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Jonathan Balotelli GFXGOAL

Jonathan Balotelli, l'altro Balo: dai cantieri edili al giro del mondo

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Perdersi nel mondo degli apelidos. Sguazzare tra gli pseudonimi che rendono speciale il Brasile e il Portogallo, paesi lusofoni, ma anche la Spagna. Comunque in minor misura. C'è stato un tempo - tra bambini e ragazzini - in cui conoscere i nomi completi dei giocatori brasiliani era un vanto, un modo per apparire come il più informato. Un sapere conosciuto tramite le riviste specialistiche, i quotidiani, i racconti di chi magari era venuto a contatto con le loro realtà.

Oggi, davanti alla possibilità di poter conoscere in una manciata di secondi il nome completo di migliaia di giocatori brasiliani in giro per il mondo, quel carattere speciale si è perso ed oltre i Vinicius, i Marquinhos e gli Antony, più nulla.

Sembra quasi che sia quello il loro nome di battesimo, senza niente alle spalle. C'era una ricerca dietro Kakà, Ronaldo e Ronaldinho - due che a inizio carriera avevano l'apelido invertito - che ora viene rapidamente ascoltata in un breve video scrollando la home, prima di essere superata da altre decine di informazioni in serie.

Perché si chiama Militao? O Ederson? Poco interessante, ma non per sempre. Una curiosità che si è persa, eccezion fatta per nomi così speciali e caratteristici da permettere l'immagazzinazione dell'informazione, davanti ad un video suggerito da sua maestà l'algoritmo, o alla repentina ricerca sui motori del web.

Del resto, come si fa non ad essere incuriositi da un brasiliano nato nel 1989 che sul tabellino è registrato come Jonathan Balotelli?

  • IN GIRO PER IL MONDO

    Jonathan Boareto dos Reis. Ed ecco la prima informazione.

    Oggi 34enne, nativo di Rio de Janeiro, Brasile. Un ragazzo nato e cresciuto sotto l'Ordine e il Progresso come tanti altri. Migliaia e migliaia. Prima strada, il calcio. Poi, qualsiasi altro sbocco, per emergere, vivere.

    Jonathan cresce a Rio nella speranza di essere notato, di fare fortuna con la principale attività con cui è noto il paese sudamericano, massimo esportatore mondiale di soia, zucchero, canna da zucchero e caffè, ma soprattutto di calciatori. Che sognano di vivere da professionisti in patria, o magari in Europa e Giappone.

    Nel terzo millennio, anche un'altra Asia - specialmente paesi del Golfo e Cina - ha cominciato ad accogliere con ricchi contratti i connazionali di Jonathan Boareto dos Reis e lo stesso Jonathan Balotelli.

    In carriera non ha raggiunto il Balo più noto, riuscendo però a girare il mondo e confrontarsi con più realtà. Le più variegate, in cui anno dopo anno, presentazione da parte dei media dopo presentazione dei media, ha dovuto spiegare perché un brasiliano avesse uno pseudonimo inneggiante ad uno degli italiani più famosi del pianeta specialmente tra il 2008 e il 2016, dagli anni interisti alle ultime gesta inglesi.

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  • BALOTELLI D'ASPETTO

    Quindi, perché Balotelli? Jonathan non ha deciso di farsi chiamare così come omaggio al suo più grande idolo (Super Mario è di un anno più 'vecchio' rispetto al collega brasiliano), nonostante le gesta tra Manchester City, Inter e Milan siano state comunque apprezzate.

    Jonathan giocava nel Pesqueira, anno domini 2013. Balotelli viveva i suoi momenti di gloria in Premier, tra balotellate, whyalwaysme e goal decisivi. Erano passati tre anni dalla possente doppietta contro la Germania, quella in cui Super Mario divenne meme eterno lanciando la maglia per divenire statua di sale con i muscoli tesi.

    Un'esultanza che anche Jonathan Balotelli avrà modo di mostrare ad una platea completamente diversa, quella della serie dilettantistiche brasiliane. Prima, però, la trasformazione da Jonathan Boareto dos Reis a Jonathan Balotelli.

