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Imane Khelif BennacerGetty/GOAL

Imane Khelif-Angela Carini, Bennacer interviene sulla polemica dall'Italia: "Ondata di odio"

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L'incontro di boxe femminile tra la pugile algerina Imane Khelif e l'italiana Angela Carini alle Olimpiadi è diventata un caso politico.

Alcuni, infatti, ritengono che la prima sia una persona trans e dunque non abbia i requisiti per gareggiare contro una donna.

In realtà però le cose stanno diversamente, dato che Imane Khelif ha superato i test ormonali del CIO ed è stata regolarmente ammessa al torneo di boxe femminile.

In difesa della pugile algerina, intanto, sono scesi in campo anche i calciatori più rappresentativi della nazionale del suo Paese, tra cui il milanista Bennacer.

  • LA DIFESA DI BENNACER

    Il centrocampista del Milan è intervenuto sui social prendendo le difese di Imane Khelif.

    "Pieno sostegno alla nostra campionessa Imane Khelif, che sta subendo un’ondata di odio ingiustificato.La sua presenza ai Giochi Olimpici è semplicemente il risultato del suo talento e del suo duro lavoro. Crediamo in te per portare in alto i colori dell’Algeria", ha scritto Bennacer.

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  • LA POLEMICA E IL PRECEDENTE

    La polemica è stata innescata dal precedente dei Mondiali 2023, quando Imane Khelif fu esclusa dopo che i suoi livelli di testosterone furono giudicati eccessivi rispetto ai criteri di ammissibilità IBA.

    Khelif adesso, come detto, rispetta i criteri per l’accesso alle categorie femminili del CIO e ha preso parte anche ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, sempre nel torneo femminile.

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  • LA POSIZIONE DEL CONI

    Il presidente Giovanni Malagò si è interessato in prima persona del caso.

    "Il CIO ci ha assicurato che sono state fatte verifiche ormonali e scientifiche e che pertanto Imane Khelif può gareggiare da donna. Il CONI si è attivato col CIO affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari", si legge sul sito del CONI.

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  • LE PAROLE DEL MINISTRO ABODI

    Sul caso è intervenuto anche il Ministro dello Sport, Andrea Abodi: "Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi. Nell’evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico. Per Angela Carini non sarà così.

    Quello delle atlete e degli atleti 'transgender' è un tema che va ricondotto alla categoria del rispetto in tutte le sue forme, ma dobbiamo distinguere la pratica sportiva dall'agonismo che deve poter consentire di competere ad armi pari, in piena sicurezza. È del tutto evidente che la dimensione dell’identità di genere in ambito agonistico pone il problema delle pari opportunità o delle stesse opportunità; non a caso, tante discipline sportive hanno posto dei vincoli per le atlete e atleti transgender necessari per poter permettere di gareggiare alle stesse condizioni. In questo caso assistiamo a un’interpretazione del concetto di inclusività che non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili".


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