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Rabiot FranceGetty Images

"Io al Marsiglia? Impossibile": come Rabiot è passato da svincolato di lusso all'OM

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Il sorprendente accordo tra Adrien Rabiot e il Marsiglia, annunciato dal club domenica e ufficialmente confermato un paio di giorni dopo al termine delle visite mediche, ha stupito tutti. Ha stupito i tifosi della Juventus. Ha stupito quelli dell'OM. Ma ha stupito anche la stampa francese.

Già poche ore dopo l'annuncio dell'intesa, sono tornate alla ribalta alcune vecchie dichiarazioni rilasciate dal francese. L'anno era il 2016, la squadra in cui giocava Rabiot era il PSG. Adrien e compagni si preparavano a disputare la finale della Coppa di Francia - poi vinta 4-2 - proprio contro il Marsiglia. E il futuro bianconero si esprimeva così a La Provence sulla possibilità, un giorno, di indossare la casacca dell'OM, che già lo aveva chiesto in prestito nel 2013:

"Per me non era un'opzione. All’inizio ne ho parlato con la mia famiglia e i miei fratelli, pensavo addirittura fosse uno scherzo. Andare a giocare nel Marsiglia è inconcepibile. Se potrei mai indossare quella maglia? No, non è possibile".

Le ultime parole famose. Rabiot, da domenica, è un nuovo giocatore del Marsiglia. Il tutto al termine di un'estate che definire "surreale" rappresenta quasi un eufemismo. Ma com'è finito l'ex juventino, lo svincolato probabilmente più appetito dell'intero mercato, a rinunciare alla Champions League per giocare con l'OM?

  • Adrien RabiotGetty

    L'OFFERTA DELLA JUVENTUS

    Tutto è nato dall'addio per fine contratto alla Juventus. Scherzo del destino: Rabiot aveva accettato di rimanere a Torino un anno prima nonostante tutto quel che era successo nella stagione precedente, il caos penalizzazioni, i punti tolti e ridati, fino all'esclusione di Madama dalle coppe europee per mano dell'UEFA.

    Nel 2023/2024 la Juve ha chiuso terza, si è riguadagnata sul campo il diritto di giocare la Champions League, è tornata in Europa dalla porta principale. Ma stavolta Rabiot ha deciso di chiudere la propria avventura torinese, iniziata nel 2019 con l'arrivo - anche quello a parametro zero - dal PSG e snodatasi tra alti e bassi, fino a diventare uno dei calciatori più importanti della rosa di Massimiliano Allegri.

    La Juventus ha proposto a Rabiot un rinnovo decisamente importante: 8 milioni netti a stagione per tre stagioni. Ma il calciatore e la madre Veronique hanno continuato a temporeggiare, allontanandosi sempre di più da Torino.

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  • GLI EUROPEI E L'ADDIO

    Gli Europei hanno fatto il resto. Nel senso che Rabiot, una volta terminata la stagione di club, ha deciso di concentrarsi solo e unicamente sulla Francia e sull'avventura tedesca, lasciando di fatto da parte qualsiasi discorso di mercato e costringendo la Juventus a guardarsi definitivamente attorno a caccia di un potenziale sostituto.

    "Non so cosa succederà, ma non ho voglia di parlarne - diceva Rabiot il 1° luglio, nel bel mezzo della competizione - Penso che i tifosi abbiano capito che sono concentrato sull'Europeo con la mia Nazionale, vedremo cosa succederà dopo. Il mio focus è al 100% qui, poi ovviamente sono sempre in contatto con la società".

    La Juve, nel frattempo, aveva già cominciato a muoversi con decisione sul connazionale Khephren Thuram. E alla fine ha annunciato l'arrivo del francese il 10 luglio, poco più di una settimana prima che Cristiano Giuntoli, aprendo la conferenza stampa di presentazione di Thiago Motta il 18, confermasse la separazione:

    "Volevo ringraziare Rabiot, il 30 giugno è scaduto il suo contratto: volevamo augurargli tutti un felice futuro professionale e non".

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  • SVINCOLATO DI LUSSO

    Rabiot, così, si è trovato in una posizione invidiabile: quella di poter scegliere autonomamente il proprio destino, senza trattative tra club, senza tira e molla tra società. Ma qualcosa ha cominciato ben presto ad andare storto.