    Creste, tagli Mohawk,dreadlocks, colori variegati. I calciatori hanno creato a lungo mode d'acconciatura. Lo ha fatto continuamente anche Balotelli. Mario. Ispirando Jonathan, ad esempio:

    "Nel 2013 avevo i capelli come Neymar, ma mi consigliarono anche di farli come Balotelli. Alla fine ho fatto la cresta e l'ho tinta di biondo" raccontò Jonathan a UOL."Da allora mi chiamano Balotelli. È un grande giocatore, sono un suo grande fan. Spero di poter seguire la sua strada. Il soprannome è per l'aspetto, ma sono totalmente diverso".

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  • DIVERSO DA MARIO

    Ma in cosa è diverso Jonathan Balotelli rispetto a Mario? Qualche centimetro più basso e meno piazzato dell'attaccante in forza al Sion, il brasiliano, oggi punta del Kedah Darul Aman FC in terra malese, offre una tecnica più strettamente brasiliana rispetto a quella dell'ex Inter.

    Il palleggio di Jonathan è stile brasiliano puro, mentre Super Mario Balotelli ha sempre mostrato una tecnica mix tra calcio europeo e sudamericana, più potente e meno leggiadra rispetto alla danza dei colleghi più longinilei e sfuggenti. Meno velocità, più forza.

    Il contrario di Jonathan Balotelli, che nel corso della sua carriera ha fatto affidamento sulla rapidità di esecuzione, ma non sulle punizioni missile o sullo sfondamento unito alla tecnica. Più sfuggente.

    Balotelli punto J si è sempre comunque ben difeso fisicamente, segnando soprattutto col mancino, senza però disdegnare il destro. Fuga sulla trequarti, conclusioni partendo dall'area esterna derivanti da dribbling e controdribbling ubriacanti in progressione.

    Jonathan Balotelli non è mai riuscito a sfondare in patria, militando come massimo traguardo nella Serie B brasiliana per una manciata di incontri, prima di prendere la via dell'estero.

    Macedonia, Qatar, Corea del Sud. E poi Iran, Cina e Cipro. Attirati forse dal nome, scoprendo però un giocatore di reale talento, soprattutto per campionati non ancora in grado di essere sullo stesso piano dei colleghi continentali.

    Così come lo stesso Jonathan, che in carriera non è mai stato un implacabile bomber dal posto sicuro. Quando ha avuto continuità ha risposto con goal, assist e colori in festa sugli spalti. Rendendo grazie al percorso fatto.

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  • TRA CANTIERI E CYBER

    Quando Balotelli vola in Brasile per giocare la Confederations Cup, ad un anno dai deludenti Mondiali 2014, Jonathan salirà per la prima - e forse unica volta - alla ribalta in patria. Non solo regionalmente, ma a livello nazionale, verrà scoperto dai connazionali.

    Più che una star, un ononimo da scoprire, per il solo essere un Balotelli. Perché? Da quando? Come? Jonathan mostra la sua posa di cera in salsa Super Mario, racconta le sue caratteristiche e ammette che sì, non gli dispiacerebbe incontrare il collega italiano.

    Difendendolo dagli attacchi di stampa, dal gossip pressante. Dal modo in cui tifosi e media vedono Mario:

    "Penso che a volte venga frainteso. Deve essere una brava persona"

    Jonathan non è sfuggito ad una triste storia di povertà estrema, ma ha dovuto comunque lottare per emergere nel calcio, così da avere la sua grande e costante occasione:

    "Quando avevo 18 anni, ho dovuto lasciare il calcio per lavorare per tre anni. Ho lavorato in un cyber (un internet point, ndr) e nei cantieri edili a Rio de Janeiro per vivere. Devo molto a un mio amico che mi ha portato alla Friburguense. Da lì sono stato ingaggiato per giocare in Série A2 a Pernambucano per il Vitória e dunque al Pesqueira".

    Squadra in cui è diventato Balotelli. Grazie Jonathan: è ancora interessante cosa c'è dietro l'apelido, lo pseudonimo. Scoprire che c'è Boareto dos Reis dietro all'improvviso etichettamento. Mai rifiutato.

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