L'impatto di Joao Mario e David nella Juventus di Tudor: avvio in salita, ma ci sono ampi margini di miglioramento

I primi minuti di Joao Mario contro il Borussia Dortmund avevano fatto scattare qualche campanello d’allarme: errori banali, una fase difensiva da registrare e un cartellino giallo rimediato quasi subito per un intervento duro su Adeyemi. 

Con il passare del tempo, però, il portoghese ha preso fiducia, mostrando di poter incidere sia largo sulla fascia sia accentrandosi palla al piede per creare superiorità.

Il nuovo bomber della Juventus deve ancora sbloccarsi in bianconero, ma anche contro il Borussia Dortmund ha mostrato qualità che finora erano mancate alla squadra di Tudor. 

La capacità di proteggere palla spalle alla porta e di trovare l’imbucata per i compagni si sposa perfettamente con i dettami tattici del tecnico croato, che punta sugli inserimenti senza palla dei trequartisti, come Yildiz e Conceição, e degli esterni, come Cambiaso – autore di una doppietta – e Joao Mario. 

Per il goal ci sarà tempo: ora la priorità è la condizione fisica. Il classe 2000 è apparso ancora appesantito, ma il lavoro in preparazione sta già dando frutti e l’obiettivo è averlo al top per l’esordio in campionato.

Il raddoppio della Juventus contro il Borussia Dortmund porta con sé la firma dei due nuovi acquisti.

A innescare l’azione è infatti stata una progressione centrale di Joao Mario, capace di tagliare le linee tedesche palla al piede e creare superiorità numerica. 

Il portoghese ha servito poi David, che a sua volta ha isolato Yildiz nell’uno contro uno sulla sinistra. Il turco ha poi atteso il momento giusto per la sovrapposizione di Cambiaso, servendolo nello spazio per chiudere l’azione con una finalizzazione praticamente perfetta.

Arrivato a campionato in corso al posto di Thiago Motta, Tudor ha subito imposto il proprio stile di gioco, puntando senza esitazioni sul 3-4-2-1.

L’ingaggio di Joao Mario e David risponde perfettamente alle esigenze tecnico-tattiche del mister croato, che non ha nascosto la volontà di renderli protagonisti.

Il portoghese è infatti l’unico vero esterno destro di ruolo, dopo le partenze di Alberto Costa e Weah. Il canadese, invece - anche considerando un eventuale ritorno di Kolo Muani - offre qualità uniche, potendo agire sia da punta centrale sia da trequartista alle spalle dell’attaccante.