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Italia eliminata: di chi è la colpa? Nazionale sopravvalutata? Spalletti out? Il 3x3 di GOAL

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Chi sono i colpevoli dell'eliminazione? Abbiamo sopravvalutato l'Italia? Andare avanti con Spalletti?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL sui temi del momento: il punto di vista sugli azzurri di Simone Gambino, Marco Trombetta, Antonio Torrisi nel nostro 3x3.

  • Italia Svizzera esultanzaGetty

    Italia eliminata: di chi è la colpa?

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  • Simone Gambino: “Spalletti principale imputato”

    È sempre giusto dividere colpe e responsabilità davanti a un flop del genere, che entra di diritto tra le peggiori performance degli Azzurri in una competizione internazionale, ma senza dubbio Luciano Spalletti è da ritenersi il principale imputato nel processo post-eliminazione.

    Le sue scelte nel corso di questo Europeo hanno generato un solo effetto: il caos. L’Italia non ha mai trovato dei punti di riferimento, ha vissuto in balia dell’incertezza sia a livello tattico che di individualità: dall’improponibile tandem Raspadori-Retegui contro la Croazia alla titolarità di El Shaarawy, mai preso in considerazione fino a quel momento, contro la Svizzera, per non parlare dell’incomprensibile ostinazione nell’impiego di un irriconoscibile Di Lorenzo, per distacco il peggiore non solo dell’Italia ma dell’intero Europeo.

    È sembrata un’Italia senza identità, massacrata dagli avversari anche a livello atletico. Un fallimento su tutta la linea.

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  • Marco Trombetta: "Condizione atletica imbarazzante"

    Quando le cose vanno male è inevitabile che le principali colpe ricadano sull'allenatore. Spalletti è senza dubbio colpevole, perché a tratti è sembrato in confusione e si è intestardito su certe scelte di formazione francamente cervellotiche, per usare un eufemismo.

    Tuttavia, al netto delle responsabilità di Spalletti, quello che è saltato maggiormente all'occhio è stata una condizione atletica davvero imbarazzante che ha avuto la sua massima espressione proprio contro la Svizzera. Sempre in ritardo, sempre in affanno, eppure 70 partite in stagione le hanno fatte anche i giocatori svizzeri.

    Che ci sia stata una falla nella preparazione atletica di questo Europeo è sotto gli occhi di tutti. E una nazionale come la nostra che negli ultimi anni ha subito un downgrade tecnico importante, non può permettersi di arrivare ad un grande torneo senza una condizione fisica adeguata. Perché altrimenti i risultati non possono essere che questi.

  • Antonio Torrisi: "I CT, sì, ma le colpe sono anche di chi li sceglie (o li vede dimettersi)"

    Si è fatto presto a parlare delle responsabilità di Luciano Spalletti, trascurando, però, che poco più di un mese dopo la debacle contro la Svizzera ricorrerà l'anniversario dell'addio di Roberto Mancini, cui eredità pesa, in negativo, ancora una volta.

    Ma pure "il Mancio", al momento delle dimissioni, era arrivato a fine ciclo, e anche da parecchio: per questo motivo occorre sottolineare il senso delle istituzioni calcistiche. Gli effetti che non si vedono, anche nei tentativi di riforma: e non è vero che Gabriele Gravina, nella gestione dei Commissari Tecnici, si è trovato in un vortice che lo ha costretto a correre ai ripari, in fretta e furia, trattando per la nomina di Luciano Spalletti.

    Ha "coccolato" Mancini, anche dopo l'eliminazione dalla corsa per i Mondiali in Qatar: lo ha portato "sul palmo" nei mesi successivi. Ha creato l'equivoco: una Nazionale arrivata agli Europei (e va ricordato anche il "come", la qualificazione in extremis) senza l'idea consolidata di una guida tecnica. Il resto viene dopo.

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  • Italy players Switzerland Italy Euro 2024Getty

    Abbiamo sopravvalutato questa Italia?

  • Simone Gambino: “I ko con Spagna e Svizzera fotografia di questa Italia”

    Spagna, Francia, Germania, Inghilterra e Portogallo: dietro le cinque principali candidate alla vittoria finale di questo Europeo era lecito considerare l’Italia la possibile outsider di lusso. Seppur Campioni d’Europa in carica gli Azzurri erano però reduci dalla delusione Mondiale, che avrebbe dovuto tenere a freno i facili entusiasmi sorti dopo la vittoria risicata contro l’Albania all’esordio.

    Ma la lezione di calcio subita contro la Spagna e l’inappellabile sconfitta contro la Svizzera sono la nitida fotografia del livello di questa Nazionale, priva di un 9 di livello internazionale, di giocatori in grado di saltare l’uomo, di uomini di personalità capaci di trascinare la squadra nei momenti di difficoltà.

