Perdersi nel mondo degli apelidos. Sguazzare tra gli pseudonimi che rendono speciale il Brasile e il Portogallo, paesi lusofoni, ma anche la Spagna. Comunque in minor misura. C'è stato un tempo - tra bambini e ragazzini - in cui conoscere i nomi completi dei giocatori brasiliani era un vanto, un modo per apparire come il più informato. Un sapere conosciuto tramite le riviste specialistiche, i quotidiani, i racconti di chi magari era venuto a contatto con le loro realtà.
Oggi, davanti alla possibilità di poter conoscere in una manciata di secondi il nome completo di migliaia di giocatori brasiliani in giro per il mondo, quel carattere speciale si è perso ed oltre i Vinicius, i Marquinhos e gli Antony, più nulla.
Sembra quasi che sia quello il loro nome di battesimo, senza niente alle spalle. C'era una ricerca dietro Kakà, Ronaldo e Ronaldinho - due che a inizio carriera avevano l'apelido invertito - che ora viene rapidamente ascoltata in un breve video scrollando la home, prima di essere superata da altre decine di informazioni in serie.
Perché si chiama Militao? O Ederson? Poco interessante, ma non per sempre. Una curiosità che si è persa, eccezion fatta per nomi così speciali e caratteristici da permettere l'immagazzinazione dell'informazione, davanti ad un video suggerito da sua maestà l'algoritmo, o alla repentina ricerca sui motori del web.
Del resto, come si fa non ad essere incuriositi da un brasiliano nato nel 1989 che sul tabellino è registrato come Jonathan Balotelli?
