Getty ImagesFrancesco Schirru e Paolo Camedda
Italia: gli oriundi argentini e quelli che hanno detto no
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SÌ - Julio Libonatti
Talento precoce, figlio di genitori italiani emigrati in Argentina, Libonatti esordisce molto giovane con l'Albiceleste, con cui prende parte alla Copa America del 1921.
Tesserato dal Torino nel 1925, in virtù del doppio passaporto diventa il primo oriundo argentino a indossare la maglia azzurra, con cui colleziona 17 presenze e 15 goal.

SÌ - Renato Cesarini
Nativo di Senigallia, ma cresciuto a Buenos Aires, Cesarini è uno dei pilastri della Juventus del quinquennio. In Nazionale debutta con l'Argentina quando da giovane si trova ancora in Sud America, ma negli anni bianconeri indossa da oriundo la maglia azzurra, con cui colleziona 11 presenze e 3 goal.
Proprio una di queste, segnata a pochi secondi dallo scadere contro l'Ungheria in una gara della Coppa Internazionale, lo avrebbe fatto passare alla storia del calcio.
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GettySÌ - Luis Monti
Dopo aver vinto una Copa America e perso la finale delle Olimpiadi del 1928 e dei Mondiali del 1930 con l'Argentina, approda in Italia e diventa uno dei giocatori cardine della Juventus di Carcano, in grado di conquistare 5 Scudetti consecutivi negli Anni Trenta del Novecento.
Grazie all'origine emiliana dei suoi genitori, emigrati in Sudamerica, il mediano acquista il passaporto italiano ed entra a far parte fin dal dicembre del 1932 della Nazionale italiana guidata da Pozzo, con cui conquista i Mondiali del 1934 e colleziona 18 presenze e 1 goal. È l'unico giocatore ad aver disputato 2 finali dei Mondiali con due Nazionali diverse.

SÌ - Attilio Demaria
Nato a Buenos Aires, gioca con l'Argentina 3 gare, fra cui quella contro il Messico nei Mondiali del 1930. In Italia diventa un pilastro dell'Ambrosiana-Inter e acquisisce la cittadinanza italiana per diritto di sangue.
Entra così a far parte del giro della Nazionale azzurra sotto la gestione Pozzo, e con l'Italia vince i Mondiali del 1934, giocando la ripetizione della gara contro la Spagna, e una Coppa Internazionale.
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SÌ e... NO - Raimundo Orsi
Nativo di Avellaneda, 'Mumo' trascina l'Albiceleste alla finale Olimpica del 1928 poi persa con l'Uruguay. La famiglia Agnelli nota il suo talento e in quello stesso anno l'ala sinistra approda in Italia alla Juventus, diventandone uno dei giocatori più rappresentativi del 'quinquennio'.
Durante il regime fascista è presto naturalizzato come oriundo e può indossare la maglia della Nazionale azzurra, con cui conquista i Mondiali del 1934 segnando un goal in finale. Con l'Italia colleziona 35 presenze e 13 goal.
È stato a lungo l'oriundo che ha indossato più volte la maglia dell'Italia, prima di essere superato da Mauro German Camoranesi. Rientrato in Argentina nel 1935, si preclude la possibilità di continuare l'avventura in azzurro e indossa in un'altra occasione la casacca dell'Albiceleste.

SÌ e... NO - Enrique Guaita
Il 'Corsaro Nero' debutta con l'Argentina nel 1933, quando indossa la casacca dell'Estudiantes, ma approdato in Italia con la Roma acquista subito la cittadinanza italiana. Inizia a giocare con l'Italia 'B', e presto fa il salto nella Nazionale maggiore di Pozzo.
Con l'Italia vince i Mondiali del 1934 segnando contro l'Austria in semifinale e fornendo a Schiavio l'assist vincente per la vittoria ai supplementari nella finalissima con la Cecoslovacchia.
Nel settembre del 1935 scappa in Argentina alla vigilia della Guerra d'Etiopia e con l'Albiceleste vince la Copa America del 1937. Per il suo gesto è accusato di tradimento dal regime fascista.
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SÌ - Francisco Ramón Lojacono
L'attaccante di Buenos Aires disputa la Copa America del 1956 con l'Argentina. Approdato lo stesso anno in Italia, gioca con Lanerossi Vicenza, Roma, Fiorentina, Alessandria e Legnano.
Naturalizzato italiano, colleziona 8 gare con la Nazionale azzurra segnando 5 goal.
