Tra l'11' e il 13', San Siro ha provato delle "vibes" familiari, trasmesse più di una volta, in queste ultime due stagioni, dall'Inter di Siimone Inzaghi: una "manifesta superiorità" costretta a convivere con la consapevolezza di saper essere "perfetta", in alcuni frangenti della partita, almeno quanto "imperfetta" in altri.
Non è solo per i due goal, siglati uno dietro l'altro, quanto per la naturalezza con cui la formazione nerazzurra ha amministrato il primo quarto d'ora del match contro li Bologna: quasi senza alcun problema. Solo che nel calcio, anche e soprattutto contro gruppi ben organizzati come quello di Thiago Motta, i problemi ci sono sempre. E che, alla fine, dipende dall'avversario che hai di fronte: i rossoblù, ma non solo a San Siro, si sono mostrati per quello che sono. Un'ottima squadra.
Ricapitoliamo, velocemente: all'11' colpo di testa di Francesco Acerbi, sugli sviluppi di calcio d'angolo. Preciso, puntuale, sul primo piano: 1-0. Due minuti più tardi arriva il decimo goal in Serie A di Lautaro Martinez: Marcus Thuram gliela sistema, lui controlla e scarica un destro dai venti metri che non solo è imprendibile, ma costringe il "Toro" a tradire il suo stesso stupore per una delle più belle reti siglate con la maglia dell'Inter.
Certo, poi è lo stesso Lautaro a complicare la vita ai suoi, proprio quando la possibilità di fare il 3-0 sembrava concreta: trattenuta in area su Lewis Ferguson e calcio di rigore, segnalato dal VAR (Marini) a Guida. Dal dischetto va Riccardo Orsolini, escluso dai convocati di Luciano Spalletti per i prossimi impegni della Nazionale, e fissa il parziale sul 2-1 al 20'.
Nella ripresa Joshua Zirkzee si esalta, mettendo davanti il talento: stop su lancio lungo, finta intelligente a crearsi lo spazio, con le sovrapposizioni dei compagni, e destro preciso che batte Sommer. La partita si definisce, quindi: l'Inter attacca, il Bologna si difende. Un 2-2 dai due volti.




