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3x3 Inter 5 HDGOAL

Juventus e Milan sopravvalutate? Cosa può salvare la Roma? L'Inter è troppo forte per tutte? Il 3X3 di GOAL

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  • Juventus e Milan sopravvalutate?
  • Cosa può salvare la Roma?
  • Ha senso parlare di 'lotta a tre' per il titolo o l'Inter è troppo più forte delle altre?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL sui temi del momento: il punto di vista sulla Serie A di Antonio Torrisi, Marco Trombetta e Lelio Donato nel nostro 3x3.

  • Fofana Milan Juventus Serie AGetty Images

    JUVENTUS E MILAN SONO STATE SOPRAVVALUTATE?

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  • Antonio Torrisi: “Quanto pesano i fantasmi di Allegri e Pioli?”

    A liquidare frettolosamente il passato si corre il rischio di perdere di vista il presente, proiettandosi eccessivamente al futuro: idealizzandolo, esagerando. Ora, non è che Juventus e Milan siano sopravvalutate o siano state sopravvalutate dalla critica (pure, forse, nel caso dei bianconeri, chissà), ma vuoi per un motivo, vuoi per un altro, a dicembre siamo al punto in cui si mette già in discussione il progetto tecnico di entrambi i club.

    Un po’ too much, no? Però, in fondo, che si può fare? Si è così “presi” a parlare di quanto fosse cattivo Massimiliano Allegri che si fa quasi fatica ad ammettere i limiti di Thiago Motta, argomentando che anche i problemi della formazione dell’ex Bologna siano dovuti al vecchio allenatore. Ma cosa c’entra, adesso?

    E di Paulo Fonseca cosa si può dire se non che al suo arrivo parte dei tifosi del Milan sembravano “vedove di Antonio Conte” senza neanche che questo fosse mai diventato rossonero? Ecco, altro grosso problema questo: perché Stefano Pioli no, non andava bene. E ok, si può ammettere che la sua esperienza fosse finita da mesi, ma come si fa a diffidare, sin da subito, di un tecnico condannandolo a una stagione senza la minima possibilità di un passo falso? Come si può programmare, in sostanza, se si pensa ancora al vecchio allenatore, colpevolizzandolo oltremodo per responsabilità non sue, come nel caso della Juventus, o se si diffida costantemente del proprio allenatore al momento della firma, come nel caso del Milan? Altro che sopravvalutazione: qui c’è proprio un problema di distorsione.

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  • Marco Trombetta: ""Più che sopravvalutare, questo è un fallimento... "

    Milan e Juventus hanno subito giudizi agli antipodi prima dell'inizio stagione. Sul Milan pendeva il pregiudizio generale nei confronti di Fonseca, su Motta un hype a tratti eccessivo sulla sua capacità di valorizzare la Juventus.

    Nonostante tutto, dopo 16 giornate, era comunque impensabile che il Milan e la Juve fossero rispettivamente a 14 e 9 punti dalla vetta, seppur con una partita da recuperare per quanto riguarda i rossoneri. In questo momento persino la Champions è a rischio, altro che lotta Scudetto. Ci sono delle attenuanti, come gli infortuni e la gestione di certi elementi (quello più per colpa degli allenatori) ma la situazione attuale dipinge un fallimento. Perché, come valori assoluti, è impensabile che Milan e Juve non arrivino tra le prime quattro.

  • Lelio Donato: "Senza Champions i sopravvalutati sarebbero Motta e Fonseca"

    Dipende. Se qualcuno pensava seriamente che potessero ambire allo Scudetto la risposta è sì, Juventus e Milan sono state sopravvalutate. I bianconeri hanno operato un rivoluzione tecnica, tattica e di uomini con una rosa tra le più giovani dell'intero campionato. Vincere in queste condizioni era una mission impossible, specie con un allenatore bravo ma pur sempre alla prima esperienza sulla panchina di una big.

    Lo stesso, in parte, vale per i rossoneri che in estate hanno cambiato tanto a partire dalla guida tecnica. Ad essere sopravvalutato è stato soprattutto il mercato condotto dalle due società perché, alla prova del campo, entrambe le rose sembrano incomplete e non all'altezza di Inter, Atalanta e forse anche Napoli. Detto questo Fonseca e Thiago Motta, pur tra mille attenuanti, possono e devono centrare la qualificazione in Champions League senza se e senza ma. Altrimenti i sopravvalutati rischiano di essere loro.

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  • Saelemaekers Roma Serie AGetty Images

    COSA PUO' SALVARE LA ROMA?

  • Antonio Torrisi: “Solo la fede può salvare la Roma”

    “La Roma ai romanisti” non è uno slogan fatto e finito, confezionato, per liquidare la questione della crisi giallorossa, quanto una presa di coscienza dell’impossibilità di ribaltare una situazione ormai condannata alla mediocrità. Amen: ed è per questo che “la Roma ai romanisti” è la più semplice e immediata formula per sintetizzare il concetto di “fede” che va ben oltre la razionalità. Quella, in questo caso, non serve a nulla.

    La stagione è talmente compromessa che nulla può salvare le sorti di una squadra che, salvo miracoli (improbabili?), deve abituarsi a partite del genere. Ad alti, o meglio, “medi”, e bassissimi. Pace.

    Solo la fede cieca, dunque, può salvare la Roma: quella dei tifosi che non abbandoneranno la formazione oggi allenata da Claudio Ranieri e che si prepara all’ennesima rivoluzione non richiesta. Forse l’ultima: perché la prossima è già tardiva, inopportuna. Rischiosa. Forse pure dannosa.