-SÌ - Miguel Angel Montuori
Nato a Rosario, trova in Italia la sua consacrazione con la maglia della Fiorentina. Primo calciatore di colore a giocare con l'Italia, colleziona 12 presenze e 2 reti.
È l'unico oriundo ad aver indossato la fascia di capitano della Nazionale italiana nella gara contro la Spagna del 28 febbraio 1959.
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SÌ - Humberto Maschio, Omar Sivori, Antonio Valentin Angelillo
I tre 'Angeli dalla faccia sporca' incantano il mondo nella Copa America del 1957, che l'Argentina vince a mani basse, prima di approdare tutti in Italia.
In quel periodo nel Paese sudamericano vige la regola che chi gioca all'estero non può indossare la maglia della Selecciòn, motivo per cui tutti e 3 i giocatori sono considerati dall'Argentina come traditori in quanto renitenti alla leva e trovano 'rifugio' da oriundi nella Nazionale italiana.
La loro esperienza in azzurro è tuttavia breve: Sivori (9 presenze e 8 goal) e Maschio (2 presenze) disputano i Mondiali del 1962 in Cile, mentre Angelillo fa solo 2 presenze firmando 1 rete.
Getty ImagesSÌ - Mauro German Camoranesi
Italo-argentino di terza generazione (origini italiane risalenti a un bisnonno emigrato da Porto Potenza Picena in provincia di Macerata negli ultimi anni dell'800), Mauro German Camoranesi esordisce con la Nazionale azzurra nel 2003, dopo essere stato snobbato dall'Argentina negli anni precedenti.
Giocherà lo sfortunato Euro 2004, per poi essere vincere lo storico Mondiale 2006. Devastante con la Juventus, nella top 50 dei più presenti in maglia azzurra.
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Getty ImagesSÌ - Christian Daniel Ledesma
"Sono strafelice di essere qui. Non mi sento oriundo, ma italiano a tutti gli effetti e per questo sono entusiasta di essere stato chiamato dalla Nazionale azzurra". Parlava così nell'autunno del 2010 Ledesma, centrocampista della Lazio.
Niente Argentina per lui, che in Italia ha conosciuto sua moglie e avuto due figli. Il suo amore per la maglia azzurra non sarà però corrisposto a lungo: una presenza contro la Romania dopo tali dichiarazioni e tanti saluti.
GettySÌ - Ezequiel Schelotto
Nato a Buenos Aires, ma di origini italiane per via del suo bisnonno (di Cogoleto, provincia di Genova), Schelotto entra a far parte della Nazionale Under 21 azzurra guidata da Casiraghi nel 2009, a vent'anni: cresce col Cesena, per poi confermarsi in Serie A con Catania ed Atalanta.
Qui viene chiamato da Prandelli in nazionale maggiore, venendo inserito nei pre-convocati di Euro 2012: giocherà cinque minuti contro l'Inghilterra nello stesso anno, poi più nulla.
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GettySÌ - Pablo Daniel Osvaldo
Italia Under 20, Under 21, Olimpica. E dunque il salto in quella maggiore nel 2011: azzurro grazie ai suoi avi originari di Filottrano, nella provincia anconetana, Osvaldo non è mai stato visto di buon occhio dalla Nazionale argentina, virando dunque sulla seconda scelta italiana.
Nei tre anni di gare con la rappresentativa della penisola è sceso in campo in 14 occasioni, segnando 4 goal: non è però riuscito ad essere inserito nella lista per l'Europeo o il Mondiale.
Getty ImagesSÌ - Gabriel Paletta
Dopo aver giocato con le giovanili dell'Argentina, Paletta decide di accettare la chiamata della Nazionale italiana in virtù del mancato approdo nella rappresentativa maggiore albiceleste.
Con Prandelli giocherà 2 gare e sarà convocato per i Mondiali 2014 (in campo contro l'Inghilterra, nell'unica gara vinta). "Ho scelto l'Italia perché mi sento italiano" disse all'epoca. "Mio bisnonno era di Catanzaro, per questo ho il doppio passaporto. L'inno di Mameli lo conosco e l'ho cantato".
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Getty ImagesSÌ e... NO - Franco Vazquez
Caso particolare quello di Franco Vazquez, in campo contro Bulgaria e Inghilterra nel 2015. Convocato da Conte nel marzo di quell'anno, non trovò più spazio nella selezione italiana: ai tempi di Palermo scese la maglia azzurra dopo il no dell'Argentina, dichiarando in seguito di sentirsi comunque legato al paese natio.
