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3x3 2 settembre HDGOAL

L'Inter è ancora la squadra più forte? Con Lukaku è un Napoli da Scudetto? Leao e Theo mettono Fonseca spalle al muro? Il 3x3 di GOAL

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Gli spunti di discussione e i temi caldi dopo la terza giornata di Serie A.

L'Inter è ancora la squadra più forte? Con Lukaku è un Napoli da Scudetto? Leao e Theo mettono Fonseca spalle al muro?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL sui temi del momento: il punto di vista sulla Serie A di Marco Trombetta, Claudio D'Amato e Antonio Torrisi nel nostro 3x3.

  • Inter Atalanta ThuramGetty Images

    L'INTER È ANCORA LA PIÙ FORTE?

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  • Marco Trombetta: "Serviva un 4-0 all'Atalanta per capirlo?"

    Stupisce il fatto che dovesse servire un risultato così roboante, una prova di forza così netta, per riportare l'Inter sotto i riflettori dopo un inizio 'balbettante' che comunque aveva portato 4 punti in due partite.

    Eppure forse ci si era dimenticati dell'ultima stagione dei nerazzurri e ci si era dimenticati anche che quella squadra, che ha dominato l'ultimo campionato, non ha perso nessuno dei suoi top, si è rafforzata aggiungendo pedine come Zielinski e Taremi (che faranno la differenza nel tempo) ed ha acquisito maggiore consapevolezza nei propri mezzi.

    L'emblema è Thuram, che dopo una stagione d'esordio in Serie A da protagonista assoluto, punta addirittura a migliorarsi. E con un Lautaro ancora in rodaggio, si è preso lui la squadra sulle spalle con 4 goal in 3 partite. Quindi, per qualcuno forse serviva un 4-0 all'Atalanta per ribadire un concetto che in realtà sin dall'inizio appariva abbastanza chiaro. Ossia che l'Inter rimane la squadra più forte di questo campionato. La squadra da battere e la favorita numero uno per lo Scudetto.

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  • Claudio D'Amato: "Certezze e Thuram, impossibile il contrario"

    L'avvio di campionato dice questo. I nerazzurri hanno mantenuto lo zoccolo duro e completato la rosa, in più hanno trovato in Marcus Thuram un nuovo leader tecnico e trascinatore.

    Conterà molto capire come verranno metabolizzati gli effetti del mercato da Juventus e Napoli, ad oggi sulla carta le principali possibili antagoniste della squadra di Inzaghi. Che al momento, però, rimane una spanna sopra alle rivali per la corsa Scudetto.

  • Antonio Torrisi: "La più forte sì, ma fino a quando?"

    Non c’erano dubbi col Genoa, non c’erano neanche quando i mugugni dopo il mani di Bisseck ha privato dell’Inter di due punti che avrebbero alimentato l’entusiasmo necessario dopo la stagione del ventesimo Scudetto. L’Inter è la più forte: lo è sempre stata, negli ultimi anni, pure quando Milan e Napoli hanno conquistato il Tricolore.

    Ma allora qual è il dubbio, se ce n’è uno? Qual è la questione? Che non si sa quanto dura. In che senso? Quanto dura nel lungo. La prossima, tra due stagioni.

    L’Inter non ha investito come la Juventus, non ha potuto farlo. Non lo ha fatto neanche come il Milan, né come la Roma. Non è stato possibile. E amen: i colpi che sono stati fatti, intelligenti, rafforzano dove possibile la formazione di Simone Inzaghi che, però, potrebbe essere a fine ciclo. E questo solo il tempo potrà dirlo: a fine ciclo, ma comunque la più forte. Che non è una cosa indifferente: importante, cruciale, fondamentale. E vincente.

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  • Romelu Lukaku Napoli ParmaGetty Images

    CON LUKAKU È UN NAPOLI DA SCUDETTO?

  • Marco Trombetta: "Con Lukaku è un altro Napoli, ma lo Scudetto è utopia"

    Intanto sarebbe giusto fare una doverosa premessa. Senza l'espulsione di Suzuki (con il povero Delprato sacrificato tra i pali) il Napoli probabilmente non avrebbe mai battuto il Parma. E forse non avrebbe neppure pareggiato. Ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte e alla fine ciò che conta e il risultato, che ha detto 2-1 Napoli e seconda vittoria consecutiva in campionato.

    Lukaku si è rivelato subito determinante, subito decisivo. Non che ci volesse molto a fare meglio di Raspadori e Simeone, ma è chiaro che con Lukaku la musica cambia. Il Napoli aveva bisogno di lui, Conte aveva bisogno di lui e il binomio risulterà ancora una volta vincente. Con un'unica eccezione, rispetto all'ultima esperienza in nerazzurro: non si coronerà con la conquista dello Scudetto.

    L'upgrade indubbiamente c'è stato e si rifletterà sulla stagione del Napoli, il cui obiettivo è chiaramente quello di tornare in Champions. Ma Lukaku non risolve i problemi di Conte, palesati ancora una volta per gran parte della partita contro il Parma. È un Napoli sicuramente forte, che può solo migliorare, ma pensare che possa lottare per lo Scudetto è francamente pura utopia.

