudor prova pure il cambio modulo, passando al 3-5-2 dal 67’. Ma è ancora del Milan l’occasione pericolosa, pericolosissima: Pulisic pennella nel mezzo, Rugani perde Leao che da due passi si divora un goal che sembra già fatto. Ancora il portoghese è tutt'altro che cinico al 90' e regala una parata in tuffo a Di Gregorio. Per il resto, la partita procede stancamente verso uno 0-0 che non serve, ma non fa male alle due squadre.
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