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  • Marco Trombetta: "Grazie a Dio c'è Ranieri"

    Partiamo intanto da una premessa doverosa: la Roma deve salvare innanzitutto la categoria. Onestamente ci sembra impensabile che una squadra con i valori dei giallorossi possa davvero trovarsi invischiata nella lotta per non retrocedere fino alla fine, ma lo psicodramma è dietro l'angolo quando cominciano a crollare tutte le certezze e si inizia ad avere paura di quello che non si conosce.

    La Roma non è chiaramente abituata a vivere certe situazioni di classifica, ma Ranieri, fortunatamente sì. Il suo valore umano e la sua esperienza in situazioni quassi irrecuperabili (vedi Cagliari lo scorso anno) faranno la differenza alla lunga. La stagione della Roma è già compromessa e probabilmente si concluderà con l'esclusione dalle coppe europee, ma con Ranieri in panchina il rischio di finirla nel modo peggiore possibile dovrebbe essere scongiurato.

  • Lelio Donato: "Da salvare restano la faccia e la Serie A"

    Inutile girarci intorno, alla Roma da salvare è rimasto ben poco. Tre allenatori in meno di mezza stagione, un'altra bandiera 'bruciata' senza un'apparente ragione e il ritorno  di Ranieri come traghettatore dicono molto se non tutto. Il calciomercato estivo è stato fin qui sonoramente bocciato dal campo: Le Fee non si è praticamente mai visto, Soulé idem, mentre anche Dovbyk va a corrente alternata. Il tutto a fronte di investimenti importanti che facevano presagire tutto un altro scenario.

    Cosa resta da salvare? La faccia, probabilmente. E soprattutto c'è da scacciare l'incubo di dover lottare davvero per la salvezza, dato che attualmente il terzultimo posto dista solo due punti. Nel mentre Ghisolfi e Ranieri dovranno programmare già la prossima stagione con annessa nuova rivoluzione. In campo e in panchina.

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  • HA SENSO PARLARE DI LOTTA A TRE O L'INTER É TROPPO FORTE PER LE 'ALTRE'?

  • Antonio Torrisi: “Se l’Inter fa l’Inter… ma se l’Atalanta fa l’Atalanta?”

    Beh, non c’è che dire. Una di quelle prove di forza che ti spiazzano, anche per come si è sviluppata. Qualcuno dirà che fino al rigore si è vista l’ennesima Inter un po’ vittima di se stessa. E ci sta, no? Nel senso: a dicembre, quasi a metà di una stagione molto complessa e piena, può anche darsi che sia un po’ vittima dell’Inzaghismo, della ricerca del bel gioco e, a tratti, pure incartata.
    Ma allora cosa vuol dire? Che questa l’Inter ha bisogno di un episodio per accendersi? In questo momento può anche accettare lo status di squadra che deve fare i conti con alcuni limiti, ma quel che è arrivato dopo è, come detto, spiazzante.
    Una prova che fa riflettere sul senso di “corsa a tre” per lo Scudetto, è vero, ma che ci ripropone quella sensazione da “se l’Inter fa l’Inter non ce n’è per nessuno” che ben si sposa, però, con l’inevitabile quesito di cui da anni attendiamo la riprova anche in campionato. Ok l’Inter, ma “se l’Atalanta fa l’Atalanta”? Che succede? Ecco. Sei goal, Olimpico a bocca aperta e applausi. L’Inter è ancora la più forte, ma quell’arietta da “showdown” con l’outsider pronta a realizzare il proprio sogno non può togliercela nessuno.

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  • Marco Trombetta: "L'Inter era, è e rimarrà la squadra da battere"

    Lo dico da inizio stagione e lo confermo una volta di più dopo la clamorosa prova di forza dell'Olimpico. L'Inter è sempre stata la squadra da battere, nonché la favorita numero uno per lo Scudetto.

    Quella di Inzaghi è la squadra più pronta, collaudata e soprattutto famelica nelle partite che più contano. Avrà qualche vulnerabilità in più rispetto allo scorso anno, ma chi avrebbe avuto in Italia la capacità di andare a fare 6 goal alla Lazio in questo momento? Nemmeno la splendida Atalanta di Gasperini. Corsa a due, corsa a tre, poco cambia. Sarà comunque un'impresa enorme arrivare davanti all'Inter.

  • Lelio Donato: "L'Inter è la più forte, ma la concorrenza è cresciuta"

    L'Inter è forte. Molto forte. E non c'era neppure bisogno del clamoroso 0-6 in casa della Lazio per capirlo. A differenza della scorsa stagione però lo Scudetto dovrà sudarselo un po' di più. Ma non per demeriti propri.

    La concorrenza si è semplicemente attrezzata per competere con una squadra che aveva 'ammazzato' il campionato. Le candidate al trono nerazzurro restano due: l'Atalanta di Gasperini, che ha acquisito consapevolezza grazie al trionfo in Europa League e all'ottimo cammino in Champions, ed il Napoli di Antonio Conte che ha dalla sua la possibilità di potersi concentrare solo ed esclusivamente sul campionato.

    Le altre sono lontane, oggi lontanissime, non tanto e non ancora in termini di punti ma per gioco, alternative e capacità di soffrire. Parlare di lotta ha senso? Sì, almeno finché lo dirà la classifica. Consapevoli che l'Inter era e resta la più forte di tutte.

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