"Mi sento argentino. Quando ho avuto la possibilità di giocare con l'Italia, l'ex ct dell'Argentina mi ha chiuso la porta e quindi ho accettato la chiamata italiana" affermò 'il Mudo'.
Nel 2016 arrivò ad un passo dalla chiamata con l'Albiceleste grazie a Bauza, ma non se ne fece niente: in teoria potrebbe ancora giocare con l'Argentina, considerando le sole amichevoli disputate con l'Italia.

NO - Mauro Icardi
Nativo di Rosario, Mauro Icardi possiede anche il passaporto italiano perché il nonno era di Carmagnola, Comune a 30 chilometri da Torino.
Al momento della scelta della scelta della Nazionale da rappresentare, però, il bomber non ha avuto dubbi, dicendo di no in più di un'occasione alla maglia azzurra fin dalle rappresentative giovanili.
"La maglia dell'Albiceleste - ha spiegato l'attaccante dell'Inter motivando la sua preferenza - è il mio sogno fin da bambino". L'esordio con l'Argentina arriva così per lui il 16 ottobre 2013 contro l'Uruguay, in una gara di qualificazione per Brasile 2014.
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ERNESTO BENAVIDES/AFP/Getty ImagesNO - Paulo Dybala
Anche l'attaccante della Juventus Paulo Dybala, nativo di Laguna Larga, rientra fra i giocatori che hanno rifiutato la convocazione con l'Italia. Ai tempi del Palermo nel 2012 ottiene la cittadinanza italiana grazie alle origini campane della nonna materna.
Antonio Conte pensa a 'La Joya', che ha già giocato con l'Under 17 e l'Under 20 argentina, per rilanciare la Nazionale azzurra, ma il giovane attaccante dice di no: "Non potrei difendere i colori di un altro Paese come se fossero i miei, preferisco aspettare una chiamata dell'Argentina. Da sempre voglio giocare con Messi".
Chiamata, quella della Nazionale maggiore della Selecciòn, che puntualmente arriva, con l'esordio nella gara di qualificazione per Russia 2018 contro il Paraguay il 13 ottobre 2015.
AFPNO - Luciano Vietto
Attaccante originario di Balnearia, Luciano Vietto è in possesso del doppio passaporto argentino e italiano. Ventura ha pensato a lui durante la sua gestione, ma la punta di proprietà dell'Atletico Madrid ma attualmente in prestito al Valencia, pur non avendo ancora debuttato in Nazionale maggiore, ha già espresso la sua preferenza per l'Albiceleste.
"Diventare campione del Mondo con l'Argentina - ha dichiarato l'attaccante - è il mio sogno". Anche lui, salvo clamorosi cambi di idea, si aggiungerà presto al gruppo di potenziali oriundi che non indosseranno la maglia azzurra.
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GettyFORSE e... NO - Federico Fazio
Un caso a parte è quello del difensore della Roma Federico Fazio. L'ex Siviglia, in possesso del doppio passaporto argentino e italiano (nonno paterno siciliano, nonno materno campano) aveva tenuto aperte le possibilità di una convocazione con la maglia dell'Italia.
"Italia? Chissà... - disse il difensore a inizio 2017 - L'Argentina non chiama...". Ma la convocazione dell'Albiceleste in questo caso è arrivata prima, nel giugno 2017, e da quel momento Fazio ha fatto costantemente parte della Selecciòn.
GettyFORSE e... NO - Alejandro Gomez
Approdato in Italia nel 2010, quando a prelevarlo dal San Lorenzo è il Catania, Alejandro Gomez è esploso definitivamente con la maglia dell’Atalanta, diventando uno dei giocatori più decisivi della nostra Serie A. Per lui si è parlato per diverso tempo di una possibile convocazione in Azzurro, ma a rendere impossibile la sua chiamata è stato un regolamento della FIFA.
Il ‘Papu’ infatti, pur avendo ottenuto la cittadinanza italiana, quando nel 2007 partecipò ai Mondiali Under 20 con l’Albiceleste non era ancora in possesso del doppio passaporto. “Ho giocato per l'Under 20 argentina e non avevo ancora la cittadinanza italiana. - ha spiegato - Per poter giocare con la Nazionale azzurra dovevo avere il doppio passaporto. È una regola FIFA che va cambiata, non so se gli avvocati FIGC siano al lavoro. Senza questo problema burocratico probabilmente adesso sarei a Coverciano".
Invece nel maggio 2017 arriva per lui la chiamata della Selecciòn, con cui partecipa alle qualificazioni per Russia 2018 e della quale fa parte tuttora.
Di Paolo Camedda e Francesco Schirru
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