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  • Claudio D'Amato: "Sì, ma con riserva"

    L'effetto Lukaku si è fatto subito sentire, ma ha solo nascosto i limiti di un Napoli - tra pressing poco organizzato e qualche pecca individuale - ancora alle prese con difetti di fabbrica residui che Conte sta pian piano sistemando.

    Ad ogni modo gli azzurri escono dalla finestra trasferimenti senz'altro migliorati, ecco perché dopo la sosta inizierà una sorta di 'nuovo' campionato nel quale il tecnico salentino avrà il compito di giustificare i milioni spesi da De Laurentiis per assecondarne le richieste.

    Insomma: Napoli da Scudetto con Lukaku? Sì, ma con riserva.

  • Antonio Torrisi: "La gatta frettolosa fa i gattini ciechi"

    Ora, c’è una una questione da affrontare, fondamentalmente: quanto Antonio Conte può sopportare l’animo di una piazza che vive il calcio visceralmente? Che, precisiamo, non è un male, anzi: ma quanto lui, la sua persona, il suo carattere (spesso difficile), può sopportarlo?

    Risolto questo dubbio, si può parlare delle potenzialità di un Napoli che con Romelu Lukaku, in mano ad Antonio Conte, può risultare decisivo. Di questo c’è “prova scritta”, come verrebbe da dire.

    L’altra questione riguarda la “corsa contro il tempo” portata avanti nelle ultime ore di calciomercato: a Conte è stato praticamente consegnato tutto ciò che è stato chiesto. E questo è importantissimo: solo il tempo dirà. “Da Scudetto”, almeno per il momento (quanto può essere indicativa una vittoria come quella contro un Parma in dieci uomini e con un difensore in porta?), è un po’ eccessivo.

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  • Paulo Fonseca MilanGetty Images

    LEAO E THEO METTONO SPALLE AL MURO FONSECA?

  • Marco Trombetta: "Il problema non è soltanto Fonseca, dov'è Ibra?"

    Ok, siamo onesti. A guardare il Milan, in questo momento, si fa fatica a pensare che Fonseca non solo non arrivi a mangiare il panettone, ma che non arrivi nemmeno a vedere l'inizio dell'autunno.

    Eppure se riduciamo i problemi del Milan alla sola presenza del tecnico portoghese, stiamo tuttavia facendo un grosso errore. Il problema è più generale e parte dall'alto. Qualcosa non sta più funzionando come prima ed Ibrahimovic non sta minimante riuscendo a creare quella coesione che aveva creato un certo Paolo Maldini, che oggi da quelle parti sta mancando maledettamente a livello gestionale.

    Il caso Leao-Theo è un chiaro esempio di come la confusione regna sovrana e di come Fonseca venga quasi lasciato in balia di un destino che appare segnato qualora dai piani alti non si intervenga con decisione per salvare la situazione. Ibra si è ritirato, è vero, ma c'è bisogno che torni in campo. Che sia presente, e non soltanto con le parole.

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  • Claudio D'Amato: "Fonseca si sta dando la zappa sui piedi"

    Scelte a parte, che l'avventura di Paulo Fonseca al Milan sia iniziata col piede sbagliato è sotto gli occhi di tutti. Se poi si aggiunge il carico novanta legato alle esclusioni eccellenti di Theo Hernandez e Leao, unito a mancanza di risultati ed equilibri precari (sia in campo che fuori), quanto successo all'Olimpico certifica l'impatto complicato del tecnico portoghese sull'universo rossonero.

    Contro la Lazio, perdipiù, a evitare una sconfitta che avrebbe avuto il sapore della crisi hanno contribuito in primis proprio… Theo e Rafa. Colpevoli per l'atteggiamento mostrato durante il cooling break, ma troppo forti per restar fuori da questo Milan.

    Caro Paulo, ti stai dando la 'zappa sui piedi'.

  • Antonio Torrisi: "Leao non ha salvato Fonseca: lo ha inguaiato"

    Chi crede alla versione di Rafael Leao e Theo Hernandez sul cooling break o vive in maniera assai intensa una sorta di “sindrome dello struzzo”, che non vuol vedere né sentire, o non si spiega. Tutti, anche gli altri subentrati con il portoghese e il francese, hanno partecipato al time-out. Tutti.

    Tammy Abraham li chiama, loro non rispondono. Paulo Fonseca stempera in conferenza: e fa bene. Che deve fare? Il suo è un ruolo critico: non ha ancora vinto, nonostante un buon mercato, e quel che ha fatto vedere lascia fin troppo spazio a dubbi, anche pesanti.

    In primis sulla gestione: buono il coraggio nel lasciar fuori due simboli, male la realizzazione calcistica del suo progetto che vien fuori da questa scelta. Entrano e la partita cambia: e allora si inverte tutto. Leao non ha salvato la panchina a Fonseca, anzi, l’ha resa (se possibile) ancor più “calda”.

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