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Juric Udinese AtalantaGetty Images

Juric è a rischio esonero? Crisi di gioco e risultati, dubbi sulla gestione della rosa: la posizione dell'allenatore dell'Atalanta

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Inizia una settimana a dir poco cruciale per le ambizioni dell'Atalanta e del suo tecnico Ivan Juric, finito inevitabilmente sotto osservazione dopo la sconfitta contro l'Udinese che non ha fatto altro che acuire le difficoltà di una squadra che da inizio stagione sembra faticare enormemente nel trovare la quadra.

Contro il Marsiglia in Champions League e contro il Sassuolo in campionato, la Dea è chiamata a fornire da subito risposte immediate e concrete per evitare di disperdere ulteriori punti e, contestualmente, compromettere il proprio percorso.

Urgono risposte, dunque. Quelle che la società si attende dalla squadra ma anche, e forse soprattutto, dal tecnico designato per la successione di Gian Piero Gasperini. Il rendimento del tecnico croato è infatti argomento dibattito in casa atalantina.

  • MARSIGLIA E SASSUOLO DECISIVE?

    La parola esonero, in questo momento, è forse un qualcosa di molto simile ad una forzatura, ma ciò che è certo è che il rendimento e l'operato di Juric sono finiti sotto attenta osservazione da parte dello stato maggior atalantino.

    Per questo motivo, quella che si apre con la sfida dell'Orange Velodrome, si prospetta una settimana molto delicata per la Dea. Per non dire decisiva. Con 4 punti conquistati nelle prime tre partite, in casa nerazzurra ci si aspetta una pronta reazione contro l'OM di De Zerbi per evitare di compromettere anche il percorso europeo.

    Domenica, invece, il lunch match contro il Sassuolo rappresenta un'occasione davvero importante per tornare a centrare una vittoria che in campionato manca da poco meno di due mesi. Due eventuali passi falsi, a quel punto, rischierebbero di compromettere e non poco la stabilità di Juric al timone dell'Atalanta.

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  • L'ATALANTA NON VINCE DA SETTEMBRE

    L'aspetto primario sul quale si sta riflettendo in casa Atalanta, e con il quale si è costretti a fare i conti, è ovviamente l'assenza di risultati. Tra campionato e Champions League, infatti, la Dea non vince una partita ufficiale da settembre. 

    L'ultima affermazione dei bergamaschi, infatti, risale al 30 settembre, giorno della prima - e ad oggi unica - vittoria in Champions League contro il Club Brugge. Per scovare l'ultimo successo in campionato, invece, bisogna andare ancora più indietro: precisamente allo 0-3 contro il Torino, datato 21 settembre.

    Da quel momento la Dea si è letteralmente inceppata infilando una serie impressionante, e desolante, di pareggi, culminata poi dalla sconfitta di misura patita contro l'Udinese e griffata, manco a farlo apposta, dall'ex Zaniolo.

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  • INVOLUZIONE NEL GIOCO E PENURIA DI RISULTATI

    Oltre ad un'evidente crisi di risultati, ciò che preoccupa in casa Atalanta è la preoccupante involuzione che la formazione nerazzurra ha inscenato dal punto di vista del gioco e dell'atteggiamento.

    La Dea che faceva dell'intensità, della ferocia e del calcio verticale, ammirata nel corso dei nove anni targati Gian Piero Gasperini, ha lasciato spazio ad una versione piuttosto sbiadita, piatta. Una squadra che ha smarrito quella verve che nell'ultimo decennio l'ha proiettata al top in Italia e consentendole di cogliere risultati clamorosi anche al di fuori dei confini nazionali.

  • GESTIONE PROBLEMATICA DELLA ROSA

    Tra gli altri fattori imputabili al tecnico croato, c'è una gestione della rosa che, ad oggi, non convince del tutto e che inevitabilmente va alimentare parecchi interrogativi sul lavoro di Juric. Tra campionato e Champions League, l'Atalanta ha giocato sin qui 13 partite ufficiali. Una primo segmento di stagione che consente di tracciare un bilancio, seppur parziale.

    L'Atalanta, specialmente nel pacchetto avanzato, può contare su diverse soluzioni ed è proprio per questo motivo che il turnover si sta rivelando un tema piuttosto indigesto e contradditorio. Si è passati da rotazioni a volte drastiche (tutto l’attacco cambiato a Udine) e a volte più contenute. La sensazione, infatti, è che l'abbondanza di soluzioni anziché facilitare il compito di Juric lo stia invece complicando al punto da rendere le sue scelte molto difficili. Scelte che, come logica conseguenza, finiscono per scontentare, a rotazione, un po' tutti. E di riflesso vanno ad incidere sulla mancanza di continuità di questa Dea versione 2025/26

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