    E senza quella giocata estemporanea di Zaccagni l’Italia sarebbe uscita ai gironi, in un torneo in cui era più facile qualificarsi agli ottavi che andare a casa…

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  • Marco Trombetta: "Aspettarsi un altro Wembley era da folli"

    Onestamente, pensavate davvero che questa Italia potesse ripetere il miracolo di Wembley? Anche tre anni fa eravamo inferiori a tante altre squadre, ma tra episodi e una condizione atletica decisamente superiore a quella mostrata in questi europei il miracolo è avvenuto.

    Il livello dell'Italia magari non è questo, ma l'eliminazione è strameritata e onestamente non rimangono nemmeno troppi rimpianti. Certo, sicuramente la Svizzera era battibile a priori, ma a posteriori questa Italia merita di fermarsi qui perché abbiamo dimostrato di essere nettamente inferiori.

    L'Italia non è più una nazionale top e attualmente Euro 2020 si cataloga più tra le sorprese che nella normalità. Possiamo tornare al top, il calcio è fatto di cicli, ma per adesso uscire negli ottavi di un Europeo non è nemmeno uno scandalo.

  • Antonio Torrisi: "L'impresa dell'Italia è stata far sembrare la Svizzera la Germania"

    l bello delle reazioni post-convocazioni è che funzionano sempre: gli italiani, come spesso accade, hanno mostrato la solita e ottima capacità di definire la rosa chiamata a partecipare agli Europei "non adatta" e "non all'altezza".

    Questa volta, però, non sono andati troppo distanti dall'idea di una Nazionale certamente non tra le favorite. Nessuno, dunque, ha sopravvalutato questa Italia: dubbi c'erano, dubbi rimangono. Gli stessi, tra l'altro. In termini di singoli, poi, difficilmente sarebbe stato possibile migliorare gli Azzurri con i "non convocati".

    Insomma, no: ben al di là del tifo, l'Italia è sempre stata questa. E gli italiani lo sapevano. Far sembrare la Svizzera quasi la Germania, però, forse è un po' too much per tutti.

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  • Spalletti Italia SvizzeraGetty

    Ripartire da Spalletti o cambiare ct?

  • Simone Gambino: “Bisogna voltare pagina velocemente”

    Difficile pensare di andare avanti con Spalletti dopo questa eliminazione: perchè in un torneo ostico, complicato, insidioso come gli Europei può succedere di uscire agli ottavi, ma probabilmente non in questo modo se ti chiami Italia e ti forgi del titolo di campioni d’Europa in carica.

    Spalletti non è riuscito a ricreare in Nazionale quell’alchimia magica che ha permesso al Napoli di festeggiare lo Scudetto e a Luciano di inserirsi di diritto nel club dei migliori allenatori d’Europa.

    L’Italia ha bisogno di voltare velocemente pagina, di ripartire con un progetto solido in vista dei Mondiali, appuntamento che gli Azzurri non possono assolutamente fallire: da qui al 2026 non sono ammessi ulteriori errori di programmazione.

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  • Marco Trombetta: "Cambiare adesso non ha senso"

    Gravina ha sposato il progetto Spalletti e sarebbe insensato tranciarlo al primo passo falso, seppur grande e difficile da digerire. Sicuramente l'Italia poteva fare di più, ma quanto di più?

    Magari Spalletti non è mai stato il prototipo dell'allenatore vincente (al netto del capolavoro di Napoli), ma a livello di gioco non è mai stato contestabile e questa volta è mancato proprio quello, sono mancate le idee e la convinzione, ma bisogna capire il perché.

    Io penso che sia giusto lasciare lavorare Spalletti almeno fino ai Mondiali, con l'obiettivo ovviamente di tornarci come prima cosa. A livello di gioco, come detto, non può essere questa l'Italia di Spalletti. Cambiare nuovamente progetto tecnico sarebbe solo controproducente in questo momento.

  • Antonio Torrisi: "Spalletti non può rimanere: qualcuno diceva che 'nel calcio esistono delle categorie'"

    È già complesso pensare di cambiare la guida tecnica di un club, figuriamoci di una Nazionale: Luciano Spalletti, però, ha mostrato delle crepe, sia dal punto di vista tecnico (quattro formazioni diverse su quattro, senza una pura continuità), sia da quello nervoso.

    La reazione rabbiosa dopo la qualificazione "strappata", con un miracolo, contro la Croazia restituisce il quadro di un allenatore che poco più di un anno fa è stato descritto come il destinatario del messaggio divino che gli era stato tolto fino a quel punto (si è troppo spesso parlato di un Luciano Spalletti "sfortunato" e "eterno secondo": tutto cancellato dallo Scudetto a Napoli?) e che adesso ritorna alla sua dimensione.

    Un ottimo allenatore che, però, non ha vinto abbastanza da poter competere a questi livelli. Com'era? "Ci sono le categorie".

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