    I primi scricchiolii si sono avvertiti quando dalla Premier League, all'apparenza il suo destino più probabile, si è mosso poco o nulla. Dal Liverpool al Manchester United, passando per il Newcastle: tanti club sono stati accostati al francese ma nessuno ha affondato il colpo, spaventati dall'ingaggio richiesto dal calciatore e frenati da rose spesso già piene, senza più l'aiuto economico di un'Arabia Saudita che, rispetto a un anno fa, ha limitato le proprie spese pazze in Inghilterra.

    Di Rabiot si è parlato anche in ottica Real Madrid. I campioni d'Europa in carica, la squadra più blasonata del mondo. Ma anche in questo caso non se n'è fatto nulla. E così il francese, alla pari di altri colleghi svincolati come Mats Hummels e Mario Hermoso, si è ritrovato senza squadra durante il precampionato, e poi all'avvio dei vari campionati: incredibile, ma vero.

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  • Rabiot Deschamps FranceGetty

    LA RAMANZINA DI DESCHAMPS

    Tra un temporeggiamento e l'altro, si è così arrivati a settembre. Rabiot ha storto il naso di fronte allo scenario di un trasferimento in Turchia e non ha visto di buon occhio neppure l'opzione Arabia Saudita. I top club, nel frattempo, lo hanno abbandonato: niente Premier League, niente Real Madrid e niente Milan, che per fargli spazio in rosa avrebbe dovuto cedere Bennacer.

    Una situazione che ha finito per indispettire Didier Deschamps, che dal ritiro della Francia, alla vigilia della partita poi persa contro l'Italia, ha parlato anche del caso Rabiot. Senza troppi peli sulla lingua.

    "La sua è una situazione un po' imbarazzante. Aveva la scelta al 100%, era in scadenza di contratto e su di lui c'erano diverse squadre. Ora però è svincolato e non può allenarsi in un gruppo. Spero che a breve scelga un club che possa riportarlo con noi".

    Rabiot, per la cronaca, non è stato convocato per le due sfide di Nations League contro gli azzurri e il Belgio. Una mancata chiamata che, come spiegato dal ct, è dipesa dallo status di svincolato dell'ex bianconero e dalla sua mancanza di minuti estivi nelle gambe.

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  • IL MARSIGLIA E IL FATTORE DE ZERBI

    E così, Rabiot si è ritrovato con il classico cerino in mano. Avrebbe voluto giocare la Champions League, competizione che lo scorso anno ha volontariamente accettato di guardare seduto sul divano, ma le liste UEFA si sono chiuse il 3 settembre. In ogni caso avrebbe potuto scendere in campo nell'Europa che conta solo a partire da febbraio.

    Il Marsiglia, la squadra che mai e poi mai avrebbe difeso nella propria carriera, alla fine è arrivato in suo soccorso. Rabiot ha deciso di fare un passo indietro per ridare slancio a mesi stagnanti e riconquistare la Nazionale perduta. Perché sì, di passo indietro si deve parlare: non tanto per il blasone dell'OM, quanto per il fatto che la sua nuova squadra non gioca la Champions League. O meglio, non gioca alcuna coppa europea: è reduce da un'annata complicata, chiusa addirittura all'ottavo posto in Ligue 1 a -26 dal PSG campione di Francia, e non è riuscito a qualificarsi neppure per la Conference League.

    Rabiot, per la seconda volta di fila, non scenderà dunque in campo in competizioni europee. Il che è piuttosto inconcepibile per un elemento di questo status. L'ex bianconero si è reso conto di aver perso troppo tempo a sfogliare la margherita, e accettando l'OM ha cercato in qualche modo di porre rimedio al disastro.

    Poi, chiaro, c'è il fattore di un entusiasmo che a Marsiglia è di nuovo alle stelle. La squadra di Roberto De Zerbi gioca bene, segna, vince. Ha trovato in Mason Greenwood una guida in campo e nell'allenatore bresciano un condottiero in panchina. E ha intenzione di dare fastidio al PSG per il titolo di Francia. Quel PSG che, da qualche ora, appartiene completamente e definitivamente al passato di Rabiot.

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